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MotoGP: la rivincita di Andrea Dovizioso a Spielberg. Un successo da campione

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Avete presente il GP degli Stati Uniti di MotoGP a Laguna Seca nel 2008 oppure il GP di Catalogna a Barcellona nel 2009? E’ lecito pensare che si abbia cognizione di cosa si stia parlando. In quelle due gare Valentino Rossi sfoderò tutto il suo talento e, forse, anche qualcosa di più per prevalere contro l’australiano Casey Stoner e lo spagnolo Jorge Lorenzo. Duelli rusticani da emozione paura.

Ebbene, ieri, a Spielberg (Austria), si è tornati indietro nel tempo ma il protagonista non era il “Dottore” ma un personaggio diversissimo per storia e carattere dal 46, che nelle ultime stagioni sta entrando sempre di più nel cuore dei tifosi italiani. Si parla di Andrea Dovizioso. La vittoria austriaca, undicesimo round del campionato della classe regina, è speciale perché in essa ci sono tutti gli ingredienti di una torta gustosa: coraggio, creatività, incoscienza e razionalità. Forse la corsa perfetta del “Dovi” perché per battere il “Cannibale” Marc Marquez serviva.

Il centauro della Ducati ha condensato un po’ le due gare citate precedentemente per l’atteggiamento aggressivo, sempre all’attacco del suo rivale, con la magia del sorpasso all’ultimo giro e all’ultima curva. Il capolavoro del forlivese è stato proprio in quel momento, quanto tutti avrebbero scommesso che non avrebbe portato a termine la manovra. Invece no, la GP19 è rimasta in pista e lui ha ottenuto il secondo successo stagionale, il 14° nella massima cilindrata e il 23° in carriera. Numeri importanti in un weekend decisamente particolare.

Sì perché le voci di un ritorno di Jorge Lorenzo, pupillo di Gigi Dall’Igna, avevano lasciato intendere che Ducati qualche dubbio sulla leadership del forlivese cominciava averlo. Per carità, sensazione personale perché poi la smentita secca è arrivata. Tuttavia, in un contesto non semplice, la risposta da campione del centauro italiano c’è stata perché solo così la si può definire. Un successo che, quindi, ha il sapore della rivincita per le tante dicerie del fine settimana.

Parlare ora di campionato riaperto non ci sta perché 58 punti di distacco, nei confronti di un pilota che quando va male arriva secondo di un’incollatura, sono tanti. Il bersaglio grosso centrato però vale molto per il morale e la continuazione di quest’annata, forse, potrebbe riservare altri colpi di scena.

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