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Ciclismo, Mondiali 2019: tutti contro la corazzata danese nella crono U23. Italia con Puppio e Sobrero

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C’è una nazione che, oggi, si presenta al via della cronometro U23 dei Mondiali dello Yorkshire con ben 4 atleti (contro i due delle altre), vale a dire la Danimarca. Ciò è dovuto al fatto che i danesi possono contare su ben due slot extra poiché hanno dalla loro sia il campione del mondo in carica di categoria, ovvero Mikkel Bjerg (già iridato pure a Bergen, oltretutto) che il fresco campione europeo Johan Price-Pejtersen.

Con una tale corazzata, chiaramente, non possono che essere la nazionale da battere. Negli scontri diretti stagionali Price-Pejtersen ha sconfitto Bjerg in tre occasioni su quattro, inclusi i Campionati Europei. Nel confronto più recente, però, datato 6 settembre, nella Hafjell TT, gara norvegese a cronometro facente parte di un weekend di corse organizzato dalla Uno-X Development Team, l’iridato in carica ha rifilato 28″ al connazionale. Per questo motivo, i favori del pronostico sono tornati dalla parte di Bjerg, il quale è alla caccia di uno storico tris mai riuscito a nessuno prima d’ora.

Ma quello di Bjerg non sarà l’unico tentativo danese di fare la storia oggi. Infatti, la nazione che si affaccia sul Mare del Nord punta a occupare tutto il podio iridato, cosa mai riuscita a nessuno prima d’ora nella cronometro. Gli altri due alfieri danesi, vale a dire Morten Hulgaard e Mathias Norsgaard sono a loro volta cronomen di alto profilo. Alla sopraccitata Hafjell TT, oltre ai due connazionali, l’unico U23 che è riuscito a fare meglio di loro, per pochi secondi, è stato il norvegese Tobias Foss. Norsgaard, oltretutto, è già salito sul podio mondiale l’anno scorso.

Se il percorso, il quale, inoltre, misura più di 30 km, fosse totalmente pianeggiante e ricco di lunghi rettilinei, le altre nazioni potrebbero veramente ambire solo al 3° posto, tolto forse il Belgio che ha in Brent Van Moer, 2° l’anno scorso, un passista di livello quasi paragonabile a quello dei due danesi più forti. Tuttavia le stradine dello Yorkshire, un trionfo di curve e un continuo di salite e discese, potrebbero, come successo già nella crono juniores (la quale, però, si svolgeva su un altro circuito), rimescolare le carte in tavola.

Ecco, dunque, che corridori con qualità diverse, meno forti sul passo, ma più abili a guidare il mezzo e a prodursi in continui rilanci, potrebbero tornare in ballo per un risultato importante. Il primo nome che spunta all’occhio, guardando la startlist, è quello del vincitore del Giro di Sicilia Brandon McNulty. Lo statunitense è stato l’ultimo a battere Bjerg in un Mondiale a cronometro (eravamo a Doha e i due erano ancora junior). Nelle prove contro il tempo, per la verità, sembra essersi un po’ involuto, questo perché da un lato la sua squadra, la Rally Cycling, non gli mette disposizione mezzi all’altezza di quelli che hanno i team europei, e dall’altro poiché, di recente, ha avuto molti problemi fisici.

Negli ultimi mesi Brandon, ad ogni modo, ha ripreso a ingranare. Alla Chrono Kristin Armstrong di metà luglio, dopo tre mesi di inferno (costretto al ritiro per problemi fisici sia al California che al Giro di Svizzera), ha perso per soli 7″ dal rumeno Tvetcov. L’anno scorso, nella stessa gara, fu sempre secondo dietro all’ex Androni, ma su un percorso che misurava 5 km in meno lasciò sul piatto 52″. A fine agosto, inoltre, è arrivato 7° al Tour du Poitou-Charentes, gara a tappe francese, denotando, quindi, una condizione in crescita. Su un percorso molto tecnico, che potrebbe strizzare l’occhio più ai passisti-scalatori che non ai passisti più pesanti, potrebbe riavvicinarsi ai suoi standard.

