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Tuffi, i verdetti dell’estate. L’Italia ha ancora bisogno di Tania Cagnotto? I dubbi e le incognite sulla seconda carriera dell’altoatesina

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Un’estate con più ombre che luci, quella dei tuffi azzurri. Parzialmente prevedibile, soprattutto se il pensiero era rivolto solo ed esclusivamente alle medaglie “coreane”, cioè mondiali. In realtà, come previsto, il nuovo corso è ufficialmente partito; Chiara Pellacani ha fatto un altro passo avanti, soprattutto in chiave europea, e in squadra sono stati inseriti nuovi prospetti interessanti, anche naturalizzati, di cui si è già detto abbondantemente. Certo, il team italiano ci aveva forse abituato troppo bene negli ultimi 15 anni, trascinato da una Tania Cagnotto capace di restare al top per tre lustri portando con sé un gruppo esperto e concreto, dai fratelli Marconi a Noemi Batki, da Dallapé a Sacchin, da Tocci a Bertocchi. Tra ritiri illustri, ritorni e giovani di belle speranze, la Nazionale è sempre rimasta competitiva, ma adesso è in atto un ricambio generazionale pieno. E la bolzanina, che aveva annunciato il suo ritiro definitivo dopo le due medaglie di Rio 2016, resta ancora l’ago della bilancia avendo ormai metabolizzato l’inatteso rientro, da mamma. Perché l’impressione è che le speranze più grandi relative ai prossimi Giochi di Tokyo 2020 siano legate ancora una volta al suo nome (o quanto meno alla gara dei tre metri synchro femminile) nella speranza che le motivazioni siano le stesse di prima. E sembrerebbe proprio di sì, a sentire la diretta interessata.

CAMBIO GENERAZIONALE

Intanto, un piccolo passo indietro. E il resto dell’Italia? Come si è già detto tante volte, in questo momento particolare è sicuramente più fattibile, per la Nazionale guidata da Oscar Bertone, conquistare podi continentali più che mondiali e lo si è visto giusto a Kiev. Il programma dell’Olimpiade, poi, non prevede le gare da un metro dove solitamente gli azzurri sono più competitivi che dai tre metri, rendendo quindi più complesso aspirare a una medaglia. In ogni caso, a scanso di equivoci, va ricordato che agli Europei 2019 gli azzurri hanno chiuso la manifestazione con due medaglie, meritandosi un voto positivo: non solo per l’oro (Batki-Pellacani da dieci metri synchro, storico perché mai vinto prima) e il bronzo (Lorenzo Marsaglia da 1 metro, prima medaglia continentale per lui) conquistati, ma anche per le altre prove positive offerte e non aiutate nemmeno da quel pizzico di buona sorte spesso indispensabile in determinate manifestazioni. Pensiamo soprattutto ai dieci metri synchro misto, ai tre metri synchro con Tocci-Marsaglia e anche alla finale del metro in cui Chiara Pellacani è stata assoluta protagonista, seppur quinta poi alla fine. In attesa di ritrovare il miglior Tocci e la miglior Bertocchi, che per motivi diversi non si sono visti in questa annata.

PRESENTE E FUTURO: ANCORA TANIA

Detto tutto ciò, la domanda però rimane e magari molti appassionati se la stanno ponendo: in ottica Tokyo 2020, l’unica chance da medaglia per l’Italia passerà ancora dal synchro tre metri donne? E’ probabile sia così. O con Bertocchi-Pellacani, o, se si dimostreranno le migliori in Italia, con le eterne Cagnotto-Dallapè, già otto volte oro europeo, due volte argento iridato e argento olimpico in carica. Prima di pensare alla qualificazione a Cinque Cerchi del prossimo aprile, sempre in Giappone, bisognerà però capire quale ‘duo’ rappresenterà appunto l’Italia in terra nipponica: quello delle campionesse europee 2018 a Edimburgo, cioè le giovani rampanti che avanzano, o quello formato dalle storiche e immarcescibili Francesca&Tania? Ne abbiamo parlato al volo proprio con la campionessa bolzanina, “convinta” a rimettersi in gioco dall’amica e compagna di tante medaglie, Dallapé, con cui ha già gareggiato agli ultimi Assoluti e al Grand Prix di Bolzano 2019, piazzandosi seconda in entrambe le occasioni. La forma, tra aprile e maggio, è sembrata discreta, ma ancora lontana dagli standard precedenti. Si lavora con un obiettivo chiaro, essere al top quando conterà di più, con lo stesso identico programma-tuffi di prima: “Adesso si fa sul serio – ci dice Tania -. Abbiamo iniziato prestissimo ad allenarci quest’estate proprio per arrivare pronte a dicembre 2019 /gennaio 2020, ovvero quando inizieranno le gare di qualificazione nazionali. Con Bertocchi-Pellacani esiste sicuramente una sana competizione, che fa bene sia a noi che a loro. Adesso sì che c’è concorrenza! L’unico pensiero che mi viene da esprimere è… vadano le migliori, a Tokyo. I Mondiali di Gwangju? Li ho seguiti. E diciamo che quando ho visto vincere la gara da un metro con un punteggio molto più basso del mio, nel 2015… un po’ mi ha fatto venire le ghiandole!“.
La motivazione cresce, giorno dopo giorno.
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