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US Open 2019: Rafael Nadal cerca il diciannovesimo Slam, Daniil Medvedev il coronamento di una grande estate

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La storia contro la novità, la ventisettesima finale Slam di Rafael Nadal contro la prima volta di un russo in finale a New York: questo racconta l’ultimo atto degli US Open, con Daniil Medvedev che si affaccia al tentativo di fare la storia dopo un’estate di un livello analogo a quelle dei big degli ultimi 15 anni in numerose occasioni.

Con la finale di oggi, Nadal va a caccia del 19° successo in uno dei quattro tornei maggiori, il che lo avvicinerebbe ulteriormente all’attuale record detenuto da Roger Federer con 20. Arriva all’ultima domenica di Flushing Meadows avendo perso un solo set, quello con il croato Marin Cilic nel quarto turno, e dopo aver posto fine ai sogni di Matteo Berrettini, eliminato in semifinale per 7-6(6) 6-4 6-1 tra tanti complimenti successivi al match, vista anche la qualità espressa per lungo tempo dal romano. Un eventuale quarto trionfo lo porterebbe al fianco di John McEnroe nella lista dei più vincenti in era Open. Ha vinto l’unico confronto con il suo avversario, nella finale di Montreal, con il punteggio di 6-3 6-0. Il favorito, per questa e tante altre ragioni, è ancora lui, che respira l’aria delle finali Slam come fossero casa dal 2005, anno in cui ha disputato la prima delle sue 12 vinte al Roland Garros.

Dall’altra parte della rete, però, c’è un Medvedev che sta vivendo un’estate da grandissima stella, che lo porterà in ogni caso al numero 4 del ranking mondiale, con la chance di superare Federer nella Race in caso di successo. In poco più di un mese ha giocato 22 incontri, arrivando sempre in finale all’ATP 500 di Washington e ai Masters 1000 di Montreal e Cincinnati, vincendo il secondo. Non si è reso subito simpatico di fronte al pubblico, dal momento che per almeno quattro turni il russo e la gente di New York si sono provocati ripetutamente, ma dai quarti di finale con Stan Wawrinka in poi le acque sembrano essersi calmate. Durante tutto il torneo è rimasto in campo per una media di circa due ore e mezza a match, ed in semifinale ha spento il sogno di Grigor Dimitrov di riscrivere la propria storia, superando il bulgaro per 7-6(5) 6-4 6-3, un punteggio quasi gemello di quello emerso in Berrettini-Nadal.

C’è un particolare curioso legato a questa finale: Medvedev affronta il suo quarto mancino nel corso del torneo, dopo l’indiano Prajnesh Gunneswaran, lo spagnolo Feliciano Lopez e il tedesco Dominik Koepfer. Un fatto inusuale, che però potrebbe aiutarlo leggermente nella corsa verso uno Slam che non ha mai battuto bandiera russa. Allargando il discorso a tutti e quattro i tornei maggiori, nessun suo connazionale li vince dal 2005, quando Marat Safin s’inventò uno degli ultimi grandissimi acuti della sua carriera ad alti livelli sconfiggendo uno dopo l’altro Roger Federer e Lleyton Hewitt per trionfare agli Australian Open. Per Nadal, invece, quella di oggi sarà in ogni caso la conclusione di un anno davvero sopra le righe a livello Slam, cominciato con la finale degli Australian Open, proseguito con la vittoria al Roland Garros e la semifinale a Wimbledon, concluso almeno con l’ultimo atto agli US Open.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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