Ciclismo

Vuelta a España 2019: i possibili scenari tattici della tappa di oggi (25 agosto). Frazione per velocisti resistenti, ma occhio a fughe e colpi di mano

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La seconda tappa della Vuelta a España 2019 non è per nulla banale, anzi. Nei 199,6 km che collegano Benindorm a Calpe, infatti, di pianura ce n’è proprio poca. Pronti via e si inizia con un GPM di 2a categoria, il Puerto de Confrides, dalle pendenze dolci, ma lungo ben 20 km. Subito dopo, invece, toccherà a un 3a categoria di circa 6,4 km al 4%, vale a dire l’Alto de Benilloba. Da là il percorso proseguirà tra ascese non troppo impegnative e discese fino ai -30 km al traguardo, quando i corridori troveranno l’Alto de Puig Lorença, 3 km al 9,5%. Sarà l’ultimo gran premio della montagna di giornata, ma non l’ultima salita, dato che poco dopo lo scollinamento la strada tornerà ad impennarsi fino ai meno 20, quando inizierà la discesa che porterà agli ultimi km, gli unici in piano.

In un altro momento della Vuelta questa sarebbe stata sicuramente una tappa adatta alle fughe da lontano. Piazzata così presto, però, con le squadre per forza di cose molto fresche, verosimilmente sarà terreno di caccia per quei velocisti capaci di difendersi in salita. Il favorito, allora, non può che essere Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), il quale oltre a godere di una grandissima condizione (ha appena vinto tre tappe al Binckbanck Tour), è solito destreggiarsi più che bene su tracciati non banali. All’ultimo Giro di Turchia, ad esempio, ha vinto la frazione di Eceabat in cui l’arrivo era addirittura posto su una salita di circa 3 km.

Subito dietro, nei pronostici, troviamo un Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) in grandissimo spolvero al Tour de Pologne. Nella gara vinta da Pavel Sivakov, infatti, lo sloveno ha ottenuto due successi, di cui il secondo Bielsko-Biała, su uno strappo, al termine di una frazione senza un attimo di pianura.

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Altri due nomi particolarmente interessanti in caso di arrivo a ranghi compatti sono gli alfieri della Caja Rural Alex Aranburu e Jon Aberasturi. Al di là che sono entrambi in formissima (hanno vinto una tappa a testa alla Vuelta a Burgos), tutti e due, quando la strada sale, se la cavano più che bene. Neanche un mese fa hanno fatto doppietta (1° Aberasturi e 2° Aranburu) in una gara con arrivo in salita come il Circuito de Getxo, mentre a Burgos Aranburu ha fatto piazza pulita sullo strappo di Ciudad Romana de Clunia.

Difficile, invece, vedere Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) competitivo dopo la brutta caduta nella cronosquadre. Possibile che si prenda un giorno sabbatico in vista di frazioni più adatte a lui. In caso la UAE potrebbe comunque contare su un corridore molto adatto a questa tappa come Sebastian Molano, ma la condizione del colombiano è un po’ un incognita. Infatti, dopo essere tornato dalla squalifica non ha ottenuto alcuna top-10.

Il percorso, inoltre, sembra decisamente troppo duro per Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step), anche se viste le chance di andare in maglia il neerlandese potrebbe stringere i denti oltre l’immaginabile, mentre, per quanto visto quest’anno, è giusto tenere in considerazione John Degenkolb (Trek-Segafredo), Marc Sarreau (Groupama-FDJ) ed Edvald Boasson Hagen (Dimension Data). Il primo al Tour de Provence vinse una frazione in cui arrivarono davanti in 45. Il secondo ha conquistato diverse gare movimentate negli ultimi due anni (ad esempio La Route Tourangelle 2018 o La Route Adélie de Vitré 2019). Il terzo, invece, è andato molto bene nelle frazioni mosse del recente Tour de France.

Tra i nomi meno considerati per lo sprint troviamo Edward Theuns (Trek-Segafredo), buona alternativa a Degenkolb, Clement Venturini (Ag2r la Mondiale), corridore veloce che va molto forte anche su salite brevi, Cyril Barthe (Euskadi Basque-Murias), un habitué delle top-10 di tappe simili nelle corse di secondo piano e, soprattutto, Tosh Van der Sande (Lotto-Soudal), uscito in grande spolvero dal Tour de Wallonie.

Molti, però, sono i corridori che potrebbero beffare i velocisti con un’azione da finisseur. Sicuramente, in quest’ottica, spicca il duo Deceuninck Philippe Gilbert e Zdenek Stybar, due veterani di rango elevatissimo che alla Vuelta hanno già vinto. Anche la squadra del leader, l’Astana, ha frecce interessanti per questa frazione, come Luis Leon Sanchez e Omar Fraile.

Tra i nomi meno conosciuti, invece, ne citiamo un paio che in carriera hanno già vinto con la stoccata nei chilometri conclusivi. Il primo è Neilson Powless (Jumbo-Visma), che al Giro d’Italia U23 2017 fece tappa e maglia nella frazione inaugurale mettendo nel sacco gli sprinter. Il secondo, invece, è Casper Pedersen (Team Sunweb), il quale, quando ancora era U23, sempre nel 2017, vinse la prima tappa del Giro di Danimarca con un attacco solitario a 8 km dal traguardo.
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Foto: Valerio Origo

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