Ciclismo
Ciclismo, Mondiali 2019: le pagelle. Pedersen centra una vittoria incredibile, Trentin non riesce a finalizzare il grande lavoro dell’Italia
Il danese Mads Pedersen ha conquistato il titolo ai Mondiali 2019 di ciclismo nello Yorkshire (Gran Bretagna), battendo sul traguardo di Harrogate l’azzurro Matteo Trentin e lo svizzero Stefan Küng. Andiamo quindi a scoprire i voti dei protagonisti odierni con le pagelle della prova in linea Elite maschile dei Mondiali 2019 di ciclismo.
Mads Pedersen 10: una vittoria incredibile, un trionfo storico, visto che è il primo titolo di sempre per la Danimarca. Guardando il palmares di questo ragazzo di 23 anni era davvero difficile metterlo tra i papabili per una medaglia e invece lui sulla strada ha dimostrato di essere il più forte e anche il più astuto. Infatti è stato il primo a riportarsi su Küng e Craddock e poi ha gestito al meglio le energie nel finale, staccandosi anche leggermente sull’ultima salita, per poi dare tutto nello sprint finale, in cui si è imposto nettamente potendo così esultare per un risultato straordinario.
Matteo Trentin 6.5: riporta l’Italia sul podio, conquistando un argento che sarebbe stato ottimo alla vigilia, ma per come è arrivato rappresenta più che altro una grande occasione persa. Era stato bravissimo a seguire van der Poel e dopo che l’olandese si era staccato, sembrava fatta, visto che sulla carta era superiore allo sprint di Pedersen e Küng. Purtroppo così non è stato, perché in volata è forse partito troppo lungo, ma comunque non ha avuto le gambe ed è stato saltato con assoluta facilità da Pedersen. Serviva quel guizzo che cambia una carriera e non è arrivato.
Stefan Küng 9: grandissima prestazione per lo svizzero, che ha attaccato a oltre 65 km dal traguardo, riportandosi su Craddock e poi si è gestito in modo impeccabile, riuscendo a restare sempre al comando e assicurandosi così una medaglia. Quando ha visto in difficoltà Moscon ha fatto il forcing per staccarlo, altra mossa azzeccata, essendo consapevole che in volata non avrebbe potuto battere Trentin e Pedersen.
Gianni Moscon 9: ha dato tutto per la squadra con una prova di umiltà che gli fa onore. Nel momento chiave è stato brillante, riuscendo a raggiungere subito gli attaccanti. È diventato così una pedina fondamentale in supporto a Trentin, per il quale si è messo a tirare a tutta. Nel penultimo giro si era staccato, ma poi con grande cuore e grinta è rientrato e ha dato un’altra accelerata, riuscendo nell’obiettivo di tagliare fuori dai giochi il rivale numero uno, ovvero van der Poel.
Peter Sagan 6: non è lo si è praticamente mai visto per tutta la corsa, poi all’ultimo giro ha sferrato un attacco secco, facendo il vuoto e mettendosi all’inseguimento dei battistrada. Un’azione che è stata brillante, ma troppo tardiva, visto che ormai era impossibile ridurre il gap. Ha sbagliato quindi totalmente i tempi, perché se si fosse mosso prima avrebbe potuto davvero riaprire i giochi.
Sonny Colbrelli e Alberto Bettiol 8: quello dell’Italia è stato un perfetto gioco di squadra e bisogna dare merito anche agli altri componenti della Nazionale. Questi due azzurri sono stati brillantemente nel gruppo e hanno fatto un lavoro prezioso, spezzando i cambi delle altre squadre e impedendo così di chiudere sulla testa.
Davide Cimolai 7.5: mezzo voto in meno dei precedenti perché si è staccato prima dei compagni e non è riuscito quindi a dare il proprio contributo nel finale. Resta comunque anche per lui un’ottima prova nella parte restante della corsa.
Mathieu van der Poel 5: il grande favorito della vigilia non ha rispettato il pronostico, andando in crisi nel finale. Si era riportato con grande facilità sulla testa della corsa ed era lì a giocarsi il titolo, poi però nell’ultimo giro si è spenta luce. L’olandese si è piantato, con una crisi improvvisa e clamorosa. Ha osato troppo e non si è gestito a dovere, dovendo così dire addio ai sogni di gloria.
Davide Cassani 9: l’Italia è stata indubbiamente la squadra migliore di questo Mondiale, grazie ad una condotta tattica magistrale, di cui il CT è stato l’artefice. Cassani ha saputo guidare al meglio gli azzurri, leggendo perfettamente la corsa e dando l’indicazione di muoversi nel finale per rispondere agli attacchi. Così prima Moscon e poi Trentin sono balzati al comando, mettendo l’Italia nella posizione tattica migliore, peccato che non sia bastata per salire sul gradino più alto del podio.
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alessandro.farina@oasport.it
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Foto: Yorkshire 2019/SWPix.com