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US Open 2019: Matteo Berrettini eguaglia il proprio best ranking. Si sogna di rivedere un azzurro nei quarti dopo 42 anni

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Il sogno americano di Matteo Berretini continua. Il romano prosegue il proprio percorso allo US Open 2019, segnando un record per il tennis italiano, quello di essere il giocatore più giovane nell’Era Open a centrare gli ottavi di finale di due tornei del Grande Slam nel medesimo anno. Dopo infatti Wimbledon, è arrivata la qualificazione alla seconda settimana a New York.

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Il terzo turno ha messo a dura prova l’alfiere del Bel Paese. Il giovane australiano Alexei Popyrin si è rivelato un avversario difficile da battere. Il merito di Matteo è stato quello di rimanere sempre ben centrato, affrontando con decisione i momenti difficili e cercando di essere concreto quando la partita lo richiedeva. Con maturità e solidità, l’azzurro si è guadagnato questo turno e ora sulla sua strada si pone il russo Andrej Rublëv. Il 21enne nativo di Mosca è un tennista molto insidioso, dotato di un gioco che può essere devastante. Un tennis in cui i colpi sono ad alto coefficiente di difficoltà e nel match contro l’australiano Nick Kyrgios lo ha dimostrato.

Sarà dura per Berrettini e servirà alzare il proprio livello. Se la strategia sarà quella del braccio di ferro di pura potenza, il nostro portacolori non ha troppe possibilità. E’ chiaro che le variazioni di ritmo potranno aiutarlo e l’uso del back di rovescio e delle palle corte potrebbe rappresentare una variazione sul tema. Tuttavia, a conti fatti, con questo risultato l’italiano ha eguagliato il suo best ranking (n.20 del mondo e numero 14 nella ATP Race) e qualora riuscisse a battere Rublev potrebbe avvicinarsi ancor di più alla top-10.

Un traguardo storico, quello dei quarti di finale, perché si rivedrebbe un azzurro a questo punto del Major americano 42 anni dopo Corrado Barazzutti, che nel 1977 si spinse fino alle semifinali per poi essere sconfitto da Jimmy Connors. Non resta che attendere gli eventi. Tuttavia, la bontà del 2019 di Berrettini è alla luce del sole: due titoli a Budapest e a Stoccarda e un atto conclusivo raggiunto a Monaco di Baviera (sconfitto da Garin) e due semifinali a Sofia e ad Halle parlano chiaro.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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