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Ciclismo

Vuelta a España 2019, scompiglio totale sul primo arrivo in salita. Il borsino dei favoriti: Lopez scatenato, Roglic tiene, Aru in crisi

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Il primo arrivo in salita della 74esima edizione della Vuelta a España 2019, benché affrontato in modo blando, tanto che una fuga di appena tre corridori è arrivata al traguardo, non ha fatto prigionieri. Le sentenze emesse sono state tantissime e le quotazioni di molti dei favoriti sono cambiate di netto. Andiamo a vedere, dunque, con il nostro borsino, chi sale e chi scende dopo la frazione odierna.

Chi sale

Miguel Angel Lopez (Astana): Il colombiano si rifà dopo la debacle di domenica scorsa e dimostra di essere il più forte, al momento, in salita, seppur non con ampio margine su Roglic e Valverde. Lopez, inoltre, si riprende anche la roja e ora guida la classifica generale con 14″ sullo sloveno della Jumbo Visma. Un margine che, ad ogni modo, non può fargli dormire sonni tranquilli. Nella crono di Pau Roglic può dargli un distacco pesante (A San Marino, al Giro, prese addirittura 3’45” dal vincitore dell’ultima Tirreno-Adriatico), per cui sarà importante per lui trovare il modo di guadagnare ancora.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma): Perde appena 12″ da Lopez e, considerato che arrivava da due mesi senza gare prima della Vuelta e ha già messo una pezza sui danni della sfortunata cronosquadre, può essere considerato uno dei vincitori di giornata. Guadagna, oltretutto, 40″ su Quintana e oltre 1′ su Uran che lo precedevano in classifica generale prima di oggi. Inoltre scopre di avere in squadra un Kuss decisamente superiore rispetto a quello visto al Giro d’Italia e rafforza ulteriormente la sua leadership vista la prestazione non eccelsa del rivale interno Bennett. Ora anche il neozelandese, infatti, sarà costretto a lavorare per lui.

Alejandro Valverde (Movistar) Il campione del mondo non può che ritenersi soddisfatto di come è andata la frazione odierna. Solo Lopez riesce a guadagnargli qualche secondo e, tolto Roglic, tutti gli altri da lui hanno perso. Soprattutto ha perso Nairo Quintana e questo consente a Valverde di poter fare la sua gara nelle prossime frazioni senza doversi mettere a disposizione del compagno con il quale, al massimo, dividerà i gradi di capitano.

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Tadej Pogacar (UAE Team Emirates): Non ha ancora compiuto 21 anni il giovane sloveno, ma dimostra di essere inferiore già oggi solo a pochissimi corridori in salita. Resta a lungo con Valverde e Roglic, prima di staccarsi e lasciare sul piatto una ventina di secondi dal connazionale e dal campione del mondo. Con la crisi di Aru si prende la leadership in casa UAE e nelle prossime tappe proverà a migliorare la sua attuale nona posizione in classifica generale. Non dimentichiamoci, peraltro, che a crono lui se la cava meglio di tanti altri rivali e, pur essendo al primo grande giro della carriera, ha già dimostrato, in passato, di essere un corridore capace di gestirsi e recuperare bene giorno dopo giorno (non dimentichiamoci, ad esempio, che l’anno scorso vinse una gara di 10 giorni come il Tour de l’Avenir).

Esteban Chaves (Mitchelton-Scott):Troppo presto per parlare di rinascita, ma oggi Esteban Chaves ha convinto. Il portacolori della Mitchelton era dato in grande forma all’inizio della Vuelta, tanto che in molti avevano detto di non sottovalutarlo. Sull’Observatorio Astronomico de Javalambre conferma che le voci non era infondate e giunge 10° ad un minuto da Lopez, ma ad appena 5″ da Quintana. La strada resta tutta in salita e non è la prima volta che ci illudiamo inutilmente di aver ritrovato il corridore magnifico del 2016, ma chissà che questa non sia finalmente quella buona.

Chi scende

Nairo Quintana (Movistar): Dire che oggi il colombiano sia andato male, ricordanto le sue performance al Tour de France, non sarebbe nemmeno giusto. Anzi, caso strano nella sua carriera, possiamo anche affermare che si sia gestito bene. Però perde quasi un minuto da Lopez e 40″ da Roglic e Valverde. Se questo è il suo livello in salita è difficile che possa ambire a qualcosa in più della top-5.

Rigoberto Uran (EF Education First): Le botte prese ieri si fanno sentire per Uran. Il colombiano si difende discretamente, ma perde troppo da Roglic e Lopez per pensare, adesso, di poter ancora ambire al successo finale. Dire che aveva anche fatto lavorare la squadra, ma alla prova del nove la gamba non ha risposto come pensava e difendersi è stata l’unica cosa possibile per Rigo.

Wilco Kelderman (Team Sunweb): Era sembrato molto pimpante in questi primi giorni, ma anche lui, oggi, è stato respinto brutalmente. Se sia ancora tormentato dai problemi alla schiena o abbia avuto solo una giornata no è difficile dirlo, ma i distacchi presi dai migliori sono troppo ampi e ora diventa difficile ambire a un risultato di pregio. Al momento è 10° a 1’50” da Lopez, ma Pierre Latour, che oggi gli ha dato quasi una 30ina di secondi, lo segue ad appena 4″.

Fabio Aru (UAE Team Emirates): La più grossa delusione di giornata. Aru, nei primi giorni, si era fatto notare per la grande grinta e nelle dichiarazioni sembrava molto sicuro di sé, ma alla prova dei fatti ha dimostrato che, per il momento, in salita è ancora quello della Grande Boucle e del Tour de Suisse. Con un Pogacar in squadra che scalpita per fare classifica, in caso il livello di Aru non migliorasse nettamente nei prossimi giorni, viene da chiedersi se non sia meglio uscire di classifica per andare all’inseguimento di quella tappa che manca ormai da oltre due anni.

Sergio Higuita (EF Education First): Oggi ci si aspettava una prova convincente del giovanissimo colombiano, invece Sergino è andato in crisi ed è uscito di classifica. Poco male, comunque, lui è giovane e avrà tutto il tempo per rifarsi. Intanto, da questo momento in avanti, potrebbe mettersi al servizio di Rigoberto Uran, un corridore da cui può imparare molto.

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Foto: Valerio Origo

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