Seguici su

Ciclismo

Vittoria Bussi, dal record dell’ora al Mondiale: “Quello che mi interessa è avere una crescita. Per me è un ambiente tutto nuovo”

Pubblicato

il

Dal record dell’ora alla convocazione per il Mondiale nello Yorkshire. La fiducia datagli dal CT Salvoldi, la tenacia, la forza, l’impegno, la precisione nell’affrontare al meglio ogni secondo di preparazione in prospettiva dell’appuntamento iridato a cronometro. Una novità e una soddisfazione immensa per Vittoria Bussi, una delle convocate per l’ormai imminente prova contro il tempo del Campionato del Mondo britannico. Romana, classe 1987, una laurea in matematica pura, un dottorato di ricerca ad Oxford e l’approdo nel 2013 nel mondo del ciclismo. Inizia con il triathlon, poi si concentra solo sulla bici. Vince una gara, ed inizia così la sua carriera professionistica.

Nel 2014 entra a far parte della Michela Fanini, nel 2015 in Servetto, poi ecco la sfida più grande: battere il record del mondo dell’ora in pista. Dal 2016 al 2018 Vittoria compie un percorso durissimo, estremo, ma il 13 settembre 2018, ad Aguascalientes, in Messico, riesce a percorrere 48.007 km, stabilendo il nuovo record del mondo. Adesso per lei si sono aperte le porte della Nazionale, ha trovato la fiducia della FCI, che le sta dando una grande opportunità, quella dell’appuntamento iridato. Vittoria sa che la concorrenza è alta, ma lei ha tanta voglia di imparare.

Che sensazioni hai provato quando sei stata scelta per partecipare alla prova a cronometro del Mondiale?

“Ho iniziato a pensarci dopo il Campionato Europeo. Ho avuto una conversazione molto costruttiva con Dino Salvoldi e siamo riusciti a pianificare un programma sotto la guida del professor Fabrizio Tacchino, del centro studi FCI. Abbiamo tentato il tutto per tutto per vedere se in un mesetto si potevano vedere dei margini di miglioramento. Da agosto ad oggi ho lavorato con l’intento del Mondiale. So che la concorrenza è altissima, però alla fine ci ho creduto e ho lavorato sodo per questo”.

Il record dell’ora è stato una carica in più per cercare di dare il massimo nelle prove contro il tempo?

“In realtà il record dell’ora era un progetto abbastanza fine a se stesso, perché quando l’ho fatto non avevo intenzione di continuare. Purtroppo è un progetto molto costoso, quindi, lavorativamente parlando, non avevo in mente altro. Poi invece ho proposto l’idea di andare avanti, alcune persone ci hanno creduto, e abbiamo proseguito con questa squadra”.

Possiamo dire che questo Mondiale potrebbe essere una buona rampa di lancio verso Tokyo 2020?

“La mia idea, come dico sempre, che io partecipi a un Mondiale, ad un’Olimpiade, ad una gara regionale, non importa l’entità della corsa, quello che conta per me, è fare un percorso di crescita importante e un giorno arrivare ad un buon livello. Che siano i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 o un appuntamento più in là, io questo non lo so, anche perché le tempistiche del corpo non sono matematica. Quello che mi interessa è avere una crescita. Se questa sarà sufficiente per fare un’Olimpiade, ben venga”.

Su che cosa ti sei concentrata per migliorarti? Hai cambiato qualcosa?

“Sì, diciamo che il programma del professor Tacchino è stato veramente intenso. Infatti i primi giorni è stata dura, perché comunque, in confronto, prepararlo ora è stato quasi facile. Ci sono state cose che per me erano nuove, dalle volate, a dei lavori di forza, specifici in palestra, o tornare a fare lunghe distanze, come stare in bici per più di cinque ore”. 

Hai già analizzato il percorso della cronometro del Mondiale?

“Sì sì, abbiamo lavorato in maniera molto specifica sul percorso. Abbiamo fatto diverse prove, e diciamo che lo so abbastanza a memoria. Poi è ovvio che bisognerà vedere le strade e tutto il resto, però l’andamento è quello”.

Chi sono le favorite della cronometro?

“Secondo me la statunitense Chloe Dygert farà battaglia con Annemiek Van Vleuten. Però tra le due dico Dygert, perché l’ho vista correre alla cronometro Kristin Armstrong di luglio, che ho fatto anch’io, e ho notato il suo valore. Poi mi sono resa conto di chi c’è là fuori e il livello dove bisogna arrivare. Se dovessi fare un nome punterei su di lei”.

Che consiglio ti sentiresti di dare alle giovani cicliste che stanno esordendo nel mondo delle grandi di questo sport?

“Credimi, quando eravamo all’Europeo ho imparato più io da loro che loro da me. Perché alla fine c’è poco da fare, per me è un ambiente tutto nuovo. Quindi posso dare solamente un consiglio di vita, ossia quello di dare tempo al tempo, avere pazienza e tenacia. Prima o poi tutto torna”.

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter 

@lisa_guadagnini

Foto: Pagina Facebook Vittoria Bussi

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità