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Ciclismo, Andrea Bagioli: gli ultimi mesi in Colpack e le prospettive per il 2020 con la Deceuninck-Quick Step

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Andrea Bagioli è sicuramente uno dei ragazzi Under 23 più interessanti del panorama italiano ed è pronto, a soli 20 anni, a fare il definitivo salto di qualità passando nel mondo dei big del ciclismo internazionale; di fatti lo aspetta la corazzata belga della Deceuninck-Quick Step, con cui ha firmato un contratto biennale per le stagioni 2020 e 2021.

Nato il 23 marzo 1999 a Lanzada, in provincia di Sondrio, fratello minore del già professionista Nicola (militante nella Nippo-Vini Fantini Faizané), Andrea è una delle grandi stelle firmate Team Colpack, un astro nascente del ciclismo azzurro. In questo 2019 ha già ottenuto sei vittorie. È partito con l’assolo di San Vendemiano il 21 aprile, passando per la Coppa Cicogna del 14 maggio, al GP Città di Empoli quattro giorni dopo. L’exploit definitivo a fine maggio con due tappe e la classifica generale della Ronde de L’Isard: un dominio assoluto. Ma poi ecco il Giro d’Italia Under 23, le aspettative altissime da parte di tutti quanti, lui in primis; ma Andrea non ce la fa, e un virus intestinale lo blocca a metà percorso. È tutto da rifare. Il valtellinese non si arrende e torna presto in forma conquistando lo scorso 21 luglio l’ultima tappa del Giro della Valle D’Aosta.

Andrea c’è, la condizione è stata ritrovata, il valore di certo non si era perso, e il ciclomercato 2020 lo vede tra i protagonisti. Arriva così una grande, grandissima opportunità da parte della squadra numero uno al mondo: la Deceuninck-Quick Step, un’occasione da cogliere al volo, il sogno di tanti tantissimi corridori; la formazione di Julian Alaphilippe, Philippe Gilbert, dell’astro nascente Remco Evenepoel, per fare solo tre nomi. La squadra dominatrice della stagione 2018 che è riuscita a riconfermarsi ai vertici anche quest’anno; protagonista sempre e comunque, dalle Classiche al sogno sfiorato per poco della vittoria del Tour de France con Julian Alaphilippe.

Andrea ha davanti a sé la possibilità più grande della sua giovane carriera. Certo, passare professionista a neanche 21 anni, con la formazione più forte del mondo, è una responsabilità non da poco, un’occasione irripetibile ma da sfruttare senza bruciare alcun tipo di tappa. Partire con le corse minori, andando in crescendo, magari cercando un’opportunità di maturazione in più con qualche breve corsa a tappe, lasciandogli spazio nelle gare italiane. Di sicuro Andrea avrà tanto da imparare da uomini come Gilbert, Alaphilippe e altri. Non si sa ancora quale altro italiano avrà a fianco tra gli attuali Elia Viviani (che probabilmente cambierà formazione), Davide Martinelli o i veterani Eros Capecchi e Fabio Sabatini. Ci vorrà diverso tempo per farlo crescere e non andare troppo oltre le sue potenzialità. Di certo si troverà in una squadra in cui le opportunità di mettersi in mostra non gli mancheranno affatto.

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@lisa_guadagnini

Foto: Fonte Facebook

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