Questo circuito, inoltre, sembra cucito su misura per lo svizzero Stefan Bissegger. Egli è un corridore totale, capace di avvicinarsi ai livelli dei migliori scalatori di categoria in salita, ma, allo stesso tempo, di vincere volate di gruppo. Agli Europei di specialità fu 3°, a 13″ da Price-Peijtersen e ad appena 2″ da Bjerg. Se, poi, dovesse piovere, allora ci sarebbero tutte le condizioni per fare il colpaccio, dato che l’elvetico è un corridore che in giornate da tregenda si esalta. Non a caso al Tour de l’Avenir ha vinto la frazione di Privas, la quale fu bersagliata dal maltempo dall’inizio alla fine.

Anche il già citato vincitore del Tour de l’Avenir Tobias Foss, su un percorso esigente, ha chance di vittoria. Sul passo anch’egli non è al livello dei due danesi più forti, ma se entrano in gioco altre variabili, allora può giocarsela. Tobias è un mago nella guida del del mezzo e in discesa ha pochi eguali al mondo, stante a quello che dicono i suoi colleghi. In un percorso ricco di curve e dove la strada va giù sovente, se in giornata può diventare un cliente scomodissimo per tutti. La Norvegia, oltretutto, ha anche una seconda punta di rango quale Iver Knotten, già 4° agli Europei di specialità.

Ci sono, poi, diversi outsiders che magari non hanno grosse chance di vittoria, ma potrebbero inserirsi almeno nella lotta per il podio. Michael Garrison, ad esempio, quest’anno è stato campione statunitense a cronometro sia U23 che Elite, anche se le sue quotazioni sono state ridimensionate da un non esaltante 10° posto, a 1’19” da Bjerg, alla Hafjell TT . Vi sono poi Dan Hoole (Paesi Bassi), Jakub Otruba (Repubblica Ceca) e Kevin Genites (Lussemburgo), tutti cronomen giunti in top-10 all’Europeo che potrebbero ripetere quelle prestazioni.

In top-10 nella rassegna europea arrivò anche il belga Ilan Van Wilder, unico corridore nato nel nuovo millennio a riuscirci. Anche oggi Van Wilder è l’unico 2000 con serie chance di fare bene. Ilan è un passita-scalatore, già 3° al Tour de l’Avenir nonostante sia solo alla prima stagione nella categoria. L’anno scorso, tra gli junior, era sovente il primo degli umani dietro a Remco Evenepoel. Su questo tracciato, dato che è forse l’atleta più talentuoso al via, potrebbe anche sorprendere.

Non ha grosse speranze l’Italia, invece, pur schierando al via due corridori indubbiamente validi come Matteo Sobrero e Antonio Puppio. Ai Campionati Europei il secondo chiuse la top-10, mentre il primo deluse parecchio. Tuttavia, su questo circuito particolare i valori potrebbero invertirsi, o meglio, tornare quelli visti della prima parte di stagione dato che al Campionato Italiano a crono Sobrero ha vinto rifilando 1’15” a Puppio in 20 km. Per Matteo, ad ogni modo, migliorare il 9° posto dell’anno scorso sarebbe già un ottimo risultato.

Altri corridori che potrebbero puntare alla top-10 sono gli austriaci Partrick Gamper e Markus Wildauer, il secondo a podio agli Europei U23 di specialità nel 2018, il portoghese Joao Almeida, nella scorsa stagione 2° nella crono real time di Cà del Poggio al Giro U23, l’elvetico Marc Hirschi, già professionista affermato anche se non grandissimo specialista delle prove contro il tempo, il campione irlandese Michael O’Loughlin, il francese, campione europeo di specialità tra gli junior nel 2016, Alexys Brunel e il connazionale Thibault Guernalec, campione di Francia U23 delle prove contro il tempo.

Tra i nomi meno considerati, potrebbero sorprendere i due ungheresi Barnabas Peak e Attila Valter, anche perché il circuito si presta a due corridori esplosivi e abili a guidare il mezzo loro due. Peak è stato per anni il cronoman magiaro di riferimento, tanto che da junior, nel 2016, fu 7° al Campionato Europeo di specialità e l’anno scorso, invece, fu 11° alla rassegna europea dedicata agli U23. Sempre nel 2018 aveva vinto il campionato nazionale rifilando oltre 2 minuti a tutti. Valter, il quale, però, quel giorno non partecipava, ha stupito vincendo il titolo ungherese a crono in questa stagione, rifilando, oltretutto, quasi 3′ in 38 km a Peak. Quella è stata l’unica volta in carriera in cui ha fatto un exploit di tal portata, ma quella era anche la prima prova contro il tempo più lunga di 20 km che faceva.

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Foto: LaPresse

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