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Basket, Mondiali 2019: i leader dell’Italia e come sarà impostato il gioco degli azzurri. Gallinari, Belinelli e Datome fondamentali
Sabato comincia l’avventura mondiale dell’Italbasket. Gli azzurri saranno impegnati contro le Filippine in un match già da dentro o fuori. La formula della rassegna iridata prevede infatti che si qualifichino le prime due classificate di ogni girone e dunque, vista la presenza della Serbia, quello tra Italia e Filippine è un vero e proprio scontro diretto (Angola permettendo).
L’avvicinamento alla rassegna iridata cinese non è stato dei migliori per la squadra di Meo Sacchetti, che ha perso tutte e sei le ultime amichevoli giocate. Solo nelle ultime tre, però, si è rivisto sul campo Danilo Gallinari. Il neo giocatore degli Oklahoma City Thunder è senza dubbio la stella della Nazionale azzurra ed il punto di riferimento in attacco. Già dai primi giorni di raduno, Sacchetti ha parlato molto anche della posizione in campo di Gallinari, che potrebbe anche agire da centro vista la quasi totale assenza di lunghi nel roster italiano.
Una scelta che porterebbe dunque a giocare con un quintetto “piccolo”, che si affiderà moltissimo alle conclusioni da fuori e agli uno contro uno. Fondamentale soprattutto dall’arco saranno le altre due stelle della squadra azzurra, Marco Belinelli e Gigi Datome, che insieme a Gallinari formano quel trio sul quale coach Sacchetti cercherà di costruire le fortune della sua Nazionale.
Un ruolo importantissimo lo avrà Alessandro Gentile. La forza e l’esplosività dell’ex Olimpia saranno fondamentali per scardinare le difese avversarie. Gentile può davvero essere un perno decisivo nel gioco azzurro, che sarà orchestrato con ogni probabilità da Daniel Hackett. Al play del CSKA Mosca non si chiedono punti, ma una regia attenta e precisa, pronta a mettere in moto le tante bocche da fuoco azzurre.
Biligha e Tessitori saranno i due lunghi e soprattutto in partite come contro le Filippine deve essere utili. Andare qualche volta in post permetterebbe anche qualche variazione sul tema in attacco e lascerebbe un po’ di respiro agli altri quattro. Ovviamente il compito diventa nettamente più complicato contro avversari molto più fisici come la Serbia, ma anche i nostri lunghi dovranno a quel punto adattarsi a nuove soluzioni, come quelle di portare fuori in attacco i centri avversari, liberando un po’ l’area per le scorribande degli esterni azzurri.
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Credit: Ciamillo