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Tuffi, Europei 2019: la giovane, l’esperta, il “magnifico”. Pellacani, Batki, Marsaglia, ecco la vera Italia!

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La giovane, l’esperta, il “magnifico”. Prendiamo in prestito un titolo dal grande Sergio Leone, parafrasandolo e sperando non si offenda, lassù. Due ‘tuffi’ nella delusione, ieri. Due tuffi nella gloria e nella storia, oggi. D’incanto, l’Italia si è risvegliata agli Europei di Kiev 2019, dopo un paio di occasioni perse. Ci può stare. I trionfi odierni vanno a certificare, come abbondantemente previsto e scritto anche su questi lidi, che la vera dimensione del nuovo gruppo azzurro è quella europea, almeno per ora, dato il ringiovanimento in atto. I podi d’oro e di bronzo, di Batki-Pellacani e Lorenzo Marsaglia “il magnifico”, hanno un valore inestimabile. In un caso, quello del trionfo nel synchro da dieci metri, perché inedito, anche a livello maschile e naturalmente allargando l’orizzonte a Mondiali e Olimpiadi. Nel secondo in quanto lanciano il 22enne romano nell’élite assoluta, dopo una buona stagione a livello di Grand Prix.

TRIONFI E STORIE

Noemi e Chiara, che brave! Intanto, a difendersi bene dopo gli ‘obbligatori’ e ad andare oltre quota 65 punti in ogni libero effettuato. Poi a non tremare, anzi, a sfruttare l’occasione dal quarto tuffo in avanti, cioè dopo l’errore di Timoshinina sul triplo e mezzo avanti carpiato, che è costato tanto alla Russia in termini di risultato finale. In quei frangenti, chissà quante cose passano per la testa, quanti pensieri, quanta pressione: “Ma allora possiamo anche vincere”. “E se sbagliamo gli ultimi due tuffi?”. “Non possiamo sprecare questa occasione”. “Mi tremano le gambe!”. Cose così, immaginiamo. Quindici anni di differenza tra le due, una generazione o forse più,  ma entrambe unite, oltre che da occhi magnetici, dalla stessa grande passione per i tuffi e lo sport in generale.  Noemi Batki, italoungherese, solare, 32 anni che compirà il 12 ottobre, da due anni si è trasferita a Roma dove si allena con il tecnico federale Domenico Rinaldi, dopo una vita trascorsa ad allenarsi con la mamma Ibolya Nagy con la quale ha condiviso moltissimi successi e medaglie, anche il titolo europeo dalla piattaforma a Torino 2011. Ad agosto dello scorso anno l’argento agli europei a Edimburgo 2018 – nove medaglie continentali nel palmares e da poco laureatasi in Scienze della comunicazione a Trieste – l’hanno rilanciata in questa seconda giovinezza, fino all’ottavo posto dalla piattaforma ai mondiali di Gwangju che le ha aperto le porte delle olimpiadi di Tokyo 2020.

Chiara Pellacani, romana, 17 anni il prossimo 12 settembre, è tesserata con la MR Sport F.lli Marconi e si allena fin dall’inizio con il citato Rinaldi. Ha vinto la medaglia d’oro agli europei giovanili di Bergen 2017 dai tre metri nella categoria ragazze ed è campionessa europea in carica nei tre sincro in coppia con Elena Bertocchi. Il successo dello scorso anno in Scozia l’ha lanciata nel panorama internazionale dei grandi e dopo il Mondiale di Budapest 2017, al quale ha partecipato senza troppe pressioni e responsabilità, quello a Gwangju è stato il vero esordio iridato. Chiara è indubbiamente il talento vero cui si aggrappa la squadra italiana per Tokyo 2020, ma soprattutto Parigi 2024 e Los Angeles 2028. Stupiscono la sua freddezza in gara, i margini enormi di miglioramento visto che a nemmeno 17 anni si ritrova con due ori europei al collo (nemmeno Tania Cagnotto arrivò a tanto), ma soprattutto il suo essere in grado di passare senza problemi dal trampolino alla piattaforma (come la citata bolzanina, ma solo fino al 2008, cioè a 23 anni). Pellacani si specializzerà? Per ora, rimane un pensiero in testa: speriamo di no.

Attenzione: l’Europeo vanta tante assenze di rilievo e non è il Mondiale, una considerazione che però non toglie nulla al valore delle prestazioni odierne fornite dagli azzurri, pur con il dispiacere di vedere un Giovanni Tocci ben lontano dai suoi standard. Tornerà.

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