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Rugby, Mondiali 2019: numeri, statistiche e curiosità. Cosa ci lasciano le prime due settimane iridate

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Con il match tra Scozia e Samoa si è chiuso il secondo turno dei Mondiali di rugby in Giappone. Le sentenze sono ancora tutte da scrivere, anche se sicuramente molto è già stato scritto. 18 partite giocate fino a ora, che significano numeri, statistiche, ma anche curiosità che ruotano attorno alla palla ovale.

In tutto fino a oggi sono stati segnati 840 punti, cioè una media di 46,7 punti a partita. Le squadre che hanno vinto hanno segnato 624 punti, cioè mediamente 34,7 punti a partita, mentre la squadra sconfitta in media ha segnato solo 12 punti. Il gap più ampio è stato quello tra Sudafrica e Namibia, 54 punti di differenza, con i namibiani che sono anche quelli che hanno subito più punti in tutto, ben 104. L’Italia, invece, con le sfide con Namibia e Canada è la squadra che ha segnato di più nelle prime due partite, toccando quota 95 punti, anche se è l’Inghilterra che con +70 ha la migliore differenza tra punti fatti e subiti.

In 18 partite sono stati espulsi (con rosso diretto) due giocatori, l’americano John Quill e l’uruguaiano Facundo Gattas, più la doppia ammonizione di oggi di Ed Fidow. Ciò significa già tre cartellini rossi, cioè più rispetto all’intero Mondiale 2015, dove l’unico espulso fu Agustin Ormaechea, sempre dell’Uruguay. Se arriverà un altro cartellino rosso l’edizione 2019 sarà quella più “cattiva” dal lontano 1999, quando furono quattro le espulsioni. Solo nel 2003, invece, in Australia il torneo finì senza neanche un giocatore espulso.

Guardando in casa Italia, invece, vanno sottolineate le due mete a testa di Mattia Bellini e Matteo Minozzi. Con due partite ancora da giocare, seppur difficilissime, i due trequarti azzurri hanno nel mirino il record di Paolo Vaccari, unico azzurro capace di segnare tre mete in un Mondiale, quello del 1995 in Sudafrica. Non solo, con i 95 punti segnati fino a ora gli azzurri hanno già battuto il record di 93 punti segnati in una Rugby World Cup, primato stabilito nel 2011 in Nuova Zelanda.

Un’ultima curiosità, ma che non ha a che fare con i numeri, ce l’ha regalata proprio la sfida di oggi tra Scozia e Samoa. In campo per la Scozia, infatti, c’era l’ala Sean Maitland, mentre nelle Samoa è partito dalla panchina il mediano di mischia Pele Cowley. Ebbene, seppur schierati con due nazionali diverse, lontanissime per geografia e tradizione, Sean e Pele si conoscevano bene. Perché sono cugini, cresciuti assieme in Nuova Zelanda. Maitland è di origini scozzesi da parte di padre e, dunque, ha scelto di rappresentare la Scozia, mentre la famiglia della madre è, come quella di Pele, di origine samoana ed ecco perché Cowley veste la maglia di Manu Samoa. I due hanno un terzo cugino famoso, cioè il campione australiano Quade Cooper, escluso però dai Wallabies convocati per questo Mondiale.

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Foto: Lapresse

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