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Basket, l’annuncio shock di David Blatt: “Ho la sclerosi multipla”. Il coach dell’Olympiacos inizia la sua battaglia

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David Blatt ha rivelato di avere la sclerosi multipla. Un annuncio shock da parte del coach dell’Olympiacos, una figura storica del basket internazionale che a 60 anni si trova costretto ad affrontare una malattia terribile. Lo statunitense naturalizzato israeliano ha voluto dare l’annuncio tramite una nota pubblicata dalla formazione greca e in una lettera commovente ha spiegato come sta combattendo il male e come sta vivendo questo momento molto difficile. Blatt è passato alla storia per avere vinto l’Eurolega 2014 con il Maccabi Tel Aviv oltre allo scudetto e alla Coppa Italia con Treviso allenata tra il 2005 e il 2017, con la Russia ha conquistato gli Europei 2007 e il bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 mentre tra il 2014 e il 2016 fu il coach dei Cleveland Cavaliers di Lebron James.

Questa la lettera toccante scritta da David Blatt: “A volte la vita ti getta addosso cose a cui non riesci a dare una spiegazione, che non hanno logica. In quei momenti capisci di dover fare delle scelte che mettono alla prova il tuo carattere. Qualche mese fa mi è stata diagnosticata una sclerosi a placche progressiva primaria (PPMS). è una malattia che ha diverse forme e si manifesta in diversi modi, attaccando il sistema immunitario e cambiando di conseguenza la qualità della tua vita e l’abilità di fare anche le cose più elementari e semplici. Dopo lo shock iniziale e la difficoltà nell’accettare i cambiamenti ai quali questo male mi avrebbe costretto, ho deciso che non sarei arretrato di un millimetro. Mi sarei semplicemente adattato per cercare di trovare un modo per continuare a vivere nella maniera più normale possibile. Quindi mi sono rifatto alla mia filosofia di allenatore, basata su tre pilastri. 1. Qual è il problema? 2. Perché si è presentato? 3. Come posso risolverlo? Beh, il problema è la PPMS, che si manifesta con debolezza nelle gambe, fatica e perdita d’equilibrio. Ho quindi iniziato una serie di esercizi di ginnastica e nuoto per rinforzare la mia muscolatura e la sua flessibilità.

Secondo, perché mi è successo? Non c’è una spiegazione, per cui non puoi far altro che accettare la malattia e fare il massimo per combatterla: sarebbe facile lasciarsi prendere dalla depressione, è una lotta costante, senza fine, perché non esistono cure ma per fortuna non è mortale. Ci vuole coraggio, determinazione e la forza per non mollare mai. Il perché va dimenticato, non c’è risposta. Infine, come risolvere il problema. Lavorando, facendo un piano di battaglia, adattandomi alle nuove circostanze, imparando cosa comporta questo male, trovando gente con cui condividere il problema e che possa aiutarmi, senza nascondermi.

Non sono il tipo che si piange addosso, l’autocommiserazione fa solo precipitare la situazione. Non avere la stessa agilità di prima non limita la mia capacità di fare il mio lavoro, le cose che facevo prima. Sono fortunato, ho un grande staff medico che mi segue e una dirigenza che ha accettato la mia malattia e mi aiuta nella lotta quotidiana. Lamentarsi è solo uno spreco di energie e visto che chiedo ai miei giocatori di essere sempre la miglior versione di loro stessi, non posso che fare altrettanto con me”.

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Credit Ciamillo

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