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Basket, Mondiali 2019: gli otto gironi ai raggi X. Guida ai raggruppamenti della prima fase

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Per la prima volta i Mondiali di basket si aprono a 32 squadre, nell’edizione cinese che arriva a 5 anni di distanza da quella spagnola che vide trionfatori gli Stati Uniti. Otto città per altrettanti raggruppamenti e tantissimo spettacolo da condensare in due settimane. Andiamo a vedere meglio cosa ci potremo aspettare dai gruppi della prima fase.

GIRONE A (Polonia, Costa d’Avorio, Venezuela, Cina)
Non è andata per niente male ai padroni di casa, guidati dall’esperienza di Yi Lianlian e Qi Zhou, entrambi con un passato NBA (più lungo per il primo). La lotta per il primo posto dovrebbe riguardare i cinesi e la Polonia, che spera di avere un contributo soprattutto da Slaughter, Ponitka e Lampe. Meno rosea la situazione per Venezuela e Costa d’Avorio, saliti agli onori delle cronache per scioperi legati a motivi diversi: gli ivoriani, allenati dall’italiano Paolo Povia, si sono lamentati del mancato pagamento dei premi dall’inizio della preparazione, i venezuelani hanno motivato invece la loro decisione con serissimi problemi nelle relazioni con il coach argentino Fernando Duro. Difficilmente queste due formazioni sfuggiranno ai gironi di classificazione dal 17° al 32° posto.

GIRONE B (Russia, Argentina, Corea del Sud, Nigeria)
C’è una sola vera certezza: la Corea del Sud sarà la vittima sacrificale di questo girone, vista la scarsa esperienza a livello internazionale. L’Argentina si affida ancora a Luis Scola, l’ultimo della Generacion Dorada, e al pazzo talento di Facundo Campazzo, mentre la Russia vede leggermente ridotte le proprie quotazioni dall’infortunio di Alexey Shved, ma rimane temibile con la presenza di gente del calibro di Vitaly Fridzon. Particolare anche il caso della Nigeria, che ha rischiato di non partire per la Cina a causa di una mancanza di fondi: sarebbe stato un peccato molto grande, vista la presenza del trio Udoh-Aminu-Okogie in grado di mettere i bastoni tra le ruote a molte squadre.

GIRONE C (Spagna, Iran, Porto Rico, Tunisia)
Il primo posto della Spagna non è in dubbio. Sergio Scariolo, accanto a Ricky Rubio, Marc Gasol e ai due Hernangomez, porta un consolidato gruppo di esperienza in Eurolega ed EuroCup, che dovrebbe puntare a raggiungere almeno i quarti di finale. La lotta per l’altro posto disponibile è meno scontata di quel che sembra: l’Iran si regge sul trentaquattrenne pivot Hamed Haddadi, 219 centimetri di ottima tecnica e un passato ai Memphis Grizzlies, Porto Rico fa affidamento su un gruppo esperto guidato dal ventiduenne dei Sacramento Kings Isaiah Pineiro, mentre molte delle sorti della Tunisia passano da due giocatori: Salah Mejri (quattro anni ai Dallas Mavericks) e Michael Roll (recentemente approdato a Milano).

GIRONE D (Italia, Angola, Filippine, Serbia)
Il girone degli azzurri è anche uno tra quelli che appaiono decisi in partenza, con Italia e Serbia favorite per il passaggio del turno. Gli uomini di Sasha Djordjevic prenotano il primo posto e hanno un roster talmente profondo da poter sopperire anche all’assenza di Milos Teodosic, mentre quelli di Meo Sacchetti sono privi di Nicolò Melli, e dunque con dei problemi sotto canestro. Le Filippine sperano nella forma del totem Andray Blatche dopo che di nuovo la possibilità di schierare Jordan Clarkson è rimasta vana, mentre il roster dell’Angola presenta due nomi che il basket italiano conosce: Yanick Moreira, centro della Virtus Bologna nell’ultima stagione, e Carlos Morais, a Siena (A2) prima dell’esplosione dei nuovi problemi finanziari.

