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Rugby, Mondiali 2019: Italia promossa. Ora tanti dubbi per O’Shea

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All’Italia a Fukuoka non si chiedeva solo la vittoria, possibilmente con il bonus, ma si chiedeva una risposta dopo i tanti interrogativi sorti dopo la non esaltante prestazione di domenica scorsa con la Namibia. Gli azzurri dovevano vincere, ma soprattutto convincere ed evidenziare nettamente la distanza che c’è tra il movimento italiano e quello delle squadre che la seguono nel ranking. E con il Canada questa risposta c’è stata. Caratteriale e di gioco.

Gli azzurri hanno iniziato a vincere il match fin dall’inizio, con un atteggiamento aggressivo e convinto, lasciando poco spazio al Canada nei primi minuti. La terza linea formata da Seb Negri, Jake Polledri e Braam Steyn ha reso i set-piece azzurri devastanti, con il numero 8 che ha mosso tantissimi palloni proprio da mischia chiusa, dimostrando che quest’Italia ormai non è più Parisse dipendente. Anzi, senza il capitano, probabilmente, gli azzurri hanno potuto osare qualcosa in più, giocare più sulla mobilità del proprio pack e questo ha schiacciato fin da subito i canadesi nella loro metà campo. Non a caso la prima meta porta proprio la firma di Steyn, mentre a inizio ripresa è stato Sebastian Negri ad andare oltre, scavando il gap decisivo nel match.

E se la terza linea ha dato spettacolo, va dato merito anche a uno dei giocatori che nella preparazione ai Mondiali aveva lasciato più dubbi. Callum Braley, sconosciuto ai più, era l’oggetto misteriosi in mediana. Ebbene, oggi l’italo-inglese ha saputo dare velocità e sicurezza alle azioni azzurre, aiutato sicuramente dall’ottimo lavoro in ruck delle terze linee, ma il ritmo che l’Italia ha saputo imprimere alla partita – seppur va ricordato contro un modesto Canada – è partito proprio da lui.

Vincente, almeno oggi, anche la scelta di Conor O’Shea di puntare sul doppio regista. Spostando Jayden Hayward a centro, infatti, si è perso forse un po’ di peso in mezzo al campo, ma l’estremo della Benetton Treviso ha svolto dignitosamente il suo compito, ma soprattutto ha lasciato la maglia numero 15 a Matteo Minozzi. Minozzi si esprime al meglio a estremo, è limitato all’ala, e oggi lo ha dimostrato mettendo in grandissima difficoltà la difesa canadese ogni volta che ne ha avuto occasione.

Infine, una delle note negative con la Namibia era stata la difesa. Oggi gli azzurri sono stati più concentrati, nella seconda metà del primo tempo hanno concesso molto possesso al Canada, ma hanno difeso con ordine. Va detto che i nordamericani hanno sbagliato tantissimo, rendendo il compito degli azzurri decisamente meno arduo, ma c’è stata una crescita rispetto a quattro giorni fa, anche se un paio di partenze in prima fase e alcuni contrattacchi con DTH van der Merwe hanno evidenziato come in questo settore gli azzurri devono ancora lavorare molto in vista del Sudafrica.

E, a proposito di Sudafrica, la partita di oggi sicuramente renderà difficili le scelte di Conor O’Shea in vista di venerdì prossimo. In particolare sono alcuni titolari “storici” della sua Italia che si vedono minacciati dai cosiddetti rincalzi, che oggi hanno dato grande prova di sé. Torniamo a citare Braam Steyn, perfetto a numero 8, che rischia di far concorrenza a Sergio Parisse, che forse dovrebbe venir usato come impact player nella ripresa, così come sarà un bel ballottaggio tra Tito Tebaldi e Callum Braley in mediana. Con Minozzi inamovibile a 15, O’Shea dovrà decidere se confermare Jayden Hayward a centro o tornare su Luca Morisi, che comunque con la Namibia era stato tra i migliori in campo. Insomma, tante domande che nei prossimi giorni dovranno trovare una risposta.

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Foto: Lapresse

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