Ciclismo
Vuelta a España 2019: i possibili scenari tattici della tappa di oggi (27 agosto). Tocca ancora ai velocisti a El Puig, Sam Bennett grande favorito
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Anche oggi, come ieri, saranno le ruote veloci a disputarsi il successo di tappa nella 74esima edizione della Vuelta a España. La quarta frazione in programma, 175,5 km da Cullera a El Puig, è la più facile della prima settimana. Nel tracciato, infatti, è presente un solo GPM di terza categoria, il Puerto del Orenet, il cui scollinamento è previsto a circa 40 km dall’arrivo. Da quel momento in poi ci sarà solo discesa e pianura.
Il grande favorito, ovviamente, non può che essere Sam Bennett (Bora-Hansgroe), il quale ieri ha trionfato con una volata maestosa. L’irlandese è sicuramente uno degli sprinter più in forma del momento, basti pensare che nelle ultime due settimane ha ottenuto 4 delle sue 12 vittorie stagionali. Inoltre, come si è visto in occasione del suo primo successo qua in Spagna, riesce a cavarsela nel caos delle volate anche senza grossi aiuti da parte dei compagni, qualità fondamentale vista la grande confusione che si viene sovente a creare nelle fasi di preparazione dello sprint, quando tutti vorrebbero stare davanti.
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E, qualità, soprattutto, che non ha il ben più giovane Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step). Il campione neerlandese è probabilmente il rivale più temibile per Bennett, essendo, con Gaviria, l’unico velocista al via con punte di velocità paragonabili a quelle dell’Alfiere della Bora. Tuttavia, come si è visto nella frazione di ieri, quando si è trovato chiuso a causa anche di una sbandata di Marc Sarreau, ancora gli manca quella malizia necessaria per riuscire a cavarsela anche quando il treno si disunisce. Non per nulla, al momento, nei confronti diretti siamo 11 a 1 per Bennett. Ci vorrà un Richeze migliore di quello visto ad Alicante per permettere a Jakobsen di sprintare da una posizione ottimale.
Se Bennett, però, dovesse avere qualche problema, allora entrerebbero in gioco tutta una serie di sprinter che a parità di condizioni, come si è visto ieri, non riescono a contenerlo. Molto quotato è sicuramente Luka Mezgec (Mitchelton-Scott), il quale, col terzo posto in rimonta di Alicante, conferma l’ottimo periodo di forma (di recente ha vinto due tappe al Giro di Polonia). Come lo sloveno, anche Jon Aberasturi (Caja Rural), con cui si è giocato il gradino più basso del podio ieri, è tirato a lucido in questo momento. Il basco, nell’ultimo mese, infatti, ha prima vinto il Circuito de Getxo e poi una tappa alla Vuelta a Burgos. Da non sottovalutare nemmeno il reddivivo Phil Bauhaus (Bahrein-Merida) che col 5° posto di Alicante ha dato continuità ai bei piazzamenti ottenuti al BinckBanck Tour.
Un po’ incognita, invece, Edward Theuns (Trek-Segafredo), ieri secondo. Difatti bisogna capire se è proprio lui lo sprinter designato dal team italoamericano, oppure se con il compagno John Degenkolb si divideranno i gradi di capitano. Ad Alicante è stato il tedesco a tirare la volata al belga, peraltro in modo ottimale, ma non sappiamo con certezza se domani sarà lo stesso, oppure se le gerarchie verranno invertite.
Infine non si può non citare Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). L’asso colombiano paga chiaramente la caduta nella cronosquadre e ha una gamba quasi interamente fasciata. Ieri è stato l’unico che ha patito realmente le salite, oggi sarà più semplice, ma probabilmente le squadre degli altri velocisti imporranno un passo non banale sul Puerto del Orenet per provare a staccarlo di nuovo. Male che vada accumula tossine nelle gambe e non è il massimo per un corridore che non gode certo della condizione dei giorni migliori. Oltretutto, anche in caso riuscisse a rimanere coi migliori non è detto che, visti i problemi fisici, riesca a sprintare come sa.
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Foto: Valerio Origo