Ciclismo

Vuelta a Espana 2019: prosegue il calvario di Fabio Aru. Oggi al traguardo con 18 minuti di ritardo. Ritiro in vista?

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Altra giornata difficile per Fabio Aru alla Vuelta di Spagna, la dodicesima tappa non ha sorriso al Cavaliere dei Quattro Mori che ha tagliato il traguardo con 17’56” di ritardo dal vincitore Philippe Gilbert. Un distacco pesantissimo per il sardo che ha pagato un quarto d’ora dai big della classifica generale (Primoz Roglic, Nairo Quintana, Alejandro Valverde, Miguel Angel Lopez), ormai la corsa in terra iberica sta diventando un vero e proprio calvario per l’alfiere della UAE Emirates che si stacca in quasi ogni circostanza: oggi l’Alto de Arraiz è sembrato insormontabile per il nostro portacolori che ha pagato ancora dazio come era già successo nei giorni scorsi, Fabio Aru non riesce a tenere il passo di chi sta lottando per le posizioni di vertice.

La Vuelta doveva essere la corsa della rinascita per il Cavaliere che era reduce da un positivo Tour de France dopo l’operazione all’arteria iliaca della gamba sinistra. La caduta nella cronometro a squadre di apertura lo ha un po’ destabilizzato, in un paio di circostanze si è fatto vedere là davanti ma per il resto è andato in difficoltà più volte e non è mai riuscito a impressionare senza dimenticarsi che il compagno di squadra Tadej Pogacar ha vinto una tappa e si trova al quinto posto. Ipotesi ritiro per Fabio Aru? Non sarebbe da scartare, continuare a “soffrire” (sportivamente parlando) in questa maniera è un po’ controproducente: forse sarebbe meglio abbandonare la corsa e ricaricare le pile per l’ultimo mese di gare, guardando già alla prossima stagione.

La sensazione è che il 29enne stia attraversando un tunnel e dovrà cercare di uscirne brillantemente, la Vuelta lo ha respinto e difficilmente lo premierà con un’eventuale fuga da lontano (la classifica è totalmente compromessa, è 54esimo a 57’44” da Roglic). Bisognerà ancora aspettare per ritrovare il Fabio Aru dei giorni migliori, quello capace di indossare la maglia gialla e di vincere una Vuelta.

 

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Foto: Valerio Origo

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