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Riforma dello sport, Rocco Sabelli: “L’Italia vince tante medaglie, ma è indietro nella pratica sportiva. Bisogna ripartire dalle scuole”

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La riforma dello sport italiano promossa dal Governo ha messo al centro del sistema la società Sport e Salute, che da un mese e mezzo è diretta, in qualità di presidente e amministratore delegato, da Rocco Sabelli, che ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport trattando diversi temi legati ai cambiamenti che saranno messi in atto nei prossimi mesi.

Sabelli parte da un dato per spiegare un punto cruciale della riforma: L’Italia è un Paese che vince medaglie, e ne vince tante, visto che è stabilmente fra i primi dieci al mondo, ma nella pratica sportiva siamo ventiquattresimi su 28 nazioni censite in Europa. Siamo indietro, possiamo crescere. L’obiettivo di Sport e Salute sarà soprattutto rivolto allo sport di base, come vuole lo spirito della riforma voluta dal Governo. Ma tutto questo vuole produrre un meccanismo virtuoso di cui beneficeranno tutti. Un’operazione win win. Nel nuovo sistema ci saranno più soldi, più soggetti protagonisti, più cose da fare”.

Per fare ciò si ripartirà quindi dalla base, con il focus che verrà spostato sullo sport nelle scuole: “Dico che è legittimo interrogarsi su un possibile ribilanciamento a favore di sport nella scuola, sociale, inclusione, benessere. Ma c’è un altro aspetto: al miliardo che è nella disponibilità dello sport italiano, dal finanziamento dello Stato ai soldi che la Lega versa alla Federcalcio e di lì a seguire. Sa quanto consuma la “macchina” di questo miliardo? Il 40 per cento. In qualsiasi organizzazione che si rispetti, un dato del genere significa un problema di efficienza. Bisogna riqualificare la spesa, ora tutto o gran parte è spesa corrente, mancano gli investimenti. Lo sport non è un’azienda: deve dare emozioni, generare passione, cose belle…. Però va data più efficienza a tutta la macchina e le logiche aziendali ci possono aiutare”.

Dopo tante polemiche, sembra orami raggiunto definitivamente l’accordo con Malagò per definire i rapporti tra Coni e Sport e Salute: Lo firmerò domani. Capisco il disagio psicologico legato al cambiamento. Non parlerei di trattativa faticosa. Quando ho usato la parola “facile” non volevo banalizzare. Notavo che il quadro era già stato ampiamente definito dalla legge: 40 milioni al Coni, 88 a Sport e Salute, 280 agli Organismi Sportivi ed alle Federazioni. Ora l’accordo è blindato, non manca nulla”.

Ci saranno poi anche degli interventi importanti a sostengo degli enti locali per migliorare le strutture sportive, con il progetto Sport e Periferie: “Dei primi 100 milioni stanziati della prima tranche, ne sono stati spesi finora soltanto 5-6. Per questo aiuteremo l’ente locale anche nella fase dell’appalto e funzioneremo da stazione appaltante. E per la selezione ci avvarremo di un censimento di 56mila impianti, una forma di geomarketing: che ci dice in quel luogo quale può essere il livello di utilizzo di quella struttura. Ora abbiamo due tranche da 80 e 100 milioni, si tratta di 600-700 interventi da 300- 400mila euro. Vogliamo coinvolgere le federazioni, tutti gli organismi sportivi, perché finora i proponenti sono stati solo le amministrazioni locali”.

Infine Sabelli sottolinea anche l’uguaglianza di tutti gli sport, visto che lui stesso si dedicherà maggiormente anche alle discipline minori: “Per me ritrovare con ruoli diversi un Giuseppe Abbagnale, un MicheleMaffei, una Novella Calligaris, rappresenta un’emozione. Ho visto Sanzo, il fiorettista, e mi è venuto in mente quel suo togliersi la maschera di scatto in un attimo nel momento della vittoria. Lo sport è un diluvio di cose belle. Da settembre vedrò meno calcio e sposterò tempo sulle discipline minori, vorrei andarle a vedere una per una”.

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alessandro.farina@oasport.it

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Foto: LaPresse

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