Ciclismo
Ciclismo, la campionessa europea e mondiale su pista Sofia Collinelli si racconta: “Vincere è stata come una liberazione”
Classe 2001, di Ravenna, figlia d’arte e grande promessa del ciclismo italiano, soprattutto su pista. Plurimedagliata tra titoli europei e mondiali. Insomma, a soli 18 anni da poco compiuti, Sofia Collinelli ha tutte le carte in regola per puntare in alto e regalarci non poche soddisfazioni nel futuro che verrà. La passione per le due ruote l’ha ereditata da papà Andrea, oro su pista ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996, nonché il suo ciclista di riferimento. Il 2019 ha bussato alla porta dell’atleta juniores della VO2 Team Pink regalandole tantissime gioie. Di fatti in quel di Gand, in occasione del Campionato Europeo su pista, si è aggiudicata la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre, e quella di bronzo nella disciplina della madison. La ciliegina sulla torta è stata poi la rassegna iridata di Francoforte, dove si è laureata campionessa del mondo nell’inseguimento a squadre, consacrandosi come astro nascente della Nazionale Italiana. Ma la stagione non è ancora finita e i prossimi obiettivi sono proprio dietro all’angolo, perchè l’attendono i Campionati del Mondo su strada dello Yorkshire, dove la campionessa romagnola scenderà in campo sia per la prova a cronometro che per quella in linea.
La stagione non è ancora finita, ma possiamo dire che il bilancio è davvero eccezionale…
“Sì, sono soddisfatta di questa mia stagione che ancora non è finita. Ho raccolto: sei vittorie su strada, la medaglia d’argento nella cronometro ai Campionati italiani, miglior giovane al Giro della Campania, bronzo nella madison agli Europei su pista, campionessa continentale nell’inseguimento a squadre, titolo iridato nell’inseguimento a squadre; poi sono arrivata sesta alla cronometro degli europei e decima agli europei su strada”.
Titolo europeo e poi quello mondiale. Che sensazioni hai provato?
“Agli europei e ai mondiali pista ci siamo presentate preparate e decise a riconfermarci nell’inseguimento a squadre. Anche se non abbiamo avuto Montichiari come base, la Nazionale ci portava ad allenarci nei velodromi in Svizzera, in modo da avere una preparazione adeguata a quello che ci aspettava. Quando abbiamo vinto è stata come una liberazione, tutto quello che abbiamo costruito, e che stiamo costruendo, ha avuto un coronamento importante. È stato gratificante per tutti quanti”.
Insomma, stai seguendo le orme di tuo padre. Nei tuoi sogni c’è il pensiero delle Olimpiadi?
“Sì, mio padre è il mio allenatore e il mio primo tifoso…dopo il nonno. Lui è un punto fermo per me. Magari diventassi come lui. Le Olimpiadi sono il mio sogno più grande. Ma d’altronde, per chi non lo sono? Speriamo nel 2024…”
Cosa preferisci? L’attività su pista o su strada?
“Difficile scegliere tra pista e strada. Ma credo di preferire la strada. il vento, la pioggia, e le gare dure”.
Chi è il tuo punto di riferimento? C’è un ciclista o una ciclista a cui ti ispiri?
“Non ho un ciclista o una ciclista a cui mi ispiro in particolare, però se devo dire un nome è Marta Bastianelli. Ci troviamo spesso per i ritiri con la Nazionale. Mi ha stupito la sua forza di non mollare mai nonostante tutto e la grinta che ci mette. È una grande donna”.
La tua vita quotidiana. Come gestisci lo sport con la scuola?
“La mia vita quotidiana è la vita di una ragazza di diciotto anni. Vado a scuola e poi vado subito in bici. Mi alleno, torno, e se posso mi svago con le mie migliori amiche Francesca e Agnese e con i miei amici. Faccio tanti sacrifici in inverno a tavola e con la preparazione invernale, e poi d’estate sono sempre via per le gare e per gli appuntamenti importanti”.
Adesso sei a Livigno con la Nazionale. Come sta andando il ritiro? Quindi il prossimo appuntamento dovrebbe essere il Mondiale su strada nello Yorkshire?
“Ora sono in ritiro con la Nazionale in preparazione ai Mondiali su strada che si terranno in Inghilterra dal 23 al 29. Ma prima correrò la Lake Garda (gara èlite) il 14 settembre con la Nazionale”.
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