Tuffi
Tuffi, Europei 2019: Chiara Pellacani e Lorenzo Marsaglia lanciano il nuovo corso azzurro. Da ritrovare Tocci e Bertocchi. Ma la concorrenza mondiale è di altissimo livello
Tempo di vacanze anche per i tuffi azzurri. E di bilanci. Dopo una stagione lunghissima e piena di luci e ombre, ma in ogni caso con il nuovo corso definitivamente partito. A un anno dai Giochi di Tokyo 2020. Come si è già detto tante volte, in questo momento è quella continentale la dimensione ideale per la Nazionale guidata da Oscar Bertone e non a caso proprio agli Europei di Kiev sono arrivate quelle medaglie impossibili da ‘pretendere’ ai recenti Campionati Mondiali di Gwnangju. Impossibile non perché non ci si possa arrivare, anche a breve, ma perché la Nazionale è in completa fase di ricambio generazionale, ha inserito nomi nuovi, anche naturalizzati (Sara Jodoin, Larsen, per esempio, ma pure Giovannini) e soprattutto, per motivi diversi, non ha potuto contare sul miglior stato di forma dei due medagliati (in piscina) alla rassegna iridata di Budapest 2017, ovvero Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi, entrambi da un metro. In ogni caso, la Nazionale di Kiev merita un voto assolutamente positivo, non solo per l’oro (Batki-Pellacani da dieci metri synchro, storico) e il bronzo (Lorenzo Marsaglia da 1 metro, prima medaglia continentale per lui) conquistati, ma per altre prove positive offerte e non aiutate da quel pizzico di buona sorte indispensabile in determinate manifestazioni. Pensiamo soprattutto ai dieci metri synchro misto, ai tre metri synchro con Tocci-Marsaglia e anche alla finale del metro in cui Chiara Pellacani è stata assoluta protagonista, seppur quinta.
PRESENTE E FUTURO
Lo Sport Center Liko di Kiev, teatro degli ultimi Europei privi comunque di alcuni grandi campioni (su tutti i britannici Jack Laugher e Thomas Daley, ma anche il russo Zacharov, per altro assente anche i Mondiali dopo l’operazione al ginocchio di gennaio) ha chiuso i battenti con una manifestazione ‘strana’, in quanto fissata in calendario dopo la rassegna iridata. Stanchezza, un minimo di appagamento dovuto magari ai pass per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 già conquistati o alle medaglie iridate vinte in Corea del Sud, hanno inevitabilmente condizionato il torneo continentale, non privo in ogni caso di spunti interessanti pure in chiave Italia. Su tutti, la concretezza di Noemi Batki, atleta che difficilmente fallisce gli appuntamenti importanti e che rimane l’unica italiana con in tasca il biglietto per Tokyo 2020; la definitiva consacrazione, quanto meno a livello europeo, di Lorenzo Marsaglia, già brillante in stagione in alcune tappe Grand Prix e autore di ottime prestazioni sia dal metro (‘premiato’ con il bronzo) sia dai tre (fatali gli ultimi due tuffi, altrimenti sarebbe arrivato un piazzamento prestigioso); le certezze di Chiara Pellacani, atleta talentuosa dal potenziale ancora inesplorato e soprattutto dalla freddezza notevole. A nemmeno 17 anni (li compirà il 12 settembre) si ritrova già con due medaglie d’oro europee in tasca, in due specialità diverse (entrambe olimpiche, tra l’altro) e in due manifestazioni differenti (3 metri synchro, Edimburgo 2018, con Elena Bertocchi; 10 metri synchro, Kiev 2019, con Noemi Batki). In più, ha centrato le finali individuali sia dal metro che dai tre, chiudendo in un caso quinta e nell’altro sesta. A nostro parere le mancano ancora un po’ di eleganza e una super entrata per il definitivo salto di qualità, per il resto c’è tutto per competere ad alto livello. Sia europeo che mondiale. Mostra potenziale enorme sia dalla piattaforma che dal trampolino, anche se probabilmente il futuro (magari lontano) sembra apparecchiato per il trampolino, sia da un metro che da tre.
Resta il mistero sul cosentino Tocci, che ha compiuto passi indietro enormi rispetto al recente passato e conferma un problema serio sui tuffi rovesciati. La milanese Bertocchi è stata invece troppo condizionata dai dolori ‘lancinanti’ alla schiena (nascosti da ‘dura’ qual è), per pensare di essere competitiva fino in fondo (lo era stata in realtà, e anche notevolmente, fino a marzo).
Infine: in ottica Tokyo 2020 l’unica chance da medaglia sembra passare dal synchro tre metri donne. O con Bertocchi-Pellacani, o, più probabilmente, con le eterne Cagnotto-Dallapè. “A Novembre saremo di nuovo al top“, ha sentenziato recentemente Francesca. Lo storico ‘duo’ azzurro dovrà però battere la concorrenza interna, prima (impresa mica facile), e poi, eventualmente, quella straniera in Coppa del Mondo ad aprile, per poter cullare altri sogni di gloria a Cinque Cerchi. E noi con le azzurre, di qualsiasi nomi si tratti.
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Foto: LaPresse