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Wimbledon 2019: Novak Djokovic contro Roger Federer, la finale dei giganti nel tempio del tennis

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Da una parte Novak Djokovic, numero 1 del mondo, dall’altra Roger Federer, numero 3 (ma 2 del seeding). La finale maschile di Wimbledon 2019 è pronta ad andare in scena sul Centre Court di Wimbledon e sarà la terza che vedrà di fronte questi due uomini in grado di fare la storia di questo sport.

Sono rimaste nella memoria le due occasioni in cui il serbo e lo svizzero si sono trovati di fronte all’ultimo atto: nel 2014 la finale fu incertissima, con Federer avanti di un set, Djokovic in grado di rimontare e arrivare vicinissimo a chiudere nel quarto, per poi subire la rimonta dell’avversario e trovare il modo di vincere al quinto e decisivo parziale. Nel 2015, invece, dopo i primi due set equamente divisi il serbo allungò nel terzo e nel quarto, approfittando di un chiaro calo dell’elvetico. Il primo confronto tra i due sull’erba, però, è datato 2012: allora fu Federer a mettere le mani sulla semifinale e, due giorni più tardi, sul suo settimo trionfo ai Championships.

E’ stato un torneo dalle tinte piuttosto differenti per i due giocatori. A corrente alternata quello di Djokovic, che ha ceduto un parziale contro il polacco Hubert Hurkacz e soprattutto un altro con lo spagnolo Roberto Bautista Agut in una semifinale uscita dal suo controllo per molte decine di minuti. Abbastanza costante, invece, quello di Federer, che dopo aver perso per iniziale distrazione il primo set contro il sudafricano Lloyd Harris è arrivato tranquillamente ai quarti, ha iniziato piano anche con il giapponese Kei Nishikori e poi ha tirato fuori una splendida prestazione contro Rafael Nadal nella semifinale più attesa. A quasi 38 anni, l’elvetico sta ancora dimostrando di poter appartenere a quel livello di elite mondiale che al momento è ancora appannaggio di tre uomini: lui, il rivale iberico e quello serbo.

Djokovic, come ormai in qualunque occasione che lo vede scendere in campo, parte con i favori del pronostico e, dunque, con la freccia puntata verso il proprio quinto Wimbledon e, più in generale, sul sedicesimo Slam in carriera. Quando è in uno stato d’animo tranquillo, il serbo sa trovare un tennis che fa nascere innumerevoli soddisfazioni dal principio cardine del suo gioco, che rimane la solidità, ma il campanello d’allarme può suonare se si innervosisce, cosa accaduta contro Bautista Agut. Dovrà essere attento a non cadere nella ragnatela degli scambi corti di Federer, anche se, a differenza di moltissimi altri, lui un’arma per tentare di neutralizzarlo ce l’ha: la risposta, suo antico marchio di fabbrica. Molto, se non tutto, si deciderà con i colpi di inizio gioco e con il primo set, che per l’elvetico è stato fondamentale contro Nadal e potrebbe tornare a esserlo con il nativo di Belgrado. In palio c’è un non indifferente pezzo di storia del tennis: il serbo scende in campo per la difesa del titolo del 2018, lo svizzero per la nona sinfonia dell’erba.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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