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MotoGP, analisi Mondiale 2019: Marquez vicinissimo all’ottavo sigillo, Dovizioso reagisce d’orgoglio

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Il quattordicesimo appuntamento del Motomondiale si è chiuso ieri con l’ottava vittoria stagionale di Marc Marquez che è stato autore di un vero e proprio dominio per tutto il weekend del GP di Aragon di MotoGP fin dal venerdì mattina. Lo spagnolo non si trovava così a suo agio dal Sachsenring e l’impressione che lascia ogni volta che il tracciato si adatta perfettamente alla sua moto o al suo stile di guida è che davvero non ci possa essere anima viva sulle due ruote in grado di avvicinarlo.

La questione titolo mondiale è ormai una pura formalità, 98 punti di vantaggio a cinque gare dalla fine significa che se in Thailandia il pilota della Honda dovesse guadagnare due punti su Andrea Dovizioso si laureerebbe per l’ottava volta Campione del Mondo e il discorso sarebbe definitivamente chiuso anche per la matematica. Proprio il ducatista forlivese è stato però autore della prestazione di giornata, ribaltando ogni pronostico con una Desmosedici imbizzarrita fino a ieri mattina e miracolosamente ritrovata proprio nel momento del bisogno; dopo una discreta partenza il passo di Dovizioso è parso migliorare giro dopo giro e alla fine la soddisfazione per essere risultato il primo degli umani non può che essere tanta.

Per il terzo gradino del podio in classifica la battaglia si fa invece sempre più serrata. Al momento, dopo Aragon, ci troviamo l’iberico della Suzuki Alex Rins che non si è lasciato intimorire da una pessima qualifica e da un’altrettanto negativa partenza salvando alla fine un nono posto che gli è valso il sorpasso su Danilo Petrucci. L’umbro è ormai costantemente l’ombra di se stesso e la maggior parte del bottino di punti che gli permette di essere ancora così in alto è stato tutto ottenuto nella primissima fase della stagione.

Si apre poi l’enorme capitolo Yamaha. Tra Maverick Viñales (quinto) e Fabio Quartararo (settimo), passando per Valentino Rossi a sandwich tra i due, ci sono ventiquattro punti di differenza e i tre alfieri della M1 potrebbero ambire ad andare ad attaccare Rins che dista solamente 8 lunghezze dal catalano. Il momento di forma, però, è molto diverso perché se Maverick e Fabio appaiono costantemente tra i primi e competitivi gara dopo gara, per il Dottore le cose sono molto diverse, complice soprattutto l’elevata (eccessiva) usura della gomma posteriore con il quale Valentino si trova sempre meno a proprio agio.

Merita un’ultima menzione anche l’australiano Jack Miller che continua il suo meticoloso e preciso lavoro in sella alla Pramac e spesso riesce anche a stare davanti alle due Ducati factory. Il ventiquattrenne è ancora molto vicino alle code mondiali del ben più esaltato Quartararo (solamente 6 punti separano i due) e si candida sempre più calorosamente verso un possibile passaggio nel team ufficiale se Petrucci non riuscirà a rialzare a breve la testa.

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Foto: Valerio Origo

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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