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Wimbledon 2019: Simona Halep, il trionfo della tranquillità. Sfuma ancora il sogno dei 24 Slam per Serena Williams
La sorpresa per come è finita la finale del singolare femminile di Wimbledon 2019 è ancora tanta: qualcuno poteva pensare che Simona Halep riuscisse a battere Serena Williams, che comunque partiva da netta favorita, ma nessuno forse poteva ipotizzare che ce l’avrebbe fatta con un doppio 6-2 in soli 56 minuti. Siamo sicuri invece che tanti avessero previsto esattamente questo risultato ma a parti invertite. E invece ha vinto una ragazza che fino a un mese fa veniva considerata una grande specialista della terra battuta e un’ottima tennista sul cemento ma non certo un’esperta del gioco sull’erba, pur avendo vinto il secondo torneo della sua vita nel circuito maggiore WTA proprio su questa superficie, a ’s-Hertogenbosch nel 2013, mentre a Wimbledon non aveva mai fatto meglio di una semifinale nel 2014.
Non solo, fino all’anno scorso, quando trionfò al Roland Garros, pur essendosi già arrampicata fino al numero 1 del mondo ancora prima di vincere a Parigi, la 27enne di Costanza era considerata una grande perdente negli appuntamenti che contano, e questa reputazione le derivava soprattutto dal fatto di aver perso una finale quasi vinta sulla terra rossa francese nel 2017 contro Jelena Ostapenko. Halep si faceva regolarmente prendere dalla paura che le faceva venire il braccino ogni volta che stava per vincere un match importante, invece quest’anno, sui prati di Church Road, non si è visto assolutamente niente di tutto questo.
Simona ha mantenuto una solidità mentale fortissima per tutto il torneo che, unita a una condizione fisica invidiabile, le ha fatto centrare l’obiettivo di vincere l’evento tennistico più importante del mondo, oltretutto commettendo nella finale solo 3 errori gratuiti contro i 26 di Serena Williams, e cedendo solo un set in tutto il torneo, al secondo turno contro la connazionale Mihaela Buzarnescu. Halep ha fatto entrare nella storia del tennis anche la Romania: in singolare nessuno aveva mai vinto a Wimbledon, ilie Nastase, il più forte tennista romeno di tutti i tempi, campione a Parigi nel 1973 e sull’erba newyorchese di Forest Hills nel 1972, ha perso due finali ai Championships, nel 1972 con Stan Smith e nel 1976 con Bjorn Borg, mentre Virgina Ruzici, campionessa del Roland Garros nel 1978 e che fa parte del clan di Halep in qualità di manager, sui prati londinesi non è mai andata al di là dei quarti di finale nel 1978 e nel 1981.
Per quanto riguarda la grande sconfitta, Serena Williams, vede svanire ancora una volta il suo sogno di eguagliare il record di 24 Slam di Margaret Smith Court e manca anche l’occasione di diventare la più anziana campionessa della storia di Wimbledon: poche volte l’abbiamo vista così contratta e questo, unito alla sua scarsa mobilità e al suo poco allenamento a causa dei suoi innumerevoli problemi fisici, per non parlare delle sole 19 partite giocate quest’anno, le è stato fatale contro la prima avversaria incontrata durante il torneo che poteva metterla in difficoltà. Per lei, che compirà 38 anni il prossimo 26 settembre (mentre Halep ne farà 28 il giorno dopo!) raggiungere i 24 Major contro avversarie che sulle altre superfici sono ben più numerose e pericolose di quanto non siano sull’erba sarà sempre più dura…
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Foto: LaPresse