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Ciclismo, un problema posturale alla base degli infortuni di Fabio Aru?

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Pubblichiamo una lettera del nostro lettore Luigi Pimpinella, ingegnere meccanico specializzato in biomeccanica dello sport, il quale esprime un parere, a titolo puramente personale, sulla possibile causa che ha portato Fabio Aru ad accumulare problemi fisici in serie nell’ultimo biennio.

Prima dell’inizio della tredicesima tappa Fabio Aru ha annunciato il ritiro dalla Vuelta. La motivazione dell’atleta: ‘Le analisi condotte con il personale medico del team hanno mostrato un forte danno muscolare che non mi ha permesso di riprendermi dagli sforzi. La situazione stava peggiorando, quindi, insieme allo staff medico del team abbiamo deciso di fermarci ed effettuare ulteriori controlli. Mi dispiace ritirarmi ma, data la situazione, era impensabile continuare’. Si aggiunga la notizia di questi giorni che un virus (il Citomegalovirus) ha colpito il ciclista come dichiarato da Jeroen Swart, responsabile medico della sua formazione.

E pensare che l’intervento chirurgico subìto lo scorso 1° aprile per un’ostruzione all’arteria iliaca della gamba sinistra aveva fatto sperare ai tanti tifosi che fosse finalmente stata trovata la causa di tutti i mali che hanno afflitto il nostro campione negli ultimi due anni.
Da notare che questa gamba sinistra in più occasioni è stata colpita dalla sfortuna. Infatti già durante la Volta a Catalunya del marzo 2018, a seguito di una caduta, aveva ricevuto un forte trauma. La contusione si è ripetuta nella Vuelta appena conclusa, durante la cronosquadre di Torrevieja, per
una caduta di gruppo. Tanto che alcuni giorni dopo, all’arrivo a Javalambra, il ciclista sardo dichiarava alla Gazzetta dello Sport: ‘Sono arrivato con gli altri ma faccio veramente fatica a stare seduto sulla sella. A spingere da seduto la gamba sinistra mi fa male. A livello muscolare ho tante
tensioni post-caduta che sono peggiorate nei giorni successivi. Ma peggiorate tanto’.

Quando parliamo di Fabio Aru, parliamo di un campione, non di una promessa non mantenuta! Fabio ha vinto una Vuelta nel 2015, due podi ai Giri 2014 e 2015, un 5° posto finale al Tour de France del 2017; risultati questi che non accadono per caso! Allora cosa sta accadendo al nostro Cavaliere dei Quattro Mori da due anni ad oggi?

Senza nulla togliere al qualificato staff medico che lo segue, facciamo qualche semplice considerazione. Sappiamo che la gamba sinistra è stata oggetto negli ultimi anni di alcuni traumi da caduta e di un intervento chirurgico. Dagli ultimi studi scientifici sulla biomeccanica sportiva e sulle catene muscolari (T. Myers, L. Busquet) è emerso che ogni trauma genera nell’uomo delle modifiche posturali (definite “compensi”) poste in atto dall’organismo per sopperire alle funzioni muscolari alterate e temporaneamente non più attive. Questi schemi motori “alternativi”, una volta rimossa la causa che li ha prodotti, devono essere destrutturati per permettere all’organismo di ripristinare i precedenti e per portare il soggetto alla sua naturale fisiologia. Permanere nell’errata condizione crea uno scorretto funzionamento delle catene muscolari e quindi un rendimento fisico ridotto dell’atleta, un precoce affaticamento sotto sforzo e, in ultimo, dolori. E’ la tecnica chiamata “rieducazione posturale”, elaborata negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale, dalla fisioterapista Francoise Mézières.

Per fare un esempio è come avere la propria automobile con le ruote fuori convergenza che vanno riportate all’assetto originale per ripristinarne la piena funzionalità. E se Fabio Aru avesse un problema posturale non risolto, diretta conseguenza dei vari traumi, che ne altera la corretta postura in bicicletta e che ne condiziona il rendimento agonistico, soprattutto durante gli sforzi prolungati (ad esempio le lunghe salite)?

Questo potrebbe spiegare “il forte danno muscolare” lamentato, in quanto una muscolatura (o una catena muscolare) fortemente sollecitata in condizioni posturali non corrette si affatica velocemente, causa difficoltà nell’attuare il gesto motorio (“faccio fatica a stare seduto sulla sella”) e infine
genera dolori. E’ noto che un’errata postura statica influenza quella dinamica, ancor di più poi per un atleta che come Aru utilizza una bicicletta. La fase di recupero di un ciclista dopo un trauma deve prevedere anche un continuo adeguamento biomeccanico del mezzo, aspetto questo fondamentale ai fini del raggiungimento di un perfetto set-up finale. In sostanza il processo di ripristino della corretta postura statica deve svolgersi congiuntamente a un altrettanto importante perfezionamento della postura dinamica ovvero del posizionamento biomeccanico in sella. L’uno non può escludere l’altro.
In ogni caso il desiderio e l’augurio di tutti noi è di rivedere il nostro Cavaliere al massimo della condizione perché abbiamo bisogno delle sue imprese per tornare a sognare in questo sport tanto amato”. 

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Foto: Valerio Origo

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