Ciclismo
Fabio Aru, un attacco che profuma di resurrezione. L’Italia riabbraccia il suo Cavaliere
Lo aspettavamo da più di due anni, attendevamo questo momento fiduciosi e speranzosi, speravamo in una pronta rinascita di un fuoriclasse il cui talento non poteva essersi disperso da un momento all’altro. Oggi siamo stati ripagati, Fabio Aru è tornato, il Cavaliere dei Quattro Mori ha attaccato, ha sparato una rasoiata dei giorni migliori, ha illuminato la Vuelta di Spagna con un colpo di pedale che non si vedeva dal luglio 2017 quando vinse una tappa al Tour de France e indossò la maglia gialla in faccia a Chris Froome. Mancavano una trentina di chilometri al termine della seconda tappa, il sardo era reduce dalla brutta caduta nella cronometro a squadre di ieri (era scivolato su una pozzanghera generata da un impianto di irrigazione malfunzionante, a dimostrazione dell’eterna sfortuna che perseguita il 29enne) ma le escoriazioni non lo hanno spaventato e ha deciso di attaccare sulla discesa dell’Alto de Puig Llorenca, una salita di 3 km davvero molto dura con una pendenza media del 10% che infatti ha fatto esplodere il gruppo.
Il capitano della UAE Emirates è stato estremamente attento, non si è fatto cogliere di sorpresa ed è rientrato con personalità su un drappello composto da quattro big come Nairo Quintana (poi vincitore), Nicolas Roche (poi maglia rossa), Primoz Roglic e Rigoberto Uran oltre che da Mikel Nieve: oggi Fabio Aru ha fatto capire che è in ottime condizioni di forma e che può fare la differenza, ha ritrovato il colpo di pedale di due anni fa, è tornato a volare, è risorto dalle sue stesse ceneri come un’Araba Fenice e finalmente può festeggiare. L’Italia ha riabbracciato il suo Cavaliere, l’uomo da Grandi Giri che ha già vinto una Vuelta e che è salito sul podio della Corsa Rosa, che è riuscito a distinguersi alla Grande Boucle ma che per svariati motivi si era un po’ smarrito tra infortuni e problemi di salute.
Fabio Aru c’è, è tornato più forte di prima, la gamba è ottima visto che ha tenuto su un’ascesa complessa, ha guadagnato una trentina di secondi su Miguel Angel Lopez e soprattutto ha smaltito rapidamente la delusione per la prova contro il tempo di ieri: convinzione, determinazione, consapevolezza dei propri mezzi, una condizione atletica eccellente, una sicurezza e una brillantezza che fanno ben sperare. Il Cavaliere ha colpito di fioretto e ora vuole sguainare la spada per un affondo importante, ormai non è più tempo di difendersi ma è arrivato il momento di risplendere e di fare brillare la corazza dei templari. L’obiettivo è quello di lottare per la top-5 a questa Vuelta ma l’appetito vien mangiando, ora lo aspettiamo sulle salite vere sperando di festeggiare definitivamente la rinascita di un grande Campione tornato in auge superando mille difficoltà.
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Foto: Valerio Origo