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Ciclismo
Vuelta a España 2019: i possibili scenari tattici della tappa di oggi (1° settembre)
Mini tappone in programma oggi nella nona tappa della 74esima edizione della Vuelta a España. Saranno appena 94,4, infatti, i chilometri che il gruppo affronterà per andare da Andorra la Vella a Cortals d’Encamp. Il tracciato, tuttavia, è veramente durissimo. Si affronteranno, uno dopo l’altro, Col d’Ordino, Coll de la Galina e, per finire, il trittico Comella-Engolasters-Cortals, tre brevi ascese che, combinate, ne formano una unica di 22 km, molto irregolare, con una pendenza media del 4,8%.
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Il Coll de la Gallina è il punto chiave della tappa. Coi suoi 12,2 km all’8,3%, il colosso andorrano è per distacco la salita più dura di giornata. Lo scollinamento sarà a poco meno di 40 km dal traguardo, dunque può essere il trampolino perfetto per chi vuole attaccare da lontano. Importante, ad ogni modo, sarà avere, successivamente, degli uomini davanti in grado di scortare il capitano all’arrembaggio, altrimenti sull’ascesa finale rischia di venire inghiottiti dalle squadre all’inseguimento.
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L’interrogativo, tuttavia, è: chi vorrà attaccare da lontano già a fine prima settimana? Tecnicamente, con questa situazione, all’antivigilia della crono di Pau, chiunque non si chiami Primoz Roglic dovrebbe farlo. A cominciare dalla Movistar, che vanta ben due nomi, vale a dire Nairo Quintana e Alejandro Valverde, piazzati benissimo in classifica generale. Il colombiano, nel caso, sarebbe chiaramente l’uomo designato per partire sul Coll de la Gallina. Viene da chiedersi, però, se il Team di Eusebio Unzue, dopo aver nominato Valverde capitano unico, se la senta di attuare una tattica che potrebbe anche essere indigesta all’attuale campione del mondo.
Sappiamo per certo che il murciano preferirebbe una corsa blanda piuttosto che una gara incendiata già a 45 km dall’arrivo. Valverde, peraltro, considerata l’età che ha, probabilmente potrebbe anche accontentarsi di un podio e troppa voglia di metterlo a rischio per favorire un attacco di un compagno potrebbe non avercela. In questi giorni abbiamo visto come la Movistar sia sensibilmente inferiore alla Jumbo e per isolare Roglic dovrebbe utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione, con il rischio che Alejandro si ritrovi a sua volta senza compagni molto lontano dal traguardo.
Anche a Miguel Angel Lopez converrebbe provare a partire sul Coll de la Gallina, ma anche nel suo caso tutto passa dall’ammiraglia. L’Astana, quest’anno, non ha ancora ottenuto un podio in un grande giro e, forse, non è ancora arrivato il momento per il team kazako di prendersi un rischio del genere. Loro non hanno una seconda carta da giocare come la Movistar, ragion per cui, se Lopez dovesse pagare gli sforzi e andare in crisi, si ritroverebbero con un pugno di mosche. Potrebbero, dunque, temporeggiare e muoversi solo nei km finali del Cortals per cercare di rosicchiare qualche secondo a Roglic e, perché no, vincere la tappa. Consci, però, che dopo la cronometro, salvo miracoli, si troveranno in una posizione molto scomoda.
Ecco, quindi, che la corsa, tra i quattro contendenti al successo finale, potrebbe essere più bloccata del previsto, mentre l’attacco da lontano potrebbe portarlo un uomo di classifica di seconda fascia. Magari Fabio Aru, che può contare sulla presenza in gruppo di Tadej Pogacar a coprirgli le spalle. Oppure uno tra Esteban Chaves e Mikel Nieve, poiché la Mitchelton è in una situazione molto simile a quella della UAE, con due uomini che gravitano attorno alla decima posizione nella generale.
Da non sottovalutare nemmeno l’opzione fuga da lontano, per due motivi: il primo è che siamo alla Vuelta, dove capita sovente che il gruppo ignori gli attaccanti della prima ora, e il secondo è che la maglia roja è sulle spalle di Nicolas Edet, un corridore della Cofidis. Il team francese non ha chiaramente i mezzi per tenere chiusa la corsa e se si dovesse sganciare un gruppo numeroso ci sarebbe bisogno di un intervento quasi immediato dei team più forti per far sì che non prendano troppo margine.
Sarà una tappa fondamentale, ad ogni modo, per Primoz Roglic. La Jumbo di questa Vuelta, con Bennett, Gesink e un Kuss in grande spolvero, è una squadra di tutt’altro livello rispetto a quella che (non) lo ha supportato al Giro. Se lo sloveno dovesse uscire indenne oggi e, magari, guadagnare pure qualche secondo di abbuono, poi, nelle prossime due settimane, considerando i distacchi che dovrebbe dare nella crono di Pau, non ci sarà molto spazio per metterlo in difficoltà
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Foto: Valerio Origo