Formula 1
F1, GP Ungheria 2019: analisi qualifiche. Verstappen sfata il tabù pole position, Mercedes battuta, Ferrari “scarica”
Prima o poi doveva accadere. Max Verstappen ce l’ha fatta al 93° tentativo e l’agognata pole position è arrivata. L’Hungaroring ha dato l’opportunità all’olandese di sfatare il tabù. Una prova sontuosa la sua, da record del tracciato, che gli ha permesso di precedere di un battito di ciglia le due Mercedes di Valtteri Bottas e di Lewis Hamilton. Max è stato perfetto. La RB15 ha rappresentato il mezzo perfetto per fare la differenza ma alla fine è stato il pilota a metterci del suo perché il differenziale con il compagno di team Pierre Gasly (sesto a 0″878) è stato imbarazzante. L’1’14″572 sarà un crono che l’orange ricorderà ma è domani che si dovranno fare i punti e Verstappen ha tutte le intenzioni di ottenere il terzo centro stagionale, regalandosi prima delle vacanze qualcosa di speciale.
Mercedes battute ma non affondate. Il finlandese Valtteri Bottas (secondo a 18 millesimi) e il britannico Lewis Hamilton (terzo a 0″197) sono lì e fin dalla partenza cercheranno di sfruttare ogni incertezza di chi sarà in p.1. La monoposto di Brackley è sempre estremamente performante e sarà interessante verificare in che modo si comporteranno le gomme. Red Bull e Frecce d’Argento paiono sullo stesso livello e quindi dire come finirà è davvero complicato ma senz’altro l’esito finale non è scontato.
E’ senza dubbio più facile dire che la Ferrari esce con le ossa rotte da queste qualifiche. Si temeva che a Budapest, circuito tutto curve, la SF90 avrebbe sofferto. Il terzo settore, come è capitato spesso su altre piste, è stato sinonimo di grande sofferenza per il tedesco Sebastian Vettel e il monegasco Charles Leclerc, rispettivamente quinto (a 0″499) e quarto (a 0″471). Una macchina che fatica come sempre nelle zone di maggior carico e in percorrenza “si rema controvento” (sei/sette decimi persi nel t-2 e nel t-3). Il downforce resta la criticità di questa monoposto e non può bastare lavorare di fino sull’assetto per cambiare la natura delle cose.
I CRONOLOGICI DEI TRE SETTORI DELLA PISTA
A questo va aggiunto anche l’errore di Leclerc che, dopo quanto accaduto in Germania, qualche perplessità la suscita in termini di consistenza. Fortunato, stavolta, il pilota del Principato, bravo poi a resettare a imporsi nella sfida interna di 28 millesimi su Vettel, un po’ appannato. Una magra consolazione per lui, vista la corsa di sofferenza che dovrà affrontare.
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