Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, Mondiali 2019: Italia, una mazzata che fa male. Persa un’occasione unica, ma nel 2020 ci riproverà Vincenzo Nibali

Pubblicato

il

L’Italia ha corso da padrona indiscussa, è stata la migliore Nazionale ai Mondiali, ha impressionato per acume tattico e per lettura della gara, ha studiato un piano strategico a puntino, ha fatto tutto quello che doveva fare e aveva costruito le basi per riportare a casa quella maglia arcobaleno che manca dall’ormai lontano 2008 (Alessandro Ballan a Varese). Gianni Moscon ha attaccato a una quarantina di chilometri dal termine, Matteo Trentin ha risposto alla sfuriata dell’olandese Mathieu Van der Poel e così i due azzurri erano nel drappello di cinque uomini che hanno creato la fuga buona per la vittoria: quando l’olandese si è staccato all’improvviso a una decina di chilometri dal traguardo sembrava davvero fatta, eravamo in superiorità numerica e le doti in volata di Trentin sono note a tutti, a maggior ragione se gli avversari si chiamano Pedersen e Kueng.

Inutile negarlo: si era già assaporata la medaglia d’oro, l’iride sembrava già essere in tasca, si aspettava soltanto la stoccata conclusiva del trentino per poter tornare a festeggiare e invece è arrivata una doccia fredda sotto l’acquazzone che ha colpito lo Yorkshire. L’Italia avrebbe meritato il trionfo per come si è comportata in una giornata davvero molto difficile che ha messo in crisi grandi favoriti come Alaphilippe, Evenepoel, Gilbert, ma è arrivata la beffa dall’uomo che non ti aspetti, quel Mads Pedersen che a soli 23 anni ha regalato la prima apoteosi di sempre alla sua Danimarca e ci ha strozzato l’urlo di gioia in gola. Matteo Trentin ha sprecato un’occasione unica, il Campione d’Europa 2018 non si ritroverà in una situazione del genere in futuro: a 30 anni poteva consacrarsi e invece non è riuscito a piazzare la zampata in situazione di chiara superiorità.

L’Italia ha vinto Europei ed European Games in questa stagione, poi è arrivato l’argento ai Mondiali. Questa mazzata fa male ma bisognerà rialzarsi e nel 2020 ci si dovrà riprovare su un percorso difficilissimo: a Martigny (Svizzera) bisognerà affrontare una salita di 4 km al 10,4% di pendenza media per ben sette volte, un’ascesa che farà la differenza su un tracciato per scalatori. La Nazionale sarà affidata a Vincenzo Nibali, ci si aggrapperà a una magia dello Squalo, che a 35 anni dovrà inventarsi l’ennesima magia della carriera per riportare in Patria un titolo che latita da troppo tempo.

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Valerio Origo

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità