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Atletica, Mondiali 2019: le favorite delle gare femminili. Cina protagonista nei lanci, Giamaica nella velocità e grandi battaglie nel mezzofondo
Mondiali strani, quelli di Doha, che arrivano alla fine di una stagione lunga e durissima con tanti appuntamenti intermedi. Le favorite arrivano spesso dalla graduatoria stagionale ma in che stato di forma le grandi protagoniste dell’atletica femminile arriveranno all’appuntamento più importante non si può sapere. Proviamo a ipotizzare quali saranno le protagoniste dell varie gare femminili di Doha 2019
100. Giamaica su tutti anche se regna l’equilibrio e l’incertezza. I nomi sono più o meno sempre gli stessi: Shelly-Ann Fraser-Pryce, oro nel 2008 e nel 2012 e al rientro dopo la maternità ed Elaine Thompson, campionessa olimpica dei 100m and 200m in 2016. Gli Stati Uniti si aggrappano alla classe di Tori Bowie ma attenzione alla coppia di ivoriane Marie-Josee Ta Lou, argento a Londra due anni fa, e Murielle Ahoure, che quest’anno ha corso in 10”93 ma ha un personale di 10”78. L’outsider di lusso potrebbe essere la campionessa europea, la britannica Dina Asher-Smith.
200. Anche qui Giamaica potenziale padrona: Elaine Thompson è la campionessa uscente e punta al bis ma la concorrenza è forte e di qualità, a partire dalla campionessa europea Dina Asher-Smith. Anche qui gli Stati Uniti non godono dei favori del pronostico con un terzetto di qualità che punta comunque al podio: Angie Annelus, Dezerea Bryant e Brittany Brown. Attenzione anche alla esperta nigeriana Okagbare e alla svizzera Kambundji, outsider di lusso. Dall’Europa arriva un’altra outsider di lusso come l’olandese Daphne Schippers.
400. Si preannuncia una battaglia epocale fra Bahrein e Bahamas con Shaunie Miller Uibo e Salwa Eid Naser pronte a darsi battaglia per l’oro e i favori del pronostico a favore della prima, che ha fermato il cronometro a 49”05 mentre la rappresentante del Bahrein Salwa Eid Naser ha corso in 49”17 a Losanna. Le terze incomode arrivano dagli Stati Uniti e sono la campionessa in carica Phyllis Francis, la numero uno Usa in questa stagione Shakima Wimbley, mentre la Giamaica si aggrappa alle qualità di Shericka Jackson, che sul podio sia mondiale che olimpico c’è già salita. L’Europa offre qualche buona outsider come la britannica Laviai Nielsen, l’olandese Lisanne De Witte e la campionessa europea polacca Justyna Swiety-Ersetic.
800. Semenya non sarà più della partita per i motivi ormai noti e automaticamente la favorita numero uno per la vittoria finale diventa la numero due al mondo, la statunitense Ajee Wilson. La sua rivale più accreditata è la giamaicana Natoya Goulè, vincitrice dei Panamericani e seconda a Parigi e Montecarlo, A rappresentare l’Africa ci sarà la kenyana Eunice Sum, mentre un ruolo da protagonista potrebbero recitarlo la statunitense Raevyn Rogers e la britannica Lynsey Sharp. Le outsider di lusso sono l’australiana Catriona Bisset, l’ugandese Winnie Nanyondo, e la cubana Rose Mary Almanza.
1.500. Cosa farà l’olandese Sifane Hassan a Doha non è dato saperlo. Difficile che si cimenti su 1.500, 5.000 e 10.000, tre distanze in cui sa destreggiarsi molto bene. Di sicuro nei 1.500 è la prima al mondo in stagione con un grande 3’55″30. Non dovesse prendere il via il ruolo di favorita, assente anche l’etiope Genzebe Dibaba che un Mondiale lo ha già vinto nel 2015, a Laura Muir, britannica, capace di correre in 3’56″73 a Roma e poi vittima di un infortunio muscolare che non le ha permesso di preparare al meglio. Per il Kenya l’atleta più accreditata è Faith Kipyegon che arriva da un anno di stop per la maternità . Le outsider di lusso portano i nomi delle altre due etiopi: Gudaf Tsegay e Axumawit Embaye, della tedesca Konstanze Klosterhalfen e delle statunitensi Shelby Houlihan e Jenny Simpson.
