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Ciclismo, Matteo Trentin: “Pedersen è stato più forte e io sono arrivato secondo. L’argento va accettato”

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Rabbia e amarezza: sono questi i sentimenti che albergano nell’animo di Matteo Trentin al termine della prova in linea dei Mondiali 2019 di ciclismo in Yorkshire. Il capitano azzurro, leader designato dal CT Davide Cassani per la conquista di un iride che mancava dal 2008, aveva voglia di interrompere il digiuno. L’evoluzione della corsa è stata perfetta e l’Italia ha corso da squadra leader, conscia delle proprie possibilità, avendo in fuga due uomini: un monumentale Gianni Moscon e appunto Trentin. Negli ultimi chilometri vi è un’ulteriore selezione e sembrava tutto scritto, visto che il danese Mads Pedersen e lo svizzero Stefan Kung sulla carta erano meno veloci dell’azzurro.

Agli ultimi 200 metri viene lanciata la volata ma mancano le energie e Pedersen salta secco il ciclista nostrano, finendo con le braccia al cielo. Una delusione immensa, perfettamente rappresentata da queste parole: “Se facciamo venti volate così, magari ne perdo una. Non di più. Il grande problema è che ho perso questa. Lui è stato più forte di me. Non ho perso di un centimetro, e ragionandoci questi fa sì che la delusione bruci un po’ di meno. Di sicuro non avevo sottovalutato Mads (Pedersen ndr.), mi ricordavo bene il Giro delle Fiandre dello scorso anno quando lo aveva battuto solo Terpstra“, le parole del corridore del Bel Paese (fonte: La Gazzetta dello Sport).

Una medaglia che, comunque, mancava da 11 anni e può essere una “consolazione”: “La vita continuerà lo stesso e domani sarà un altro giorno. Questa considerazione mi aiuterà ad accettare questo argento. La morale è che Pedersen è arrivato primo e io secondo. Fine della storia“, la chiosa per Trentin che dovrà accettare questo risultato, consapevole di aver fatto tutto quello che era nei propri mezzi per vincere.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: shutterstock.com

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