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Wimbledon 2019: l’Italia si scopre specialista delle maratone. E Matteo Berrettini dà ottime garanzie per il futuro

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Anche se il conto finale delle partite dell’Italia nel singolare maschile parla di 8 vittorie e 9 sconfitte, il bilancio dei nostri rappresentanti al torneo di Wimbledon 2019 è da considerare tutto sommato positivo.

8 vittorie e 9 sconfitte, dicevamo, esattamente come l’anno scorso, con la differenza che uno dei nostri rappresentanti è riuscito ad arrivare alla seconda settimana: Matteo Berrettini. Un’altra cosa che balza agli occhi è che gli italiani, su sei partite andate al quinto set, ne hanno vinte ben cinque, che per il tennis di casa nostra è una cosa abbastanza inconsueta.

L’unico a perdere nel set decisivo è stato Andreas Seppi, che fino a qualche anno fa era uno specialista delle maratone e che al secondo turno si è arreso al quartofinalista del torneo Guido Pella. Fabio Fognini ha vinto due belle partite battendo sia lo statunitense Frances Tiafoe sia l’ungherese Marton Fucsovics perdendo il primo e il quarto set, poi si è inopinatamente inchinato per tre set a zero dallo statunitense Tennys Sandgren, perdendo anche la testa, come purtroppo ancora gli capita ogni tanto.

Ma insieme a Berrettini il grande protagonista del nostro Wimbledon è stato Thomas Fabbiano: il 30enne pugliese si è confermato un giocatore con grandi attitudini all’erba e ha battuto in cinque set prima il supertalento greco Stefanos Tsitsipas, che lo aveva umiliato l’anno scorso al terzo turno, e poi il gigante croato Ivo Karlovic, al quale malgrado i 38 ace subiti è riuscito a disinnescare il servizio nei momenti più importanti, per poi fermarsi contro il veterano spagnolo Fernando Verdasco.

Oltre il primo turno non sono riusciti ad andare Lorenzo Sonego, stanco per il trionfo ad Antalya e subito stoppato dallo spagnolo Marcel Granollers, Paolo Lorenzi, arresosi con onore al russo Daniil Medvedev, Andrea Arnaboldi (contro Karlovic), Salvatore Caruso (contro il francese Gilles Simon che era riuscito a battere al Roland Garros) e un Marco Cecchinato sempre più in disarmo malgrado affrontasse un avversario difficile come l’australiano Alex De Minaur.

Passando alle donne, Giulia Gatto-Monticone ha vissuto un sogno giocando la partita della vita sul Campo Centrale e arrendendosi con onore al primo turno contro Serena Williams, mentre Camila Giorgi, appena rientrata nel circuito WTA dopo i problemi al polso, non ha confermato i quarti di finale dell’anno scorso perdendo subito con una tennista comunque emergente come l’ucraina Dayana Yastremska, una che come lei è capace di tutto e del contrario di tutto.

Dulcis in fundo, Berrettini: reduce dal trionfo di Stoccarda, il 23enne romano nei primi due turni ha vinto con lo sloveno Aljaz Bedene e ha messo fine alla carriera del cipriota Marcos Baghdatis rendendogli il doveroso omaggio a fine partita, ma il capolavoro lo ha fatto nel terzo turno, piegando dopo oltre quattro ore un tennista solidissimo e che non regala mai nulla come l’argentino Diego Schwartzman.

Poi, sul Centrale, negli ottavi ha raccattato solo cinque game contro Re Roger Federer dimostrando che la sua distanza tra i migliori del mondo è ancora ampia, ma Matteo ha evidenziato più volte nel corso di quest’anno che la sua attitudine al lavoro e alla partita e la sua ambizione sono quelle giuste per approdare tra i top 10 entro un periodo non eccessivamente lungo.

 

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Foto: LaPresse

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