5.000. Sia che decida di correre i 10.000, sia che decida di dedicarsi ai 1.500, sia che punti (più probabile) sui 10.000, Sifan Hassan sarà sicuramente al via dei 5.000 con il ruolo di grande favorita. L’olandese si dovrà guardare dal prestigioso contingente kenyano formato dalla campionessa in carica Hellen Obiri e da Agnes Tirop che in stagione hanno fatto meglio di Hassan. L’Etiopia punta forte su Letesenbet Gidey. La tedesca Konstanze Klosterhalfen, la canadese Gabriela Debues-Stafford, le britanniche Laura Weightman ed Eilish McColgan e la norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal non sono da scartare nella lotta al podio.
10.000. Sarà Hassan contro Obiri anche sulla distanza più lunga in pista? Difficile perchè sui 10000 il fattore Etiopia va assolutamente tenuto in considerazione più che in ogni altra gara. Non c’è la campionessa uscente e olimpica Almaz Ayana, vittima di un serio infortunio a luglio ma ci sono comunque le prime tre della classifica dei migliori tempi stagionali: Letesenbet Gidey, Netsanet Gudeta e Senbere Teferi, specialste anche della strada. Le outsider potrebbero arrivare dagli Stati Uniti, la 35enne Molly Huddle e Emily Sisson, dalla Gran Bretagna, Steph Twell ed Eilish McColgan, dall’Olanda, Susan Krumins, dalla Germania, Alina Reh, iridata under 23 e dal Giappone, Hitomi Niiya.
100 ostacoli. Giamaica e Usa dominano le classifiche mondiali stagionali. I migliori due tempi sono delle giamaicane Danielle Williams e Janeek Brown ma attenzione anche alle componenti della squadra a stelle e strisce, Kendra Harrison su tutte, capace di correre in 12″43 in questa stagione, la mamma Nia Ali e Brianna McNeal. Attenzione anche alla nigeriana Tobi Amusan che a luglio ha corso in 12″49. Le altre possibili protagoniste sono la campionessa panamericana Andrea Vargas di Costarica, la campionessa europea in carica, la bielorussa Elvira Herman, l’olandese Nadine Visser, campionessa europea indoor, la finlandese Annimari Korte e, perché no, l’azzurra Luminosa Bogliolo, reduce da una bella stagione e a caccia di un posto in finale.
400 ostacoli. In nessuna gara in pista come in questa, il dominio statunitense sembra assicurato. La super favorita è Dalilah Muhammad che quest’anno è entrata nella leggenda migliorando con 52″20 il record del mondo della specialità, strappando il primato alla russa Yulia Pechonkina. Le avversarie più pericolose, Muhammad se le ritroverà in casa con le compagne Sydney McLaughlin e Ashley Spencer, rispettivamente seconda e terza nella classifica dei migliori tempi stagionali. Le alternative per il podio non sono molte: la più accreditata è la ceca Zuzana Hejnova, unica forse a poter negare la tripletta alle statunitensi, assieme alla giamaicana Rushell Clayton, vincitrice a Londra, mentre meno possibilità ha la danese Sara Slott Petersen, argento olimpico ma quest’anno ferma a 54″89.
3.000 siepi. Se i 400 ostacoli parlano statunitense, i 3000 siepi non possono che parlare kenyano e una tripletta del paese africano non sarebbe una grossa sorpresa. La favorita numero uno è Beatrice Chepkoech, che a Londra due anni fa finì a mollo perdendo la chance di laurearsi campionessa del mondo in una gara dove era super favorita e nella quale, invece, ebbero la meglio a sorpresa le statunitensi. Tra il 2018 e il 2019 Beatrice Chepkoech è scesa in pista 17 volte ed ha conquistato 15 successi: serve altro? Il Kenya può contare anche sulla numero due in stagione, Norah Jeruto e sulla numero tre Hyvin Kiyeng. Emma Coburn non ha alcuna intenzione di scendere dal podio dopo l’oro strepitoso di Londra e darà battaglia alle africane, mentre dal Bahrein arriva un’outsider di lusso come Winfred Yavi. Attenzione anche alla tedesca Gesa Felicitas-Krause, all’altra statunitense, argento a Londra, Courtney Frerichs, l’ugandese Peruth Chemutai, la terza statunitense Colleen Quigley, la norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal e l’etiope Mekides Abebe.
