Ciclismo
Vuelta a España 2019: Italia, tre settimane da incubo. I ritiri di Formolo e Aru, zero vittorie di tappa, comparse totali
L’Italia chiuderà la Vuelta di Spagna 2019 senza nemmeno una vittoria di tappa: non succedeva dal 1993. Sono passati 26 anni dall’ultima edizione della corsa iberica senza nemmeno un successo parziale per i nostri colori, il record purtroppo si aggiornerà (la situazione non cambierà con la volata di domani a Madrid) e gli azzurri lasceranno il terzo Grande Giro della stagione senza nemmeno una gioia. Nessun nostro portacolori è riuscito a lasciare il segno, gli uomini più attesi della vigilia si sono purtroppo dovuti ritirare: Davide Formolo ha pagato a caro prezzo una caduta nelle prime frazioni e ha dovuto alzare bandiera bianca, Fabio Aru ha cercato di stringere i denti ma i pesanti distacchi accumulati in montagna lo hanno convinto ad abbandonare salvo poi scoprire che era stato colpito da un virus.
Il Cavaliere dei Quattro Mori doveva rilanciarsi in questo appuntamento dopo l’operazione all’arteria iliaca della gamba sinistra e il 14esimo posto al Tour de France ma purtroppo non è riuscito nell’intento, il Campione d’Italia sperava di lottare per la top ten e invece è stato un po’ sfortunato. Persi i due uomini di punta, il contingente italiano alla Vuelta aveva poche velleità e il tricolore si è visto soltanto con Gianluca Brambilla che si è inserito nelle fughe e che ha sfiorato una vittoria di tappa, mentre Dario Cataldo ha lavorato per Miguel Angel Lopez e Valerio Conti ha provato qualche tentativo da lontano dopo aver indossato la maglia rosa al Giro d’Italia. Il migliore in classifica generale? Brambilla al 42esimo posto, negli ultimi tre decenni non eravamo mai andati così male.
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Foto: Pier Colombo