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Ciclismo
Ciclismo femminile: il Team Sunweb istituisce il protocollo #Metoo cycling, un decalogo contro abusi e molestie sessuali
Il mondo del ciclismo manda un primo deciso segnale in risposta allo scandalo esploso nello scorso giugno con tre diverse denunce per molestie sessuali nei confronti di Patrick Van Gamsen, direttore sportivo della formazione belga femminile Healt Mate Cyclelive. La squadra tedesca del Team Sunweb ha deciso di istituire il protocollo “#Metoo cycling”, ispirato al movimento internazionale che si occupa di dare spazio e denunciare questo genere di episodi nei differenti ambiti della vita pubblica e privata. Il documento consiste in un decalogo contro gli abusi il cui scopo è quello di proteggere tutte le ragazze che scelgano di avvicinarsi al ciclismo professionistico.
Le terribili parole della ciclista israeliana Esther Meisels, una delle quattro cicliste ad aver denunciato il comportamento di Van Gamsen (il quale ha subito smentito ogni genere di accusa) hanno evidentemente lasciato un segno profondo nelle atlete e in tutto il movimento: “Lo stipendio era basso e la Health Mate-Cyclelive faticava a trovare sponsor, così il manager ci propose di vivere da lui a Ekeren, in Belgio. Sei cicliste di sei Nazioni diverse nell’ultimo piano di una casa molto grande e la soluzione sembrava ok. Il problema è che lui, da subito, si mostrò troppo espansivo: cercava di abbracciarci o baciarci, girava in mutande, faceva commenti sul nostro corpo e quando ci ritiravamo infastidite lasciava intendere che non ci avrebbe selezionate per le gare. Per evitarlo sono arrivata a chiudermi in camera tutto il giorno. Alla fine sono scoppiata”.
La ciclista canadese Leah Kirchmann (Sunweb) ha espresso grande soddisfazione per la decisione adottata dalla propria squadra: “La Sunweb ha voluto prendere l’iniziativa per dimostrare che per loro gli abusi sono un argomento importante sul quale fare luce. Vogliono fare prevenzione per evitare che cose del genere possano accadere all’interno del nostro team. La cosa è subito chiara anche ai nuovi membri dello staff. Mostriamo questo documento e le nostre aspettative sono subito chiare“. Decisamente significativo il fatto che per stilare il protocollo siano state coinvolte in prima persona le atlete: “Vogliamo definire cosa possa essere considerato molestia, creare consapevolezza e delle linee guida chiare su come lo staff deve comportarsi. Ci sono alcuni comportamenti che ci si aspetta quando ci cambiamo sul pullman oppure quando ci fermiamo per fare un bisogno durante la corsa“.
Sulla questione è intervenuta anche la ciclista italiana Marta Bastianelli dalle pagine del Corriere della Sera. L’azzurra ha elogiato l’iniziativa sollevando però qualche dubbio sulla possibilità di fare altrettanto da parte di formazioni con un budget inferiore: “È una decisione bellissima, ma attuabile solo con i budget milionari di Sunweb. Noi continueremo a non avere bus dove svestirci o fare la doccia, molte ragazze continueranno a cambiarsi in auto o a fare pipì in un angolo protette dalle compagne. Sappiamo bene che il ciclismo ha un inevitabile versante animalesco e quando pedaliamo non siamo principesse ma combattenti. Ma se ci fossero più investimenti, ci sarebbero più dignità e meccanismi di protezione dagli abusi, magari tante ragazze si avvicinerebbero più volentieri e in sicurezza a questo sport“.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Valerio Origo