Salto in alto. Mariya Lasitskene punta al poker iridato e francamente non si vede chi potrebbe darle fastidio, dall’alto del suo 2.06. Il pericolo per Lasitskene arriva dall’Ucraina con Yuliya Levchenko, Yaroslava Mahuchikh e Iryna Gerashchenko. In una gara molto aperta dal secondo posto in giù potrebbero entrare in corsa anche la bielorussa Karyna Demidik, la statunitense Vashti Cunningham, l’argento olimpico Mirela Demireva, bulgara, la polacca Kamila Licwinko, bronzo a Londra due anni fa.
Salto con l’asta. Non ha la migliore prestazione stagionale ma quando il gioco si fa duro Katerina Stefanidi fa sentire tutta la sua classe. Sei vittorie in stagione, anche su campi prestigiosi la dicono tutta sulle qualità della campionessa ellenica che difende il titolo di Londra. La concorrenza è consistente, a partire dalla espertissima Jenn Suhr, statunitense, campionessa olimpica a Londra, 37 anni e leader mondiale stagionale con 4.91, la stessa misura che permise a Stefanidi di vincere il Mondiale di Londra. La russa Anzhelika Sidorova, la statunitense Sandi Morris, la neozelandese Eliza McCartney, la canadese Alysha Newman e la cubana Yarisley Silva, oltre alla svedese Angelica Bengtsson, hanno le carte in regola per sparigliare le carte e inserirsi nella lotta per le posizioni che contano, soprattutto se la gara dovesse svolgersi in condizioni climatiche particolari (grande caldo).
Salto in lungo. Una, sola, grande favorita: la tedesca Malaika Mihambo, nove successi in altrettante gare disputate quest’anno e 7.16 di personale stagionale. Brittney Reese, statunitense, 33 anni, dall’alto del suo 7.00 proverà ad impensierire la teutonica che si dovrà guardare anche dalla terza atleta che ha superato i 7 metri in stagione, la nigeriana Ese Brume (7.05). La Romania tenta l’assalto al podio con la coppia composta da Florentina Costina Iusco e Alina Rotaru, mentre a 6.90 è arrivata in questa stagione Chantel Malone delle Virgin Islands britanniche. La russa Darya Klishina, le britanniche Abigail Irozuru e Shara Proctor, la colombiana Caterine Ibarguen e la statunitense Tori Bowie, specialista anche dei 100, possono puntare al podio con un miglioramento del personale.
Salto triplo. America protagonista assoluta in stagione in questa specialità. La favorita numero uno è la venezuelana Yulimar Rojas che quest’anno si è portata a soli 9 centimetri dalla primatista mondiale Inessa Kravets con 15.41. La sudamericana ha vinto sei delle otto gare a cui ha partecipato nella stagione in corso. Se gareggerà sui suoi livelli la lotta è per l’argento ed è battaglia aperta tra la giamaicana Shanieka Ricketts e la specialista anche del lungo colombiana Caterine Ibarguen, capace di arrivare a 14.89 in stagione. A completare il pokerissimo americano ci sono la cubana Liadagmis Povea e la statunitense Keturah Orji. Dall’Europa arriva l’outsider più consistente, la spagnola Ana Peleteiro.
Getto del peso. Lijao Gong, campionessa del mondo in carica, ha vinto 12 delle 13 gare a cui ha partecipato quest’anno, è la leader incontrastata della classifica e ovviamente è la super favorita per salire sul gradino più alto del podio a 30 anni per la seconda volta in carriera. Anche in questa gara, a meno di debacle inimmaginabili di Gong, si lotta per l’argento e la favorita è la statunitense Chase Ealey, sempre sopra i 19 metri nelle 12 gare a cui ha preso parte. La giamaicana Danniel Thomas-Dodd, la statunitense Maggie Ewen, la tedesca Christina Schwanitz e la canadese Brittany Crew sono in lizza per le posizioni che contano della classifica.
Lancio del disco. La croata Sandra Perkovic ha vinto tutto quello che c’era da vincere nelle ultime tre stagioni e a Doha ci riproverà con qualche avversaria in più. Le rivali più accreditate arrivano da Cuba e sono le prime due delle graduatorie stagionali: Yaime Perez (69.35) e la ex campionessa del mondo Denia Caballero (69.20). Nella lotta per le medaglie si potrebbero inserire anche due terzetti di tutto rispetto: le tedesche Kristin Pudenz, Nadine Muller, Claudine Vita e le cinesi Feng Bin, Chen Yang e Su Xinyue. Il pericolo dagli Stati Uniti si chiama Valarie Allman, quarta nella graduatoria stagionale ma attenzione anche alla giamaicana Shadae Lawrence e alla francese Melina Robert-Michon, 40 anni e non sentirli, bronzo iridato in carica.