GIRONE E (Turchia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Giappone)
Decisamente non sono gli Stati Uniti che tutti si sarebbero attesi, ma il roster messo insieme da Gregg Popovich di talento ne può vantare, con Kemba Walker che è a capo sia del blocco dei Boston Celtics che del reparto offensivo, vista la mole di punti in singola partita che è in grado di segnare. La Repubblica Ceca paga l’assenza pesantissima di Jan Vesely, che assieme a Tomas Satoransky avrebbe dovuto formare l’asse della speranza, mentre per la prima volta il promettente nipponico Rui Hachimura, scelto al numero 9 dai Washington Wizards nel recente draft NBA, si misura su un grande palcoscenico. La Turchia passa per buona misura da Ilyasova, Korkmaz e Osman, oltre che dalle prodezze del naturalizzato Wilbekin e dalla solidità di Mahmutoglu.

GIRONE F (Grecia, Nuova Zelanda, Brasile, Montenegro)
La Grecia che si presenta a questi Mondiali è forse la più forte mai vista assieme a quella del 2006, che raggiunse la finale iridata battendo gli USA. I grandi totem del passato (Spanoulis, ancora in attività, e Diamantidis) non ci sono più, ma è cresciuta una nuova generazione alle spalle di Bourousis, Printezis, Nick Calathes e Sloukas (ancora in dubbio). Il maggiore di questi nomi è Giannis Antetokounmpo (c’è anche il fratello Thanasis), ad oggi tra i più forti giocatori dell’intero pianeta, MVP della stagione NBA 2018-2019. Nel Brasile c’è il raccordo tra gli attuali NBA Felicio e Caboclo e quelli del passato Varejao, Barbosa e Huertas, mentre il Montenegro si basa sul mix tra Nikola Vucevic e vari ottimi giocatori in giro tra Serbia e Spagna, tra cui spicca il talento del ventenne Dino Radoncic. Saranno queste due le squadre che battaglieranno dietro gli ellenici, mentre poche speranze ci sono per la Nuova Zelanda del nuovo acquisto di Treviso Isaac Fotu.

GIRONE G (Repubblica Dominicana, Francia, Germania, Giordania)
Francesi e tedeschi appaiono i principali favoriti di questo girone, con i transalpini candidati al primo posto e i teutonici al secondo. Gli uomini di Vincent Collet si affidano a Rudy Gobert, Evan Fournier e Nicolas Batum come principali opzioni offensive, mentre quelli di Henrik Rödl hanno a disposizione l’immenso talento di Dennis Schröder, cui si affiancano Daniel Theis, Maxi Kleber e un buon numero di ottimi giocatori di Eurolega. La Repubblica Dominicana non può fare affidamento su gente del calibro di Al Horford e Karl-Anthony Towns, il che fa tutta la differenza del mondo, ma può assicurarsi il terzo posto davanti alla Giordania, forse la vera cenerentola di questi Mondiali.

GIRONE H (Canada, Senegal, Lituania, Australia)
La perfetta definizione di raggruppamento di ferro si trova a Dongguan, e a farne le spese dovrebbe essere il Senegal, che senza Gorgui Dieng sotto canestro perde davvero tanto. L’Australia ha recentemente battuto gli Stati Uniti in amichevole, e conta sia sull’esperienza di Andrew Bogut, tornato a giocare in patria a Sydney, che sulle certezze rappresentate da Patty Mills, Matthew Dellavedova e Joe Ingles. In panchina può inoltre affidarsi, dietro a coach Lemanis, a uno che qualcosa, con i Bulls di epoca Michael Jordan, ha vinto: Luc Longley. Sembra incredibile dirlo, ma rischiano tanto la Lituania quanto il Canada: i baltici di coach Adomaitis faranno tanto affidamento sui blocchi Zalgiris, Rytas e sul duo Sabonis figlio-Valanciunas, mentre i nordamericani, pur allenati dal vincitore del titolo NBA Nick Nurse, si ritrovano senza svariate star del professionismo a stelle e strisce, Cory Joseph a parte, e giocano con un roster a forti tinte europee.

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Credit: Ciamillo

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