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Formula 1

F1, tutti gli errori e i ritiri della Ferrari nel Mondiale 2019. Rimpianti infiniti

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La Ferrari esce da Sochi con la grande consapevolezza di aver gettato al vento la possibilità di riscrivere la storia della propria stagione. Una prima parte di 2019 passata in enorme sofferenza per via di una SF90 che non riusciva a generare carico verticale e si trovava in evidente difficoltà con queste complicate nuove gomme Pirelli, difficili da mettere nella finestra ottimale di utilizzo. Un lungo calvario che ha vissuto i suoi due momenti più bui probabilmente in Spagna, dove ci si è resi conto che la stagione stava già sfuggendo dalle mani degli uomini di Maranello, e in Ungheria, quando entrambe le Rosse si sono trovate sulla linea del traguardo a oltre un minuto dai due principali competitors.

Le vacanze estive hanno permesso di rifiatare e ricaricare le batterie e il doppio appuntamento favorevole, in Belgio e a Monza, convertito in altrettante vittorie sembrava un ottimo palliativo per curare le ferite patite fino a quel momento. Con la gara di Singapore però tutto è cambiato perché gli aggiornamenti su muso e fondo hanno decisamente rivitalizzato in curva la SF90, permettendo a Charles Lerclerc e Sebastian Vettel di ottenere una fantastica doppietta che poteva tranquillamente ripetersi ieri senza il problema accusato sull MGU-K della vettura del tedesco.

I problemi di questa stagione però non possono essere ricondotti solamente alla mancanza di competitività nei tratti lenti della vettura, in quanto si sono verificati parecchi episodi nei quali il box o i piloti sono stati i responsabili del mancato raggiungimento degli obiettivi prefissi.

Analizzando la stagione nel suo intero possiamo notare come questi errori siano stati davvero numerosi:

Sakhir, Bahrein: Leclerc stava dominando la gara e la rottura di un cilindro lo ha privato di una storica prima vittoria già alla sua seconda corsa in Rosso e nel frattempo Vettel commetteva il primo grave errore finendo in testacoda nel corpo a corpo con Hamilton

Baku, Azerbaijan: Leclerc mostra un passo dominante nelle libere ma finisce a muro durante la qualifica, perdendo ogni possibilità di lottare con le Mercedes.

Monte Carlo, Monaco: Leclerc manca clamorosamente l’accesso al Q2 per un eccesso di confidenza del suo box dopo un non ottimale primo tentativo del padrone di casa.

Montreal, Canada: Vettel viene penalizzato per essere rientrato in maniera non sicura dopo un lungo in curva 3 mentre lottava con Hamilton. Decisione che resta tutt’oggi molto discutibile da parte dei commissari, ma l’episodio ha certamente influito pesantemente su tutta la parte centrale di stagione del tedesco.

Paul Ricard, Francia: Vettel accusa un calo di potenza ad inizio del Q3 e si qualifica solo settimo, chiamandosi fuori dalla lotta per il podio a prescindere.

Spielberg, Austria: Nuovo problema nel Q3 per Vettel che deve così partire per la seconda volta dal centro del gruppo, poi in gara il contatto Verstappen-Leclerc che decide la gara è giudicato a favore dell’olandese.

Silverstone, Gran Bretagna: secondo grave errore stagionale di Vettel che tampona Max Verstappen nel tentativo di sorpasso e pone fine alla propria corsa.

Hockenheim, Germania: Vettel accusa un altro problema sulla sua vettura ad inizio del Q1 ed è costretto a partire dal fondo nella sua gara di casa, Leclerc sbatte a muro durante la corsa quando era in un’ottima posizione da podio.

Monza, Italia: pasticcio al sabato nel gioco delle scie, con Leclerc che in maniera molto furba sfrutta il caos generale del Q3 per non restituire il favore al compagno e mantenere la pole position. In gara il testacoda solitario davanti alla marea rossa di Vettel mentre cercava di rimontare è forse il momento più buio del percorso in Rosso del teutonico.

Sochi, Russia: Vettel si prende meritatamente la prima posizione al via ma il team interviene decidendo di reinvertire le posizioni durante il primo pitstop, sacrificando incredibilmente la corsa del leader. Dopo la sosta la Ferrari #5 si ferma per un problema alla parte ibrida del propulsore e Leclerc tenta una strategia troppo aggressiva, finendo col perdere anche la seconda posizione.

A tutto questo bisogna inoltre aggiungere anche le strategie che, seppur non abbiano prodotto effetti devastanti, si sono rivelate occasioni perse per incrementare il proprio bottino di punti; non per ultimo poi lo spropositato numero di errori che sono stati commessi durante i pit-stop.

Insomma in direzione 2020 non c’è solamente un progetto competitivo da portare avanti ma sarà necessario gestire al meglio la situazione spinosa che si sta creando internamente tra i due piloti e colmare le lacune evidenziate perché senza l’affidabilità (intesa come capacità di non incappare in passi falsi di qualunque tipo) un Mondiale di F1 non è possibile portarlo a casa.

 

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michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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