Formula 1

F1, Mondiale 2019: le lacune progettuali che attanagliano la Ferrari. Motore da far invidia, ma aerodinamica e trazione…

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Ci sono volute quindici gare e più di dieci mesi ma alla fine la Ferrari è riuscita a tornare finalmente alla vittoria nel GP del Belgio 2019 di F1. Il protagonista assoluto di giornata è l’astro nascente di Maranello Charles Leclerc, abile a concludere nel migliore dei modi possibili un weekend dominato fin dal venerdì e in cui è stato costantemente più rapido anche del compagno di squadra Sebastian Vettel. Il tedesco, dal canto suo, ha comunque mostrato ancora una volta quella grandissima umiltà e senso di appartenenza alla squadra che ha sempre avuto e una volta resosi conto che la sua strategia era chiaramente quella sbagliata si è messo a testa bassa ad aiutare il compagno.

“Tenere dietro Lewis senza quello che ha fatto Sebastian sarebbe stato difficile per non dire impossibile, visto che Hamilton andava veramente troppo forte. Lo devo ringraziare” è l’elogio di Charles al lavoro di Vettel, dopo una corsa in cui la SF90 si è rivelata questa volta davvero troppo veloce per poter essere ripresa dai mai domi piloti Mercedes.

Eppure il divario sul giro secco mostrato per tutte le prove è stato davvero impietoso, il più alto che si ricordi della Ferrari a una scuderia rivale da almeno quindici anni. Il propulsore italiano era già nettamente il più prestazionale anche prima della sosta e i nuovi lubrificanti sviluppati in collaborazione con Shell e portati in Belgio hanno effettivamente funzionato, garantendo migliori prestazioni rispetto alla ormai vecchia seconda specifica del motore che verrà ora definitivamente abbandonata. L’efficienza aerodinamica della SF90 è un vero capolavoro e anche in Mercedes sono restati stupiti da quanto inavvicinabile sia stata la Rossa nel T1 per tutto il fine settimana.

Tuttavia la coperta è corta e certamente la troppa efficienza ha portato a una carenza sostanziale di carico verticale che mette in una crisi infinita la vettura ogni qualvolta che la velocità si riduce; tutto il delicato sistema di messa in temperatura della gomma ne risente pesantemente e, di conseguenza, anche la trazione in uscita dalle curve lente e medio-lente. Negli ultimi due Gran Premi in particolare si è potuto notare un enorme effetto collaterale di questo problema, visto che il degrado delle gomme è stato davvero spropositato rispetto ai rivali Mercedes; l’extra grip della gomma morbida nasconde gran parte dei guai al sabato ma sul passo gara le cose sono ben differenti e anche su tracciati totalmente Ferrari come Spa Francorchamps si è stati costretti a soffrire e sacrificare un pilota per ottenere il successo dell’altro.

Ora si guarda avanti, con il Gran Premio d’Italia alle porte che si corre sulla pista perfetta per una vettura come la SF90 e davanti alla marea di tifosi rivitalizzati dal trionfo belga le aspettative per poter vivere una domenica meravigliosa con entrambi i piloti a festeggiare sul podio, sono molto elevate.

 

 

 

 

 

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Twitter: MickBrug

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