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US Open 2019: il solito Fognini “americano”. Jannik Sinner, buon debutto in società

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Quattro sconfitte, una vittoria: questo il bilancio della notte italiana agli US Open, che vede anche sparire l’esiguo contingente femminile (alias Camila Giorgi) dal tabellone.

L’eliminazione che fa più rumore, ma che non giunge inaspettata, è quella di Fabio Fognini. Il numero 1 d’Italia non si è presentato nella miglior forma possibile a Flushing Meadows, è riuscito ad allungare il match con il gigante Reilly Opelka al quarto set con grande orgoglio, ma non ce l’ha fatta ad arginare le bordate del ventunenne del Michigan. Certamente si porrà ora un dilemma per il ligure: fermarsi fino a fine stagione e curare il piede oppure continuare a cercare le ATP Finals? Probabilmente lo scopriremo nel giro di poche settimane, con l’avvicinarsi della tournée asiatica. Se il taggiasco ha tentato la rimonta, non ci ha quasi provato Camila Giorgi, che con Fognini condivide lo status di numero 1 d’Italia (sebbene con ranking WTA ben diverso rispetto a quello ATP del ligure). La marchigiana è risultata incapace di districarsi in mezzo alle trame di gioco della greca Maria Sakkari, e più della partita sta diventando famosa la frettolosa stretta di mano, una caratteristica già nota, ma qui portata all’estremo, quasi a voler dire “ho perso male, non voglio restare qui, grazie, ciao”.

Dall’Alto Adige arrivano due uscite di scena dal sapore diverso. Una, quella di Andreas Seppi, arriva contro un Grigor Dimitrov in crisi, e il bulgaro aveva forse più fame e soprattutto bisogno della vittoria rispetto al nostro giocatore. L’altra, quella di Jannik Sinner, è invece, se non una boccata d’aria fresca, un chiaro segnale di come il promettente diciottenne non abbia alcun problema nel trovarsi di fronte uno come Stan Wawrinka, tre volte vincitore Slam e per un periodo anche nelle vicinanze dei primi due posti del ranking mondiale. Una notte come quella del Louis Armstrong Stadium gli servirà a livello di esperienza e soprattutto di memoria positiva: ha dimostrato di poter giocare, se non ancora ad armi pari, quantomeno con un’attitudine mentale che gli ha consentito di non fare mai un passo indietro di fronte a Wawrinka, una base che gli è valsa il terzo set.

L’unica vittoria arriva da Paolo Lorenzi, che però ha rischiato tantissimo ed è riuscito a cavarsela soltanto con l’esperienza di fronte a un sedicenne, Zachary Svajda, che si è dimostrato più che degno della wild card concessagli, regalando momenti di ottimo tennis che hanno stupito i presenti sul Court 5. Il senese è riuscito a venire a capo del suo avversario dopo oltre quattro ore, dopo aver già speso tre ore e mezza in campo nell’ultimo turno di qualificazioni con il ceco Jiri Vesely, perso prima di rientrare dalla porta dei lucky loser. Non partirà di certo favorito con il serbo Miomir Kecmanovic.

Se Novak Djokovic ha esordito senza particolari problemi contro lo spagnolo Roberto Carballes Baena, che di grattacapi non gliene poteva dare, non altrettanto scintillante è stato il debutto di Roger Federer. Lo svizzero, di fronte all’indiano Sumit Nagal, ha impiegato un intero set per regolare un braccio inizialmente molto falloso: senza dubbio il fatto di aver giocato soltanto due match tra Wimbledon e New York ha un suo peso nella ruggine dello svizzero. Nella giornata in cui si è messo in evidenza Sinner, anche un altro giovane, il francese Corentin Moutet, classe ’99, ha messo in difficoltà il belga David Goffin, costringendolo a vincere in quattro set.

Tra le donne, difficile dire come stia davvero Serena Williams, dal momento che, se già di suo Maria Sharapova per lei è una vittoria quasi automatica, nelle condizioni attuali della russa non era possibile prevedere un esito troppo diverso dal 6-1 6-1 che si è verificato. Conta di più, però, che le due teste di serie più importanti della parte bassa di tabellone bene non abbiano giocato: l’australiana Ashleigh Barty, numero 2, ci ha messo un set e svariati errori per riemergere e disinnescare il pericolo kazako chiamato Zarina Diyas, mentre Karolina Pliskova è andata decisamente a corrente alternata nel derby ceco con Tereza Martincova. Bisognerà tenere alta l’attenzione, perché se lo stato di forma di entrambe resta questo potremmo trovarci di fronte a più di una sorpresa.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Gabriele Menis / LivePhotoSport.it

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