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Wimbledon 2019: Matteo Berrettini, il Centre Court e Roger Federer, da Roma al Manic Monday per un ottavo da ricordare

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Il Centre Court nella stagione dell’esplosione. Matteo Berrettini, a 23 anni, è pronto ad assaporare per la prima volta nella sua carriera l’emozione di giocare sul campo più famoso del mondo. Dall’altra parte della rete, nel suo primo ottavo di finale Slam in carriera, c’è Roger Federer, l’uomo che proprio a Wimbledon ha costruito una parte consistente della propria leggenda, vincendo per otto volte il torneo e trovandosi ancora tra i favoriti per quello che sarebbe uno storico nono titolo.

Berrettini, oltre a essere il primo azzurro agli ottavi dal 2013 (ci riuscì Andreas Seppi), diventa il terzo italiano ad affrontare lo svizzero ai Championships: prima di lui sono venuti Fabio Fognini (secondo turno nel 2012) e Paolo Lorenzi (primo turno nel 2014); in entrambi i casi Federer è poi andato in finale, vincendo nella prima occasione. L’ultimo nostro portacolori a giocare sul Centre Court è stato, invece, proprio l’attuale numero 1 d’Italia, di scena contro Andy Murray nel 2017: lo scozzese vinse in quattro set nel terzo turno. Per trovare un azzurro vincitore nel tempio del tennis mondiale bisogna andare molto indietro nel tempo. Era il 1972, e un filo rosso romano lega il passato al presente: Adriano Panatta, al primo turno, sconfisse in cinque set l’allora trentottenne Neale Fraser, che in passato aveva fatto parte della grande marea australiana dominatrice lungo gli Anni ’50 e ’60.

Certo, la missione del romano attuale è difficilissima, e lunghe spiegazioni del perché appaiono davvero superflue. Va comunque rimarcato come questo torneo possa diventare, a prescindere dall’andamento del match con Federer, quello di un’ulteriore svolta verso l’alto. L’elemento fondamentale, in questo senso, è la vittoria al terzo turno contro Diego Schwartzman. Berrettini, contro l’argentino, ha sofferto, giocato sotto il suo potenziale, trovato grandi difficoltà di fronte alla solidità dell’avversario, salvato match point, ma soprattutto ha tenuto mentalmente. E questo ha fatto tutta la differenza, dimostrando che il romano ha meritato in maniera piena di andare ad affrontare Federer, cosa che non gli era riuscita al Roland Garros per l’intercessione del norvegese Casper Ruud. Questa volta, però, lo scontro ci sarà, e il numero 3 del mondo non lo sottovaluta in alcun modo, visto il cammino su erba di chi avrà di fronte: “Non lo conosco molto bene, il che rende la situazione più pericolosa. L’ho visto giocare un po’ ad Halle, e ovviamente anche a Stoccarda. Qui sta di nuovo giocando bene e non è scontato quando sei nuovo nel circuito. Mi aspetto una dura battaglia. Spero non abbia più energie dopo oggi. Sono sicuro che recupererà, è giovane“. Il tenore della frase sulle energie, va chiarito, è di natura scherzosa.

Berrettini, dal canto suo, affronta il mitico Manic Monday (il lunedì in cui, a Wimbledon, scendono in campo tutti gli ottavi di finale maschili e femminili) con il piglio di chi non vuole farsi intimorire da situazione e avversario, di chi, come del resto ha già dichiarato, andrà in campo per vincere, e non per fare la vittima sacrificale. E di sicuro ha le armi, se non per creare un risultato a sorpresa sul Centre Court, quantomeno per costringere Federer a non staccare la spina mentalmente. In sintesi, il match che verrà si preannuncia giocato su pochi punti, su scambi di lunghezza piuttosto ridotta e, nonostante questo, potenzialmente divertente.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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