Lancio del martello. Non ci sarà pokerissimo per Anita Wlodarczyk, infortunata e dunque fuori causa dopo quattro vittorie iridate consecutive. A sorpresa in testa alle classifiche stagionali e anche alle graduatorie dei pronostici per Doha ci sono ben tre statunitensi, DeAnna Price, Brooke Andersen e Gwen Berry ma tra le tre litiganti a stelle e strisce potrebbe spuntare la quarta incomoda, direttamente dalla Cina: si tratta di Wang Zheng che tutto è tranne che una sorpresa visto che vanta il bronzo 2013 e l’argento 2017 a livello mondiale e stavolta vuole puntare ancora più in alto. Malwina Kopron e Joanna Fiodorow potrebbero tenere alto il nome della Polonia.
Tiro del giavellotto. La Cina potrebbe piazzare un tris nei lanci perché anche nel giavellotto ha la best performer del 2019: Lyu Huihui che arriva a Doha da super favorita. La cinese e tutte le altre competitor per la medaglia dovranno fare i conti con Barbora Spotakova, quattro volte campione del mondo, campionessa olimpica in carica ma quest’anno ferma a 63.85 di personale che non basterà per le medaglie ma da una fuoriclasse come la ceca si può aspettare di tutto. L’australiana Kelsey-Lee Barber, seconda al mondo quest’anno, se la giocherà per l’oro assieme alla croata Sara Kolak, che è rientrata alle gare dopo un periodo di inattività, alla cinese Liu Shiying, unica ad aver battuto la connazionale Lyu Huihui quest’anno, alla tedesca Christin Hussong, alla bielorussa Tatsiana Khaladovich e alla ceca Nikola Ogrodnikova, terza nella classifica stagionale con 67.40.
Marcia 20 km. E’ una delle gare in cui l’Italia può dire la sua grazie al bronzo di Londra 2017 Antonella Palmisano. L’iridata in carica Yang Jiayu e l’azzurra Antonella Palmisano sono le atlete da battere assieme alle cinesi Liu Hong, Qieyang Shenjie e Yang Liujing. Le outsider arrivano dal Sudamerica: la brasiliana De Sena e la giovane ecuadoriana Morejon.
Marcia 50 km. Eleonora Giorgi può dire la sua in una gara poco frequentata e dove può succedere di tutto. La super favorita è la portoghese Henriques, campionessa in carica, ma attenzione anche all’ungherese Takacs, mentre le sorprese possono arrivare dalle “solite” cinesi.
Maratona. Il Bahrain con Rose Chelimo è campione uscente e punta al bis ma si dovrà guardare dalla concorrenza interna di una squadra di naturalizzate fotissime, che comprende Chumba, Eshete e Mokonin. Le keniane “vere” non sono da meno: Ruth Chepngetich, Visiline Jepkesho e la quarantenne Edna Kiplagat, che punta al tris d’oro ma la squadra da battere è l’Etiopia con Aga, Demise e Dereje. Un ruolo da protagonista lo può recitare Israele con la ex keniana Lonah Salpeter, la bielorussa campionessa continentale Mazuronak, la britannica Purdue e l’azzurra Sara Dossena, alla prima grande manifestazione internazionale.
4×100. Gli Usa sono favoriti d’obbligo ma la vera novità è che alle loro spalle c’è tanta, tantissima Europa: Gran Bretagna, Germania, Olanda e Svizzera se la possono giocare in finale ma per le medaglie non si può sottovalutare la solita Giamaica. Il podio difficilmente ospiterà altre squadre.
4×400. Anche qui Stati Uniti squadra da battere con meno incognite rispetto alla staffetta veloce perchè i rischi squalifica sono limitati. La Giamaica può essere l’alternativa agli Usa per l’oro ma attenzione alla Polonia e alla Gran Bretagna (sul podio mondiale e olimpico sempre dal 2013) e, perchè no, anche all’Italia che nelle World Relays di Yokohama ha colto uno splendido quarto posto e può recitare un ruolo da protagonista.
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