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Ciclismo, Mondiali 2019: quale ruolo per Gianni Moscon? Possibile battitore libero, sarà utile per la squadra

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Un corridore come Gianni Moscon sarebbe senza dubbio uno dei capitani dell’Italia domenica, in occasione della prova in linea dei Campionati del Mondo di Harrogate, se godesse di una buona condizione. D’altronde il trentino è uno degli alfieri del Bel Paese più forti nelle gare in linea, soprattutto in quelle che superano i 250 km, non a caso è stato il leader azzurro sia a Bergen 2017 che a Innsbruck 2018. Purtroppo, però, sta vivendo una stagione da incubo e, nonostante un buon Tour of Britain, concluso in sesta posizione, non si può ancora dire di averlo recuperato del tutto, motivo per cui bisogna studiare per lui un nuovo ruolo.

Le prestazioni di Moscon nelle classiche, quest’anno, sono state da mani nei capelli. Il primo buon risultato, un 3° posto in una frazione del Tour of California, è arrivato solo a maggio. Da lì in avanti, però, la luce si è spenta di nuovo. Il trentino sembra in totale rotta con Ineos, con cui aveva avuto da ridire già l’anno scorso, quando, dopo una prima parte di stagione difficile, riprese a macinare cominciando, stando a quanto dice lui, ad allenarsi senza seguire le tabelle che gli passava la squadra. Se l’interesse principale di Moscon è fare l’uomo da classiche e la squadra, invece, vuole fargli fare prima di tutto il gregario al Tour de France, ci sarà sempre un problema di fondo, poiché un uomo di fatica si allena in modo diametralmente diverso rispetto a chi vuole fare il capitano nelle gare in linea. Il primo deve prepararsi per mantenere un’andatura elevata per decine e decine di km, il secondo per prodursi in continui cambi di ritmo. Essere entrambi, a lungo andare, diventa impossibile.

Dopo i buoni risultati sulle strade del Regno Unito, però, Cassani ha deciso di non rinunciare a lui. E’ difficile, infatti, non convocare un corridore col motore di Gianni se gode anche solo di una condizione discreta. Il motivo è presto detto: di atleti così forti e completi, in Italia e nel mondo, se ne trovano davvero pochi e Moscon può tornare utilissimo alla causa anche senza essere il finalizzatore della squadra nell’ultimo giro. Il circuito di Harrogate, probabilmente, è meno adatto a lui rispetto a quello dell’anno scorso di Innsbruck, ma ciò non preclude ad un ciclista polivalente di trovare il modo di fare bene.

Gianni potrebbe andare all’attacco a due o tre giri dalla fine, in modo da costringere le altre Nazionali a lavorare e permettere agli azzurri di rimanere sulle ruote sfruttando le tirate altrui. Per la verità, in un percorso in cui si fa, paradossalmente, meno fatica a stare davanti piuttosto che dietro, potrebbe anche inserirsi nella fuga del mattino. Se c’è una cosa che sappiamo con certezza, memori delle sue esperienze nelle corse fiamminghe, è che Gianni fa fatica a stare davanti quando la sede stradale è molto stretta, come sarà nel Mondiale che ci attende, e sovente è costretto a sprecare molte energie per provare a rimontare.

Per questo, la parola chiave del suo Mondiale è proprio attaccare. Per la squadra, ma anche per sé, per mettere la gara su binari favorevoli e per vedere come reagisce la gamba nel momento in cui, dopo molti mesi difficili, finalmente Gianni sembra aver ritrovato un briciolo di condizione. Ciò che accadrà in seguito non possiamo dirlo con certezza, quel che è sicuro, però, è che il modo migliore per aiutare i compagni è proprio fare il battitore libero, muoversi in prima persona da lontano e sgravarli da oneri e pressione.

 

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Foto: Valerio Origo

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