Rugby
Rugby, Mondiali 2019: le favorite. Dagli All Blacks all’Irlanda, ecco chi punta al titolo
Venerdì, con il match inaugurale tra Giappone e Russia, prenderà il via la nona Coppa del Mondo di rugby. Da venerdì venti Nazionali si sfideranno per superare la fase a gironi e poi puntare, con forza, ad arrivare all’International Stadium di Yokohama il prossimo 2 novembre, quando si disputerà la finalissima che vale il titolo. Venti squadre, ma quali di queste hanno reali chance di arrivare fino alla fine e di alzare la Coppa? Guardando alle partecipanti le favorite appaiono cinque, con un paio di outsider che possono sognare il colpaccio.
Chi non può nascondersi è sicuramente la Nuova Zelanda. Gli All Blacks sono i campioni in carica, hanno già vinto tre Mondiali (tra cui gli ultimi due) e da sempre sono sul tetto del mondo. La squadra di Steve Hansen arriva in Giappone alla fine di un ciclo vincente e il CT vorrà chiudere la sua esperienza con l’ennesimo trionfo. La squadra è molto esperta, ha giocatori di assoluto livello e anche se ha perso il primo posto nel ranking mondiale resta la favorita numero 1. Dalla sua parte anche la cabala, visto che ha perso la Rugby Championship quest’estate e, ogni volta che l’ha persa nell’anno iridato, poi ha vinto il titolo.
Il ranking mondiale va preso con le molle, ma la Rugby World Cup parte con l’Irlanda in vetta. Per assurdo, la squadra di Joe Schmidt ha conquistato il primo posto forse nel periodo più difficile degli ultimi anni, ma gli irlandesi devono rientrare tra i favoriti per la vittoria finale. Jonathan Sexton e compagni, poi, in questi anni hanno saputo fermare per ben due volte gli All Blacks e questo dà loro una consapevolezza che mai avevano avuto prima. Certo, vincere sarebbe straordinario per una Nazionale che da sempre fa parte dell’élite mondiale del rugby, ma che nella sua storia non ha mai saputo superare i quarti di finale ai Mondiali. Le chance irlandesi, però, passano da una variabile fondamentale: lo stato di salute e di forma della coppia mediana formata da Conor Murray e Jonathan Sexton. Se loro girano, allora l’Irlanda può puntare in alto, se loro saranno acciaccati, la strada si farà durissima.
Tornando nell’Emisfero Sud, tra le pretendenti al titolo c’è il Sudafrica. Gli Springboks hanno vinto l’ultima Rugby Championship, sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni e sono tornati la squadra concreta che ha saputo trionfare nel 2007. Inserito nel girone con gli All Blacks, il Sudafrica avrà subito un banco di prova importante nella sfida inaugurale contro la Nuova Zelanda. Chi vince, al 99%, chiuderà primo il girone e avrà un quarto di finale più abbordabile, ma soprattutto chi vince avrà la consapevolezza di una superiorità nello scontro diretto contro una pretendente al titolo. Il Sudafrica punta forte sulla mischia, forse la più forte al mondo, ma attenzione anche alla linea dei trequarti, dove gli Springboks hanno giocatori che possono cambiare la partita da un momento all’altro.
Sono i campioni in carica del 6 Nazioni, poche settimane fa hanno assaporato – seppur per poco – il gusto di essere per la prima volta primi nel ranking mondiale, e arrivano alla Rugby World Cup guidati da Warren Gatland, che chiuderà il suo lungo ciclo dopo aver vinto tantissimo. Il Galles è una delle favorite alla vittoria finale, avrà una fase a gironi relativamente tranquilla (la sfida con l’Australia deciderà il primo posto, quella con le Fiji è l’unica possibile (ma improbabile) incognita, mentre i match con Georgia e Uruguay dovranno essere delle formalità) e dopo potrà sfruttare proprio la propria esperienza negli scontri diretti contro le squadre più forti. Se la mischia non è da sottovalutare, occhio a giocatori come Dan Biggar, Leigh Halfpenny, George North e Liam Williams, tutti in grado di fare la differenza.
Quinta favorita per il titolo è l’Inghilterra di Eddie Jones. I britannici arrivano ai Mondiali con molte incognite, hanno vinto il 6 Nazioni nel 2016 e nel 2017, hanno giocatori di grande qualità, ma ultimamente è sempre sembrato che all’Inghilterra mancasse qualcosa. Eddie Jones è uno stratega perfetto (basti ricordare la clamorosa vittoria del suo Giappone sul Sudafrica ai Mondiali 2015) e ha lavorato nell’ultimo biennio solo in ottica Rugby World Cup. L’Inghilterra viaggia sulla carreggiata formata da Owen Farrell e George Ford, con Jones che spesso ha puntato al doppio playmaker per dare più opzioni alla linea dei trequarti e mettere più pressione agli avversari. Nella fase a gironi dovrà stare attenta a Francia ed Argentina, ma se eviterà un flop clamoroso poi potrebbe arrivare fino alla fine.
Non è tra le favorite, ma sicuramente un ruolo di outsider di lusso può averlo l’Australia. L’avventura di Michael Cheika sulla panchina dei Wallabies non è stata facile, molte le critiche e molti i dubbi negli ultimi anni. L’Australia però ha i giocatori per poter battere chiunque se la giornata è quella giusta. Molto si capirà il 29 settembre, quando i Wallabies affronteranno il Galles nella fase a gironi e quel giorno si vedrà se Michael Hooper e compagni hanno la testa per arrivare fino in fondo. Rispetto al recente passato importanti i ritorni di James O’Connor e Adam Ashley-Cooper nella rosa di Cheika. Basteranno?
Difficile immaginare la Francia di Jacques Brunel capace di arrivare fino al 2 novembre. I Bleus hanno mostrato in questi anni una qualità non a livello delle Nazionali più forti e l’ex ct dell’Italia ha spesso mescolato le carte, dimostrando di non avere le idee chiare su quali siano i giocatori su cui vuole realmente puntare. La Francia resta però una delle squadre più forti in circolazione ed è una formazione che – spesso senza i favori del pronostico – ha saputo raggiungere già ben tre finali iridate e arrivando sei volte su otto in semifinale.
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Foto: Luigi Mariani LPS