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Basket, Meo Sacchetti: “Gallinari e Datome saranno il nostro regalo. Gentile utilissimo se non vorrà essere sempre protagonista”

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Mission Impossible? Forse sì. Centrare la qualificazione olimpica per la Nazionale di basket, rientrando tra le prime due formazioni del Vecchio Continente ai prossimi Mondiali in Cina (inizio 31 agosto), è complicato. Tante le rivali quotate e tanta la concorrenza. Verrebbe voglia di fare un discorso per mettere in discussione un criterio che, a conti fatti, si sta rivelando eccessivamente stringente per l’Europa, volto a favorire (forse) un po’ troppo giochi geopolitici.

Senza però fare polemica su questi aspetti, il CT Meo Sacchetti guarda in casa propria perché le problematiche non mancano. Un po’ come accade ogni estate, la Nazionale italiana deve fare i conti con chi non sarà a disposizione e ieri è arrivato il forfait di Nicolò Melli, tra i pilastri della nostra compagine. Una squadra che si presenta ai nastri di partenza della competizione iridata anche con Danilo Gallinari e Gigi Datome, accompagnati dai punti interrogativi. Fino ad ora entrambi non hanno disputato neanche un secondo di partita e dovrebbero rappresentare i due principali terminati offensivi della Nazionale.

Non si fascia però la testa Sacchetti, consapevole che non tutto è filato per il verso giusto ma di avere un gruppo che si è qualificato alla fase finale mondiale senza le sue stelle, mettendo in evidenza qualità rilevanti dal punto di vista collettivo: Speravamo di avere Melli. Ma lui si è sottoposto a una pulizia del ginocchio che non gli ha permesso di recuperare in tempo. Datome ha avuto un’operazione simile, però meno invasiva: Gigi sta seguendo un percorso di recupero e si è reso disponibile. Poi è venuto fuori il problema di Gallinari (appendicite ndr.) però siamo fiduciosi sul pieno recupero di entrambi. Saranno il nostro regalo, ha sottolineato Meo, intervistato dal Corriere dello Sport.

Il tecnico italiano poi ha sottolineato come il materiale umano derivante dal campionato non sia di altissimo profilo non per “l’esterofilia”, bensì per un’oggettiva deficienza in alcuni ruoli, come quello del centro. Una problematica atavica per l’Italia che, spesso, è costretta a schierare altri per coprire il buco. In una formazione di “piccoli” il ruolo di Alessandro Gentile, secondo Sacchetti, è ben delineato: “Utilissimo se non vorrà essere sempre protagonista“. Un Bel Paese che punta tutto sulla chimica di squadra, per far risaltare le proprie individualità. Non resta che attendere.

 

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Foto M.Ceretti / Ciamillo-Castoria

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