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Ciclismo

Vuelta a España 2019: Primoz Roglic favorito numero 1, ma non ha ancora vinto. Tante montagne da scalare, ecco dove potrà essere attaccato

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La splendida cronometro individuale dello sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma) ha ridisegnato in maniera piuttosto chiara la classifica generale. Ora il vincitore odierno guida con 1’52” sul campione del mondo Alejandro Valverde (Movistar), 2’11” sul colombiano Miguel Angel Lopez (Astana), 3’00” sull’altro colombiano Nairo Quintana (Movistar) e 3’05” sul connazionale Tadej Pogacar (UAE Emirates), mentre dalla sesta posizione il ritardo è superiore ai 5′. Il suo vantaggio sugli avversari gli permetterà di controllare la corsa con una certa tranquillità, ma le montagne e le frazioni dove poter perdere terreno sono ancora molte. Per questo, nonostante sia il favorito principale al successo finale, nulla è ancora scritto. 

Dopo la giornata di domani, che non dovrebbe presentare particolari problemi, già a partire da giovedì cambieranno le cose, con una seconda settimana piuttosto dura. L’arrivo a Bilbao, ad esempio, è adattissimo ai finisseur, con la salita fino all’Alto de Arraiz (2.2 km al 12.2%) posta a soli 7.5 km dal traguardo, ma potrebbe invogliare qualche big a tentare l’attacco alla ricerca di secondi preziosi. Alla fine della discesa mancheranno 1.3 km all’arrivo, non un terreno sufficiente per chiudere il gap.

Le occasioni più ghiotte arriveranno a partire dalla giornata di venerdì, quando i corridori dovranno affrontare l’arrivo in salita di Los Machucos (6.8 km al 9.2%). Un’ascesa davvero insidiosa che presenta pendenze fino al 25% e che arriverà alla fine di una tappa davvero difficile con sei GPM a precedere la salita finale. Nuova occasione anche nella quindicesima frazione, in programma domenica 8 settembre. Si parte da Tineo e si arriva al Santuario dell’Acebo. L’ultima salita, che si conclude proprio sul traguardo, misura 7.9 km al 9.7% di pendenza media. A rendere ancora più esigente la tappa, però, saranno le tre lunghe ed insidiose salite di prima categoria che i corridori dovranno affrontare prima della scalata finale.

 La domenica, però, non precederà un giorno di riposo, bensì un’altra tappa di quelle che possono far saltare il banco. Si parte da Pravia e si arriva all’Alto de La Cubilla (17.8 km al 6.2%): una salita non impossibile, ma davvero infinita. La fatica di due settimane corse a tutta si inizierà a far sentire e se qualcuno sarà in difficoltà nelle tappe precedenti potrebbe accusare il colpo in maniera definitiva.

Il giorno di riposo di Burgos precede un’ultima settimana certamente non proibitiva. Su cinque tappe ci saranno solo due occasioni per vedere protagonisti gli uomini di classifica. La prima è l’arrivo a Becerril de la Sierra dopo una lunga discesa. L’ultimo GPM, il Puerto de Cotos, è posto a 25 km dall’arrivo, misura 13.9 km, ma non presenta pendenze impossibili, essendo del 7% la pendenza massima e del 5% quella media. La penultima tappa, invece, emetterà i verdetti finali. L’arrivo in salita è a gradoni, ma presenta pendenze importanti nella parte finale, quindi attenzione all’arrivo alla Piattaforma de Gredos perché potrebbe ancora regalare particolari emozioni.

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francesco.zambianchi@oasport.it

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Foto: Lapresse

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