Tennis
Wimbledon 2019: Matteo Berrettini, la lezione del ‘Maestro’ Federer servirà per il futuro
No così male non ce lo si aspettava. C’è amarezza e delusione sulla prestazione di Matteo Berrettini nel Tempio del tennis. L’ottavo di finale, nel Centrale di Wimbledon, contro il “Re dei re” di questa specialità non ha avuto storia. Una partita andata via con grande velocità, senza che Roger Federer facesse cose particolari. La tensione del mai visto e sentito e l’affrontare per la prima volta il “Maestro” hanno portato all’epilogo di un match finito, forse, prima ancora di cominciare.
Una lezione quella subita da Matteo, al cospetto di un tennista che su questi campi ha scoperto di essere campione e le cui traiettorie slice, per la maggior parte dei giocatori, sono un enigma. In ogni scambio un effetto diverso e per l’azzurro c’è stato solo il caos. Tanti errori e il momento di stringere la mano è arrivato con troppa facilità. Pertanto, il risultato emerso nel match dei Championships evidenzia due aspetti.
Il primo riguarda l’eccessiva esaltazione nei confronti del classe ’96 nostrano. I grandi risultati ottenuti a Stoccarda e ad Halle restano, come anche l’aver conquistato la seconda settimana a Londra, però è necessario compiere un ulteriore step in avanti, soprattutto mentale, per essere in grado di sostenere lo stress di un match come quello di ieri. L’idea di un braccio bloccato dall’importanza del confronto è stata evidente e lo stesso Federer è parso quasi sorpreso dal conquistare punti con tale facilità. E’ necessario quindi che l’analisi sia sempre attinente alla realtà, senza eccedere con gli entusiasmi.
Il secondo punto, se vogliamo, è opposto. Non bisogna dimenticarsi di quanto ha fatto Matteo. La sconfitta, pur evidente, contro Roger non cancella la sua crescita esponenziale e la top-20 lo certifica. L’anno passato parlavamo di un giocatore che sul lato sinistro non riusciva a giocare mentre ora sa essere pericoloso anche con il rovescio. La partita disputata contro l’asso svizzero, quindi, sarà utile per continuare nella sua crescita e fargli capire quanto ancora ci sia da migliorare. Non bisogna, quindi, buttare tutto quel che si è costruito ma continuare nella strada per raggiungere livelli sempre maggiori.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse