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‘Marcia su Tokyo 2020’: bene il canottaggio, ma…Passo indietro del judo, il ritorno di Irma Testa

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Con il crepuscolo del mese di agosto e l’inizio di settembre ha preso il via un periodo intensissimo di grandi eventi sportivi: sei settimane che diranno molto sulle reali potenzialità dell’Italia alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.

E’ senz’altro positivo il bilancio complessivo del canottaggio: sono addirittura 9 le barche qualificate direttamente per i Giochi ed è probabile che nel 2020 possa materializzarsi almeno un altro ticket per il Sol Levante. Il Bel Paese ha già fatto meglio di Rio 2016 (8) e delle precedenti edizioni di Londra 2012 e Pechino 2008 (7). Non è però tutto oro quello che luccica. La spedizione remiera si prospetta importante più dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Il bilancio delle medaglie olimpiche è peggiorato rispetto all’edizione dei Mondiali 2018. Il quattro di coppia, complici vari malanni ed acciacchi che hanno colpito nei mesi scorsi tutti i componenti dell’equipaggio, è sceso dal primo al terzo posto; non è giunto nessun podio dalla punta, dove la coperta appare oggettivamente corta (i tecnici dovranno decidere con attenzione se collocare Lodo-Vicino nel 2 o nel 4 senza: appare complicato pensare di giocarsi una medaglia con entrambe le barche); Oppo-Ruta, argento nel doppio pesi leggeri, si confermano dei piazzati di successo, senza mai riuscire a compiere lo step decisivo per l’oro; il settore femminile, seppur in crescita esponenziale (4 pass conquistati rappresentano un record), resta molto distante dal gotha della disciplina, soprattutto in termini di potenza e struttura fisica. A nostro avviso l’Italia potrà giocarsi tre chance di medaglia a Tokyo 2020: 4 di coppia, doppio pl ed una delle due imbarcazioni dove verranno collocati Lodo-Vicino. Anche il Mondiale appena concluso ha sancito nuovamente una certa allergia del remo tricolore all’oro: non è un caso che l’ultimo trionfo a cinque cerchi risalga al 2000.

Dopo un buon Europeo e svariati risultati positivi tra Grand Prix e Grand Slam, il judo è ritornato sulla terra ai Mondiali di Tokyo. Bottino deficitario per gli azzurri, che tornano a casa senza medaglie. L’unico ad aver sfiorato il podio è stato Manuel Lombardo, quinto nei -66 kg dopo aver perso contro il giapponese Abe una controversa finale per il bronzo. Il 20enne cresciuto nella Akiyama di Settimo Torinese, già campione del mondo Under21 nel 2018, si è rapidamente fatto largo anche tra i grandi, dimostrando di poter affrontare a viso aperto e senza paura qualsiasi avversario. Peraltro in questa categoria il Bel Paese può contare anche su Matteo Medves, reduce da due argenti consecutivi agli Europei: uno solo dei due potrà staccare per il pass olimpico e la concorrenza interna potrebbe giovare ad entrambi.
Per il resto, la maggior parte degli azzurri non ha demeritato, non riuscendo tuttavia mai a sovvertire il pronostico al cospetto di avversari più quotati e blasonati. I talenti non mancano: pensiamo a Maria Centracchio, Alice Bellandi ed Antonio Esposito. Resta tuttavia un gap ancora evidente dall’elite di questo sport. Non è stato un buon Mondiale per le punte Odette Giuffrida e Fabio Basile, entrambi estromessi al primo vero ostacolo dei rispettivi tabelloni: tra infortuni (Giuffrida) ed esperienze extra-sportive (Basile), entrambi hanno raccolto molto poco nel triennio che ha fatto seguito ai fasti di Rio 2016.

Chiudiamo con due buone notizie. L’equitazione ha festeggiato una meritatissima qualificazione per la squadra di completo, al termine di una stagione che ha visto l’Italia mantenersi sempre su livelli eccelsi, come testimonia anche il primato nella classifica generale della Nations Cup. Un team senza stelle, che fa della compattezza e della regolarità la propria forza. E chissà che non possa riservare una gradita sorpresa fra un anno.
L’Italia ha brillato anche agli Europei di boxe femminile con un bilancio record di 2 ori, 1 argento e 2 bronzi. Due podi sono maturati in categorie di peso olimpiche. Irma Testa ha letteralmente dominato nei -57 kg: dopo un biennio di appannamento, a 21 anni sembra ormai pronta ad indossare i panni della star dopo aver vinto praticamente tutto a livello giovanile ed aver partecipato alle Olimpiadi di Rio 2016 appena maggiorenne. La nativa di Torre Annunziata ha mutato il proprio approccio pugilistico: non più remissivo, ma propositivo, con una velocità di esecuzione che confonde le avversarie ed un colpo d’occhio che le consente di “schivare” anche da distanza ravvicinata. Il prossimo esame sarà rappresentato dai Mondiali, tuttavia l’oro continentale sembra qualcosa in più di un semplice indizio: Irma Testa può pensare in grande in vista di Tokyo 2020.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Federcanottaggio

4 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    3 Settembre 2019 at 11:21

    Il dato che emerge dal canottaggio azzurro è che dopo 36 anni (Duisburg 83) , l’Italia non riesce a confermare nel mondiale preolimpico il solito unico oro che vinceva nel corso del quadriennio, compresi quindi gli anni post-olimpici. Il calo vistoso dal post-olimpico 2017 al preolimpico attuale è una cosa che si era verificata appunto quasi 40 anni fa, solamente nel primo quadriennio in cui gli azzurri vinsero un oro mondiale in barca olimpica. E’ un’eccezione quindi e non una consuetudine.
    Quello che si ripete invece è la difficoltà dell’Italia nel nuovo secolo ,nel costruire una barca vincente e
    confermarla ai vertici raggiunti, a prescindere dal momento nel quadriennio.
    Il grande pregio degli azzurri in questo sport è sempre stato la regolarità, sia nei podi che nel solito oro
    vinto con l’eccezione dei mondiali 94-95 in cui si vinsero 3 ori in ciascuna edizione , e a livello olimpico
    con i due ori di Seul 88. Per il resto quando si è vinto,si è vinto al massimo un oro.
    Quindi pur non avendo quasi mai fatto chissà quali exploit o tenuto i ritmi delle grandissime nazioni
    (compresa la Nuova Zelanda di questo secolo assolutamente incredibile), l’Italia era riuscita a mantenersi ai
    vertici nei campionati mondiali e a stare nel gruppo delle forti anche ai Giochi , dove è capitato di
    raccogliere a volte meno rispetto a ciò che si faceva in alcuni quadrienni (Atlanta 96 su tutti).
    Dal 2001 ad oggi le cose sono progressivamente peggiorate, zero ori in quattro edizioni dei Giochi (fuori
    dalle venti del medagliere complessivo del 21°secolo), ma anche 7 ori in 15 mondiali e soprattutto nessuna
    vittoria da Atene 2004 a Londra 2012 con in mezzo 6 campionati mondiali e Pechino 2008 compresi ,sono un numero eloquente per un movimento come quello italiano, con le prime 5 della classe scappate via e una serie di nazioni mono-imbarcazione o quasi che fanno come noi se non meglio.

    Questo gruppo però è assolutamente in grado di andare a medaglia in ognuno dei tre settori in cui gli azzurri
    sono più brillanti e cioè i pesi leggeri , la coppia ,e la punta. E in uno di questi casi si deve avere una
    barca in grado di lottare per il titolo, con canottieri come questi.
    La punta è evidente che si sia dimostrata fin qui molto influenzata dal rendimento di Lodo-Vicino (tra i
    pochissimi ad aver battuto i Sinkovic), presumendo che stiano al top però, ma è altrettanto evidente che a
    Rio si sia cercata la quantità più che la qualità. Se c’è un imbarcazione campione del mondo come il 4 senza
    di Aiguebelette si punti su quel gruppo più eventualmente Rosetti. Diversamente si lasci provare i due
    azzurri riformatisi come coppia dopo gli infortuni e l’operazione di Vicino, realmente solo negli ultimi
    mesi. Va fatta una programmazione efficace con scelte ben definite in maniera tempestiva.
    Mi auguro per i pesi leggeri che tutte le verifiche del caso siano state fatte, non aggiungo altro.
    Il 4 di coppia credo possa avvicinarsi molto di più a Olanda e Polonia e giocarsela con chiunque altra , spero non ci siano girandole di cambi con decisioni di curare il doppio, a meno che non si abbiano indicazioni di superiorità tale da voler puntare su quest’ultima imbarcazione.
    Vedremo se ci sarà il ritorno alla tanto sospirata vittoria alle Olimpiadi tra un anno, di sicuro sei finale e tre medaglie devono essere obbiettivo da portare a casa.

  2. Graziano

    2 Settembre 2019 at 15:43

    Spesso lo sport è fatto di ricorsi storici: guardando gli ultimi quadrienni olimpici, nel canottaggio abbiamo sempre fatto sfracelli nell’anno dopo le Olimpiadi, un po’ meno nell’anno pari, ridimensionamento nell’anno preolimpico e gare olimpiche buone ma senza il grande acuto. Finora il canovaccio si è ripetuto, con la differenza che a livello medio siamo cresciuti e potremmo anche portare 10 barche a Tokyo. Nel judo è vero che il contesto olimpico è paradossalmente meno qualificato dei Mondiali, ma è altrettanto vero che sono troppi anni che manchiamo ai vertici e qualche problema a livello tecnico c’è. Nell’equitazione la scelta di pensare alla qualificazione olimpica prima ancora che la podio europeo è stata giusta, restano le perplessità tornando indietro nel tempo legate agli Europei di salto ostacoli, soprattutto sulle scelte di Bartalucci che ha deciso di puntare tutto sulla finale di Nations Cup. Sul tiro a segno poco da dire, con l’uscita di Campriani abbiamo fatto passi indietro evidenti e non averlo coinvolto in un progetto tecnico dopo il suo giustissimo ritiro agonistico (meno male che non è tornato!) è un autogol clamoroso.

  3. Andry84

    2 Settembre 2019 at 12:16

    Lodo e Vicino devono risalire sul 4 senza e farne un equipaggio da podio certo e in grado di rivaleggiare con la GB che l’ anno prossimo volerà su questa imbarcazione, il 2 senza potrà , a mio parere, competere per il bronzo con i 2 ragazzi che scenderanno dal 4 o magari qualche giovane oppure qualcuno che scende dall’ 8, anche perché ho la sensazione che l’ anno prossimoo possa rientrare Bond per una sfida titanica con fratelloni croati, il che lascerebbe spazio per 1 sola medaglia.Il 4 di coppia e il doppio pesi leggeri saranno sicuramente da medaglia.
    Nell’ equitazione buona qualificazione degli azzurri, anche se quest’ anno bisognava impegnarsi per non qualificarsi, e comunque , col nuovo regolamento che non prevedi più il punteggio di scarto, è importante essere presenti in quanto la gara a squadre sarà apertissima e soggetta a sorprese visto che basta una eliminazione o una squalifica o una prova di cross country storta per levare qualsiasi squadra dalla lotta per il podio.
    Nella giornata di ieri il rammarico grosso riguarda il tiro a segno in quanto Mazzetti ha gettato al vento una grandissima occasione per strappare la carta nella pistola automatica non capitalizzando la grandissima prima giornata di tiro.Nel judo a livello di Mondiali fatichiamo tantissimo ormai da tantissimi anni, comunque credo che una medaglietta l’ anno prossimo arriverà nel contesto olimpico che è molto più morbido del Mondiale.

    • Fabio90

      2 Settembre 2019 at 13:58

      Mi sembra di capire che un oro a Tokyo nel canottaggio sarà complicato? Avevo letto mesi fa previsioni ottimistiche, seguo poco questo sport al di fuori delle Olimpiadi, vorrei capire le reali chances

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