Pallanuoto

Pallanuoto, Sandro Campagna: “Abbiamo costruito un grattacielo a Gwangju. In Italia si deve fare più gioco di squadra”

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Un fulmine a ciel sereno: è un po’ questa la rappresentazione della vittoria mondiale del Settebello di Sandro Campagna a Gwangju (Corea del Sud). Non c’erano i favori del pronostico e le prestazioni nel girone di qualificazione avevano fatto tanto dubitare. Le vittorie però contro Ungheria e Spagna hanno poi permesso alla compagine italica di entrare nella storia, sbaragliando la concorrenza e tornando sul tetto del mondo dopo 8 anni, da quell’oro a Shanghai sempre con Campagna in panchina. Un successo frutto del grande gioco di squadra, di una clamorosa fase difensiva, in cui le prestazioni di Marco Del Lungo (custode della porta del Bel Paese) sono state di livello eccelso.

Qualche settimana è passata da quel 27 luglio e Campagna, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha ripercorso i passi del trionfo: “Mi rendo conto ogni giorno di più che abbiamo costruito un…grattacielo. Una rivelazione la faccio: a chiusura del girone preliminare avevo programmato di cenare con la squadra in un ristorante, consuetudine nel mezzo di una grande competizione, ma la brutta prova con la Germania mi ha aveva fatto incavolare e non mi sono presentato. All’indomani ho cancellato la mezza giornata di riposo e in quell’allenamento mattutino, in un luogo sperduto e molto distante da Gwangju, ho lasciato il comando al mio vice Pomilio, senza dare indicazioni. I ragazzi hanno capito quanto ero arrabbiato. E non finirò mai di ringraziare il mio staff“.

Un Campagna che, come si suol dire, ha saputo toccare le corde giuste per motivare i suoi uomini anche andando a regolarizzare alcune abitudini, come l’uso dello smartphone e dei social, per evitare inutili distrazioni. Il CT ha fatto, poi, anche una valutazione sociale sul nostro Paese, visto il suo impegno politico per il Comune di Siracusa: “In Italia c’è egoismo ovunque. C’è bisogno di fare squadra, proprio come noi. Altrimenti non si va da nessuna parte“, le considerazioni del tecnico campione del mondo.

 

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Foto: Maria Angela Cinardo / LPS

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