Ciclismo

Ciclismo, Mondiali 2019: pioggia e freddo hanno reso durissimo un percorso non irresistibile. Italia la migliore ad interpretarlo

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La capacità di sapersi adattare ad ogni tipo di situazione meteorologica è una di quelle qualità individuali, spesso più legate alla psicologia dell’atleta piuttosto che alle reali condizioni fisiche. L’Italia, specie negli ultimi anni, è davvero ben messa quanto a queste attitudini ed oggi è venuto fuori questo aspetto che ha deciso la corsa. Sì, perché oggi il maggior avversario di tutti i corridori non è tanto stata la strada, quanto il freddo ed una pioggia a tratti torrenziale.

I dati di fine corsa parlano chiaro ed anche questa volta spiegano in modo inequivocabile la realtà. Dei 197 corridori alla partenza, solamente 45 sono riusciti a concludere la prova, segno evidente di condizioni estremamente proibitive che hanno portato una grande quantità di atleti ad alzare bandiera bianca. Gli italiani al traguardo alla fine sono stati quattro, solo il Belgio ha fatto meglio con cinque.

Ecco dunque perché la reale differenza non è stata fatta tanto dalle salite, con percentuali folli non particolarmente presente in un circuito come quello di Harrogate, quanto da temperature gelide e pioggia torrenziale lungo tutto l’arco della giornata. Con questa premessa è stata fondamentale la capacità di rimanere coperti a ruota delle altre squadre fino all’ingresso nel circuito. Questo ha permesso ai ragazzi del Commissario Tecnico Davide Cassani di alimentarsi nel migliore dei modi, senza prendere eccessivamente freddo.

Poi, gli azzurri sono entrati in azione uno alla volta, come in una splendida staffetta, hanno compreso quali erano i momenti più critici e hanno sempre sfruttato il lavoro dei rivali. Dai -100 km sono stati i veri padroni di una corsa che in caso di condizioni atmosferiche più agevoli sarebbe stata notevolmente facilitata. I quattro o cinque strappi che avrebbero dovuto fare la differenza sicuramente sarebbero stati molto meno incisivi.

L’uso del condizionale, però, non ha alcun senso. Le corse ciclistiche hanno anche questo aspetto che le rende per certi versi ancor più epiche. Gli azzurri sono stati magistrali nella gestione di questa situazione davvero complicata ed ecco che a loro deve andare l’Oscar per aver impreziosito una giornata che altrimenti sarebbe stata piuttosto noiosa anche in considerazione di quanto fino ai -40 km progettato dalle altre Nazionali.

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francesco.zambianchi@oasport.it

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Foto: Organizzazione

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