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F1, GP Belgio 2019: la Ferrari vuol interrompere il digiuno, la Mercedes confermarsi dominante. Verstappen il jolly

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Il tempo delle chiacchiere sta per finire e dopo la pausa estiva è tempo di tornare a correre. Il Circus della F1 fa rotta verso il Belgio, sul circuito di Spa-Francorchamps, sede tradizionale della massima categoria dell’automobilismo mondiale e tappa attesa dalla Ferrari per cercare di porre termine al digiuno da vittorie di quest’annata.

La Rossa viene da una parte di stagione assai deludente. Nei dodici round che si sono tenuti le soddisfazioni sono state poche e le amarezze molte. Un pot-pourri di negatività: macchina non performante, l’enigma delle gomme Pirelli, l’inaffidabilità, gli errori dei piloti e le decisioni della Race Direction. Si può affermare, senza timore di essere smentiti, che a Maranello non si sono proprio fatti mancare nulla e del resto le due classifiche (piloti e costruttori) non lasciano spazio alle interpretazioni: i 94 e i 118 punti di gap del tedesco Sebastian Vettel e del monegasco Charles Leclerc dal britannico Lewis Hamilton e i 150 punti di distacco della Rossa dalle Frecce d’Argento parlano chiaro.

Ecco che Spa ha un po’ i crismi dell’ultima spiaggia, viste le caratteristiche del tracciato. Una pista lunga 7004 metri, annoverante lunghi rettilinei e curvoni veloci. I team, per questo, dovranno cercare il giusto compromesso aerodinamico per avere velocità di punta sul dritto e stabilità nei tratti guidati. La SF90 potrebbe presentarsi con la specifica n.3 della Power Unit per esaltare le proprie qualità velocistiche ma è chiaro che ciò non basterà. La macchina dovrà dare risposte anche in termini di equilibrio meccanico e di trazione, specialmente nel secondo settore del circuito, senza sottovalutare la percorrenza nell’ultima chicane prima del rettilineo dei box e de La Source (curva-1).

Di sicuro sarà affascinante per i piloti affrontare Eau Rouge e Blanchimont, curve con grande accelerazione laterale, dove anche la resistenza di chi è alla guida sarà messa a dura prova, per le alte velocità raggiunte. Gli assetti di medio-basso carico avranno una ricaduta sulle gomme. Le squadre dovranno gestire le criticità del blistering (bolle all’interno del battistrada per il surriscaldamento interno). Non è un caso che Pirelli abbia messo a disposizione i compound più duri (C1, C2, C3) per cercare di prevenire le problematiche menzionate.

La Ferrari, come del resto la Red Bull, ha optato per un approccio aggressivo con ben 10 treni di soft e solo due di medie, al contrario di Mercedes che ha puntato maggiormente sulle mescole a banda gialla (quattro set), avendo a disposizione 8 set di morbide. Le Frecce d’Argento sono sicure del fatto loro, potendo contare su una macchina molto equilibrata e performante, come le 10 vittorie in 12 gare hanno dimostrato. Da non sottovalutare però Max Verstappen. L’olandese della Red Bull, grazie alle due vittorie in Austria e in Germania, si è rivelato l’unico in grado di interrompere l’egemonia della scuderia di Brackley. Il motore Honda è molto migliorato e quindi potrebbe essere lui, ancora una volta, il jolly del weekend.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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