Senza categoria

US Open 2019: Rafael Nadal trionfa piegando Daniil Medvedev dopo quasi cinque ore di epica battaglia!

Pubblicato

il

Al termine di una finale straordinaria durata quasi cinque ore lo spagnolo Rafael Nadal conquista per la quarta volta lo US Open battendo il russo Daniil Medvedev col punteggio di 7-5 6-3 5-7 4-6 6-4.

Medvedev entra in campo molto più tonico e Nadal deve salvare una palla break già nel primo game, oltretutto subito prima, sul 30-40 e servizio, gli viene dato un warning per aver oltrepassato il tempo limite prima di effettuare la battuta, nel terzo ne fronteggia una seconda ma stavolta affossa il dritto in rete. La reazione di Nadal tuttavia è immediata: il break provoca una scossa al maiorchino che effettua l’immediato controbreak e nell’ottavo gioco è il moscovita a dover annullare tre palle del 3-5, una delle quali addirittura col serve & volley. Il decimo è un altro game complicato per Medvedev che comunque se la aggiudica alla sesta occasione senza concedere palle break, ma nel dodicesimo capitola al secondo set point dopo 62 minuti di gioco su un pallonetto dal 33enne fuoriclasse di Manacor che non riesce a rimandare oltre la rete.

Nadal annulla una palla break nel primo game del secondo set ma i game di servizio per il suo avversario, salvo poche eccezioni, sono un incubo: nel quarto game salva quattro palle dell’1-3 di cui le prime tre consecutive ma poi deve cedere la battuta a 15 nel sesto gioco, Rafa non gli concede nulla aggiudicandosi il parziale in 48 minuti di gioco. Break e controbreak nel quinto e nel sesto game del terzo set, prima è Medvedev a perdere la battuta, subito dopo tocca allo spagnolo, che tra l’altro sbaglia una volée alta di dritto facilissima. E’ ancora il russo a salvare due palle break nel nono game, probabilmente il più bello del match, ma sul 6-5 in suo favore servizio Nadal, Daniil gioca in modo straordinario strappando la battuta a 15 al maiorchino e allunga la partita, durata del parziale 63 minuti.

E’ ancora Rafa, come nel primo e nel secondo set, a dover salvare una palla break nel quarto, al secondo game, poi nel quinto gioco ha due occasioni per il break come nel terzo set ma stavolta le manca, Medvedev non molla e nel decimo game arriva al set point che trasforma con una risposta pazzesca al servizio di Nadal facendo suo il parziale in 53 minuti. Si va al quinto set, come non accadeva in una finale degli US Open dal 2012, quando Andy Murray ebbe la meglio su Novak Djokovic. Il 23enne moscovita sembra posseduto dagli dei del tennis e si procura tre palle break nel secondo game che Nadal gli annulla, nel quinto gioco Medvedev sul suo servizio vola sul 40-0 ma si fa rimontare e alla fine cede la battuta dopo uno scambio pazzesco giocato da entrambi.

Sembra finita per il russo, tanto più che Rafa conquista un secondo break nel settimo game, ma subito dopo perde a sua volta il servizio per un doppio fallo causato dall’ennesima time violation chiamatagli sulla prima di servizio. Ma la vittoria è vicina per lo spagnolo: nel nono game un match point glielo annulla Medvedev e un secondo lo sbaglia lui ma poi, nel decimo gioco, dopo aver salvato l’ennesima palla break se ne procura un terzo con una palla corta di dritto irreale e chiude poi il match con la prima di servizio dopo 4 ore e 49 minuti di battaglia epica, 5 minuti soltanto in meno sia della citata finale tra Murray e Djokovic sia di quella del 1988 vinta da Mats Wilander su Ivan Lendl.

Per Nadal, come detto, è il quarto US Open dopo quelli del 2010, 2013 e 2017 e il 19° Slam, a un passo dal record di Roger Federer, Medvedev, alla quarta finale sul cemento nordamericano con vittoria a Cincinnati ma sconfitta netta a Montreal proprio contro Nadal, deve incassare la quinta sconfitta su cinque incontri in cui è andato al quinto set in carriera tuttavia esce a testa altissima da questo incontro, tanto più che domani salirà di una posizione nella classifica mondiale ottenendo il suo best ranking, numero 4, e dimostrando di non essere solo un “randellatore” da fondo campo, mentre Nadal rimane numero 2 ma si porta a 640 punti da Djokovic e consolida il suo primato nella Race, la classifica che designerà gli otto partecipanti alle ATP Finals di fine anno.

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

massimiliano.valle@oasport.it

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: LaPresse

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version