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Volley, l’Italia si è dimenticata come si vince. Ultimo titolo nel 2005, ma ora anche il podio sta diventando tabù

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Quattordici anni senza vincere a livello internazionale: il digiuno più lungo della storia per la nostra pallavolo da quando questa disciplina si è iniziata a praticare a certi livelli nel nostro Paese. L’Italia non riesce più a imporsi e a conquistare dei trofei, l’ultimo sigillo è arrivato agli Europei 2005 poi la medaglia d’oro è stata un tabù: due argenti agli Europei, un bronzo e un argento alle Olimpiadi, nulla totale in quattro edizioni dei Mondiali. Gli ultimi tre anni sono stati estremamente complessi, il secondo posto di Rio 2016 sembra ormai essere un lontano ricordo.

La Nazionale sembra essersi dimenticata come si vince, l’Inno di Mameli non suona più da ormai tre lustri e si fatica sempre più a esprimersi a certi livelli. A metà agosto è stata conquistata la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ma è l’unica gioia in un periodo estremamente complicato e in cui i risultati faticano ad arrivare, ora anche il podio sembra essere diventato un tabù per la squadra guidata dal CT Chicco Blengini: due eliminazioni consecutive ai quarti di finale degli Europei (due anni fa contro il Belgio, ieri sera contro la Francia), un quinto posto ai Mondiali casalinghi, risultati sottotono tra World League e Nations League.

Ora il mirino è già puntato sui Giochi in programma tra nove mesi (passando per la Coppa del Mondo, torneo di secondo piano e a cui non parteciperanno i big). Se si vuole provare il colpaccio nel Sol Levante bisognerà inevitabilmente alzare il livello del gioco: soltanto l’Italia che ha demolito la Serbia nel preolimpico può avere delle speranze di salire sul podio nell’appuntamento più importante del quadriennio, in caso contrario Ivan Zaytsev e compagni non possono ambire a un traguardo di prestigio.

 

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Foto: CEV

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