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Atletica, Mondiali 2019: temperature roventi, svenimenti in gara e 41% di ritiri nella maratona. Tutto questo ha senso?

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32.7 °C, 73% di umidità, temperatura percepita vicina ai 40 °C: queste sono le condizioni in cui si è corsa la maratona femminile dei Mondiali 2019 di atletica leggera. Partenza alla mezzanotte di Doha, arrivo poco dopo le 02.30: nel cuore della notte, come mai era successo nella storia. La domanda è d’obbligo: tutto questo ha senso? Un interrogativo lanciato anche dalla nostra Sara Dossena, che è svenuta poco dopo il 12° km e che si è dovuta ritirare in maniera forzata. L’esagerato caldo della capitale del Qatar ha mietuto addirittura 28 vittime sulle 68 partenti (il 41% delle ragazze al via non è riuscito a terminare la prova!), svenimenti e malori sono stati il filo conduttore di una gara massacrante: non è stata una maratona, ma una lotta a chi rimaneva in piedi. Ha vinto la keniana Ruth Chepngetich, una fuoriclasse di assoluto spessore, con l’altissimo tempo di 2h35:36 (ha un personale di 2h17, il caldo ha messo a dura prova anche l’africana).

Tutto questo oggettivamente ha poco senso, queste condizioni sono proibitive per qualsiasi atleta e mettono a repentaglio anche la salute delle persone. Stanotte si replicherà sicuramente la situazione con le due 50 km di marcia (le donne impiegheranno più di 4 ore per arrivare al traguardo, sarà un calvario). Doha ha messo sul tavolo una somma di denaro molto importante e la IAAF ha assegnato l’organizzazione della rassegna iridata che precede le Olimpiadi di appena nove mesi, la competizione si è spostata ad inizio autunno rispetto alla consueta collocazione nel cuore dell’estate, ma la situazione resta critica. Siamo sicuri che si sia fatto il bene dello sport?

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Foto: FIDAL/Colombo

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